LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.
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domenica 1 maggio 2022

Divertirsi è una questione seria!


Maksim Cristan parlava con una classe, e tra le altre cose diceva che nella sua famiglia d'origine c'era l'idea di sacrificarsi per i figli, che si sarebbero sacrificati per i figli, che si sarebbero sacrificati per i figli, e avanti così all'infinito. Dopo una bella pausa scenica, ecco nascere la domanda: "E il divertimento dov'è?"
 
Qui, l'adulto potrebbe dire: "Beh, il divertimento è per i bambini, al massimo per i giovani, la persona matura non pensa più a divertirsi ma a essere seria". 
 
Pascoli diceva di conservare il fanciullino che c'è in ognuno di noi, e il fanciullino, oltre ad essere curioso, vuole divertirsi. E non parliamo di uno scrittore a cui la vita abbia sorriso di continuo.

C'era anche Pascal che ne parlava, ma il divertissement alla francese ha già un'accezione troppo filosofica per questo discorso. Qui divertirsi si riferisce solo al termine attuale, non a quello arcaico che si avvicinava di più a quello pascaliano nel suo riferirsi a un allontanamento da qualcosa, uno sviare l'attenzione da ciò che è davvero importante. Invece il passare dei bei momenti, sorridendo esteriormente ma soprattutto dentro, spassandosela nel modo che si preferisce, purché non leda l'altrui libertà di spasso, è un moto verso, non una fuga da.

Si è arrivati a demonizzare così tanto il divertimento, che a volte capita di sentirsi a disagio al fianco a una persona allegra. Meglio uno triste, che si lamenta sempre, da consolare, piuttosto che uno contento, che si diverte. L'ultimo fa paura (oltre che invidia): ci si chiede come faccia ad essere così in questa vita di stenti e privazioni. 
Ma a volte gli stenti e privazioni sono non una casualità, ma proprio una scelta di vita. Qualcuno ha messo in testa a qualcun altro che essere maturi voglia dire sacrificarsi e soffrire. Ma tutto si può fare divertendosi un po'. Dipende, come direbbe Marco Aurelio, da come si interpretano le cose che accadono, più che dalle cose in sé.

E poi, c'è spesso confusione interpretativa: serio, a mio parere, è colui che fa le cose per bene, mica quello che non ride mai, si lamenta di tutto e si palesa triste. 

Insomma, il divertimento è una questione seria! 

mercoledì 23 febbraio 2022

Piacevolezza olistica aghipungente

C'è un tipo di cura che fa bene al corpo e all'anima.

Si presume che quando si esce dalla seduta si stia bene, in pace con sé stessi e con il mondo.

Che nome avrà una simile manna?

AGO-PUNTURA
da spazioconnesioni.it

Insomma, un collage di due parole sommamente rinfrancanti, rilassanti e confortanti. 

Del resto, la belonefobia è assai poco diffusa, il 90% delle persone delle persone adora farsi affondare aghi nel corpo. 
Di solito, quando si ha un po' di tempo libero, ci si fa infilzare.
 
[Tra l'altro, trattandosi anche di fobia per le cose appuntite e per gli spigoli, arguisco anche che pochi belonefobici stiano leggendo questo post o abbiano mai letto il mio blog. Ma questa è un'altra storia.]

Qualche persona dallo sviluppato senso matematico potrebbe controbattere che in realtà la belonefobia riguardi il 10% delle persone, ma la belonepatia interessi una percentuale ben maggiore, pressoché tutti i non-masochisti (che in effetti non sono poi tanti). Di conseguenza, la piacevolezza dell'agopuntura risiederebbe nel raddoppiamento della parola, come due meno che moltiplicati tra loro danno un più. 

Sgradevolezza della parola AGO *  
Sgradevolezza della parola PUNTURA = 
piacevolezza

La grande bellezza del sottoporsi alla cura, al di là di sottigliezze medico-psico-etimologiche, consiste in una serie di corollari:
  1. Oltre a farsi infilzare aghi in luoghi impensabili (tipo tra la parte palmata dei piedi tra le dita, nelle orecchie, in fronte, nei polsi in mezzo a vene e arterie, nella zona degli occhi in cui rimane il moscerino quando vi si infila), li si trattiene in sé per un'oretta. Il che fa sì che la sensazione di piacevolezza si espanda e si insinui in modo olistico;
  2.  Dato che ci si denuda quasi interamente, l'agopunturista scrupoloso provvederà ad adagiare con cura e attenzione su di voi zeppi di aghi uno di quei pacchi regalo argentati e dorati per scaldarvi, donandovi un momento di gradevolezza da paralisi muscolare;
  3. Quando l'agopunturista se ne va, ci si deve abbandonare al relax, possibilmente addormentandosi, confidando in quegli scatti da addormentamento che scuoterebbero la stagnolona e vi farebbero fluire impulsi di benessere da un capo all'altro del corpo;
  4. Anche il camion che passerà sotto lo studio medico, in un'armonia completa con l'universo, si unirà alla vostra seduta, inviando telepaticamente vibrazioni di rara piacevolezza a ogni ago conficcato nelle vostre carni. 
Insomma, il benessere è a un ago di distanza da voi.
Provare per credere. 
Non sarete rimborsati.

martedì 16 marzo 2021

L'arte altamente spirituale del potenziamento della resistenza al potere centripeto del caos


Quando si è in convivenza con qualcuno, che si tratti di coinquilini, coppie, famiglie, si è confrontati, con intensità crescente in ordine di progressione del suddetto elenco, alla necessità di incastrare in modo armonioso le proprie prestazione casalinghe, preservando la serenità dei presenti. 

Ognuno è bravo o meno infastidito nel fare qualcosa, ma al tempo stesso è importante che tutti sappiano fare più o meno tutto, nel caso in cui venga meno la prestazione d'opera di altri componenti. 

Si possono seguire varie strategie, tipo i turni settimanali, la collaborazione, i giorni prestabiliti, e altre aventi come limite solo la fantasia umana. 

A me piace la teoria della resistenza differenziata al potere centripeto del caos. 

Tu ordini, e la casa torna in disordine.
Tu butti la pattumiera, e la pattumiera si riempie di nuovo.
Tu togli la polvere, e la polvere ritorna. 
Tu cambi le lenzuola sporche, e loro si risporcano.

C'è gente per cui i suddetti passaggi sono velocissimi, altra per cui sono medi e altra ancora per cui si tratta di cicli paragonabili alle ere geologiche. 

Mentre per i primi le lenzuola sono da cambiare ogni giorno, per i secondo magari si cambiano una volta al mese. I terzi, dopo un anno, quando vedono la loro sagoma stile sindone, iniziano a chiedersi se sia necessario pensare a un cambio lenzuola. Dopo sei mesi vanno a comprare il detersivo. Magari dopo due cambiano effettivamente le lenzuola. 

E' molto chiaro a tutti, quindi, che una convivenza vincente necessita di una compilation di resistenze al potere centripeto del caos molto ben accessoriate. In questo modo, colui che ha meno resistenza in un ambito provvederà a quello, mentre quello che ha meno resistenza in un altro ambito si occuperà di quell'altro. 

Il caso a me molto caro in cui uno ha resistenza bassissima a tutto e altri altissima a ogni cosa potrebbe creare una vaga frustrazione nel primo componente, anche se per tutti gli altri si tratta della situazione perfetta. 
Ma pure in questa casistica, è rapido cambiare il carico di incombenze.
Basta che il primo componente coltivi l'arte dell'attesa. 
E ringrazi con enorme riconoscenza tutti gli altri per questa importantissima lezione spirituale. 

venerdì 5 febbraio 2021

Tutte le strade portano al posto di lavoro



Tempo fa avevo letto da qualche fonte "casalinga" che per andare ad un eventuale lavoro sito sempre nello stesso posto fosse origine di benessere psicofisico cambiare sempre strada. 

In effetti, utilizzando come fonte del tutto discutibile il proprio cervello, mi sembra chiaro che lo si faccia lavorare di più se si cambiano i panorami e si diminuiscono gli automatismi. 
Del resto, fare sempre lo stesso percorso è usare un navigatore interno che non si rompe mai, a meno di Alzheimer o simili, automatico pure lui come quelli esterni. Ed è dimostrato che alcune aree del cervello si spengano quando si usano navigatori. 

In base alla mia esperienza, suggerisco le seguenti strategie di attivazione del cervello andando a lavorare in un posto fisso:
  1. usare un mezzo che guidate voi, possibilmente pericoloso. Macchina, scooter, monopattino elettrico, bicicletta, pattini a rotelle. Dovrete concentrarvi per la sopravvivenza altrui e vostra, il che terrà ben accese varie aree del cervello e stimolerà la produzione di adrenalina che aumenterà il vostro metabolismo;
  2. usare un mezzo che vi faccia faticare (i mezzi si riducono così a bicicletta, pattini a rotelle, anche piedi seppur meno pericolosi - in questo caso si può ovviare camminando mentre si guarda il cellulare nel vano tentativo di controllare le due attività in contemporanea -): si stimolerà anche la produzione di endorfine, droga naturale legalizzata di notevole effetto
  3. se non si riesce a decidere deliberatamente il percorso differenziato e si hanno più bivi tra cui scegliere in successione, ci si può regolare in base ai semafori (se è rosso per andare dritto e verde per andare a destra, si va a destra, e viceversa). Un altro metodo è affidarsi a giochini aleatori, del tipo: se vedo tre cose rosse prima dell'incrocio, vado dritto, se no giro a destra. E' possibile anche fare questo giochino, pedalando o pattinando con le tasche piene di dragée al ciocccolato (cosa un po' difficile da realizzare in pandemia, con l'ostacolo della mascherina tra le mani e la bocca). In ogni caso l'opzione più bella e utopica sarebbe avere abbastanza tempo per deviare in base a cose che colpiscono l'attenzione, tipo un ginko biloba femmina che espande la sua puzza atroce nel periodo "fertile", qualche personaggio pittoresco, un monumento che non ci si è mai soffermati a guardare...ma questo è fattibile solo se si hanno tempo, calma, predisposizione. 
In questo modo arriverete al lavoro allegri, rilassati, corroborati, pronti e vigili.

Potrete sedervi, accendere il pc e spegnere il cervello. 

domenica 10 gennaio 2021

Non ebbi dubbi sul dubitare


E allora, c'è poco da fare. Si sbaglia. 

E chi ha tutte certezze? Sbaglia lo stesso, a volte di più, a volte di meno.
E chi ha un sacco di dubbi? Sbaglia anche lui, a volte di più, a volte di meno.

Ma quindi che differenza c'è tra avere dubbi e avere certezze?

Le certezze sono monolitiche, incrollabili, immutabili. Lo sbaglio-certezza permane, e come tale può arrecare danni immensi. Però avere certezze è poco faticoso (anche perché spesso, di quelle certezze, si è sati farciti da qualcun altro) e parecchio edificante. 

I dubbi, invece, sono duttili, molteplici, si rinnovano sempre. Implicano mettersi in discussione, farsi domande, cercare risposte, avere crisi, cambiare qualcosa. Poi, quando si è cambiato, dato che errare permane nell'essere humanum, si sbaglia di nuovo. E anche se non si fosse sbagliato, chi dice che si sia proprio fatto giusto. I dubbi sono una catena infinita, portano a essere in continuo mutamento. Sono faticosissimi, anche perché sono continuamente freschi, fatti in casa, a km 0. 

Insomma, le certezze le trovi al supermercato, sempre uguali; i dubbi li coltivi nel tuo orticello con lo sforzo dei tuoi muscoli e dedicandoci parecchio tempo. Devi trovare la terra adatta per ogni dubbio, coltivarlo, innaffiarlo, vederlo crescere. Poi arriva la grandinata, quella inevitabile, mica come quelle che basta un telo elastico per rimbalzare i pallini di ghiaccio. E via, si ricomincia. 

Ma allora ad avere certezze si riescono a fare le cose e ad avere dubbi si rimane paralizzati perché si ha paura di fare cose sbagliate?
Con le certezze si fanno cose, ma nei binari prestabiliti dalle certezze stesse.
Con una ragionevole quantità di dubbi dubbi, non così così tanti da rendere statue di sale bloccate davanti a ogni scelta, si fanno tantissime cose, spesso apparentemente vane, e si scopre un sacco di roba. 

Se vuoi essere una persona potente in questa società, forse ti conviene avere solo certezze. Certezze di qualsiasi tipo, ma certezze incrollabili, il più presto possibile. Se già stai leggendo questo post, è tardi. Meglio averle prima di saper leggere. E per questo ci sono i genitori. 

domenica 15 dicembre 2019

Gli aggettivi contano

Sulla scia dell'ebbrezza per "L'Automa" di Moravia, ho voluto leggere il suo capolavoro, "Gli indifferenti".

Sicuramente un romanzo non è come una raccolta di racconti brevi, lo spiegava efficacemente Ammaniti.

Certo, se dovessi parlare con uno psicologo ammanitifilo del fatto che la raccolta di racconti brevi mi abbia esaltata e il romanzo meno, potrebbe trarre affrettate conclusioni, ma per fortuna con gli psicologi si parla dei fatti propri che premono, e se i fatti propri che premono fossero solo letture di libri, vorrebbe dire che o si è meganerd o si è raggiunta la pace dei sensi. In entrambi i casi non sono sicura che ci si rivolgerebbe a uno psicologo.

Tornando a "Gli indifferenti", sorvolando su quello di cui parla, ché tanto ve lo trovate ovunque in internet e sui dorsi del libro facilmente reperibile nelle librerie dei vostri avi, mi concentrerei sull'effetto che hanno fatto a me gli aggettivi.

Mi sembrava che l'aggettivo "indifferente" ricorresse di continuo, che per tutta la lettura mi echeggiasse dentro il suo suono, che quando ancora non mi si fosse spento il finale dell'indifferente prima, già vi si accendesse quello dell'indifferente successivo.

E così sono andata a contare quante volte l'aggettivo "indifferente" comparisse nell'intero libro.
31 volte, titolo compreso.
Considerate le 211 pagine,tolto il titolo, circa una volta ogni sette pagine. Nemmeno tanto.

C'è da dire che evidentemente Moravia aveva raggiunto lo scopo di infastidire il lettore con l'indifferenza dei personaggi e ci sia ben arrivato, anche con la distribuzione delle parole.

In ogni caso, il conteggio degli aggettivi può essere un buon modo di approcciarsi a un libro. Lo si ottiene in pdf prima di leggerlo e si iniziano a contare gli aggettivi.

Ad esempio ne "Gli indifferenti" si possono contare:

  • 0 volte l'aggettivo "bello"
  • 2 volte l'aggettivo "energico"
  • 21 volte l'aggettivo "felice"
  • 41 volte l'aggettivo "stanco"
  • 53 volte l'aggettivo "triste"
Uno, già dal conteggio, inizia a farsi un'idea di cosa lo aspetti. 

Anzi, credo che le case editrici potrebbero, oltre all'indice, creare una pagina con la classifica delle parole più usate in un libro. 

Da leggere al posto della quarta di copertina. 

venerdì 21 dicembre 2018

Social strategy anti-Social


Se siete tra coloro che amano socializzare con le persone senza passare tramite un Social o internet, e tendete a parlare alla gente per strada, ai giorni d'oggi, potete facilmente passare per psicopatici, serial-killer, stalker o amenità del genere.
C'è però un trittico di atteggiamenti che bypassa la diffidenza del XXI secolo creando un senso di tenerezza protettiva che tutto sovrasta perché iscritta nel patrimonio istintivo della maggior parte delle persone:
  1. aggirarsi nel mondo con un cucciolo di qualcosa: si consigliano cani teneri o altri animali non troppo aggressivi; 
  2. aggirarsi nel mondo con bambini dolci e carini, possibilmente non Mariangela;
  3. andare a correre in inverno in maglietta
Tutti questi accorgimenti procurano una valanga di persone che vi diranno qualcosa per strada, con sorriso tenero e accogliente.

Ora, spezzerei una lancia a favore della strategia n. 3, per i seguenti motivi:
  • non sono implicati essere viventi di nessun tipo, cosa che potrebbe comportare un certo rompimento di scatole alla vostra persona e vincoli legati alle esigenze dei suddetti. Ciò, senza contare che procurarsi un animale non è semplice, fare un bambino è faticosissimo, farselo prestare non è da tutti; 
  • dipende esclusivamente da voi ed è attuabile in qualsiasi momento tra ottobre/novembre e febbraio/marzo (per gli altri mesi sconsiglio di correre nudi perché non avrebbe lo stesso effetto e le uniche persone che vi si avvicinerebbero sarebbero coloro che vi arresterebbero);
  • nonostante gli altri siano mossi a tenerezza e protezione nei vostri confronti, voi, correndo, starete benissimo, e non solo non avrete freddo ma proverete quella corroborante sensazione di essere completamente nudi senza incorrere in arresti.
Ci sono però accorgimenti e avvertenze da tenere in considerazione: 
  • dovete essere in forma, perché è assolutamente vietato fermarsi;
  • si sconsiglia l'uso della strategia con temperature al di  fuori del lasso -3° C > + 5° C, quindi il periodo indicato vale per l'Italia settentrionale e va adattato di zona in zona;
  • si consiglia di indossare una maglietta tecnica termica, considerato che l'importante è l'impatto visivo e l'attività fisica si fa per stare bene e non per morire;
  • si consiglia di evitare il rischio di storte, crampi o impedimenti simili, dato che, in barba al punto precedente, implicherebbero una sosta che potrebbe cagionare congelamento ed eventuale successiva morte per ipotermia, visto il livello di solidarietà dei passanti.
L'inconveniente principale, che potrebbe anche essere un vantaggio rispetto alle strategie 1 e 2, è che non potete fermarvi a parlare con chi vi dice qualcosa (di solito: "Non hai freddo?").
Il positivo è che si può scegliere se e quanto far durare la conversazione, spalmandola su più corse allo stesso orario. 

lunedì 27 agosto 2018

Istruzioni per entrare gratis ai concerti fighi

  1. Dimenticatevi completamente di comprare il biglietto; se ve ne ricordate, fate che sia di domenica e che Ticketone abbia chiuso le vendite.
  2. Assicuratevi di arrivare al concerto quando è già sold out, tipo una-due ore prima dell'inizio, in modo da non essere colti dalla tentazione di comprare il biglietto.
  3. Siate donne. Non so perché, ma ho la sensazione, da test effettuati sugli esseri umani e non sugli animali, che dia più possibilità di ingresso. 
  4. Studiate con cura tutti gli ingressi e  i buchi nella rete e i cancelli scavalcabili protetti da rovi, aggirandovi come cani randagi intorno a ogni possibile falla, e soprattutto parlate con tutti quelli che sorvegliano i varchi, con frasi dimenticabili tipo: "Io scrivo per il famoso giornale di musica Qwfkw, mi date l'accredito?", oppure "Ho una secchezza delle fauci che potrebbe causarmi allucinazioni e necessità di ricovero, l'unica salvezza che vedo intorno a me è accedere al bar che guarda caso si trova proprio lì dietro, in area concerto". 
  5. Continuate ad aggirarvi per circa un'ora, fissando i guardiavarchi con occhi tristi.
  6. Quando le guardie si distraggono a parlare, fate tentativi di ingresso tentennanti, come il famoso pedone che deve attraversare le strisce dei test della scuola guida. Ma non entrate.
  7. Beccate dei vostri amici bigliettodotati e convinceteli a entrare, uscire con il marchio sul polso fresco e quindi trasferirvelo sul polso, ovviamente al contrario, per la legge della specularità.
  8. Tentennate con loro ridendo e facendo gli scemi proprio davanti all'ingresso, fino a lasciar andare avanti solo loro che vengono bloccati sulla soglia per evidente tentativo di frode (non ho mai scritto nel titolo che queste fossero istruzioni per entrare ai concenti fighi pagando il biglietto in anticipo di mesi). 
  9. Rimanete raminghi davanti alla porta secondaria del buttafuori con occhi tristi e scattini tentennanti ogni 10 minuti. 
  10. Qualsiasi accenno di tentativo di ingresso facciate, mancate completamente di spontaneità e assumete quell'increspatura del labbro tipica del bimbo colto con le dita nella marmellata.
La probabilità che, poche manciate di minuti dopo l'inizio del concerto, qualcuno, probabilmente di sesso maschile se siete femmine, magari di sesso femminile se siete maschi, si stufi di voi è molto, molto, molto alta. 

Quel qualcuno si avvicinerà a voi, vi prenderà per un braccio, vi stamperà il timbro (al diritto) sul polso non timbrato al rovescio e vi butterà dentro. Attività che ad un buttafuori fa bene, perché è un po' come gli esercizi per la schiena, non ci si può piegare sempre in avanti o indietro, bisogna garantire l'elasticità della colonna vertebrale facendo entrambi gli esercizi. 

Dopo l'esercizio, lui/lei si potrà finalmente rilassare e voi potrete beneficiare del vostro gustosissimo concerto gratuito.

martedì 22 novembre 2016

Tutte scuse

Quando qualcuno che ami ti dice
che
si comporta male con te
o è sfuggente con te
o non può stare con te
ma ci tiene,
o addirittura ti ama,

però

è traumatizzato dalla famiglia
è traumatizzato dalla vita
è uno stronzo professionista
non ha capito bene da che parte sta girato
è traumatizzato dalla ex
è traumatizzato dalla fidanzata
è traumatizzato dalla moglie
è traumatizzato dal/la figlio/a
non vuole traumatizzare il/la figlio/a
è confuso
è combattuto
è in lutto
gli è morto il gatto
gli è morto il cane
gli è morto il pesce rosso
gli è morto il licaone d'appartamento
tu sei troppo per lui/lei
c'è il lavoro
c'è la distanza
c'è la nonna moribonda,

ricorda:

sono tutte scuse.

E allora,
se qualcuno ti si presenta dicendo una di queste cose
colpiscilo con tutta la forza che hai sulla fronte
col palmo aperto della mano
urlando SUCA!


Non ci riesci?
Ci stai male lo stesso?
Non ti dimentichi l'individuo?
Non riesci a merdificarlo in nessun modo?
Non puoi?
Non vuoi?
Non puoi E non vuoi?

Allora
mettiti davanti a uno specchio,
colpisci la TUA fronte nello specchio
col palmo aperto della mano
urlando SUCA!

Se spacchi lo specchio
avrai sette anni di guai.

Se ti spacchi la mano
tre mesi di gesso.

In ogni caso,
ti distrarrai.

venerdì 11 marzo 2016

Vademecum: come non dare il tuo numero di telefono mantenendo un certo stile


Quando capita che qualcuno ti chieda il numero di telefono personale e tu non voglia assolutamente concederglielo, potrebbe essere brutto rispondere con un: "Manco per idea".
Il concetto, però, è quello.

Se ti viene chiesto in ambito lavorativo è semplice:

  • "Ecco il mio numero di telefono lavorativo". Se lo hai veramente, puoi dare quello reale. Se non lo hai, te ne inventi uno. Rivedendo l'individuo potrai dirgli di essere stato licenziato in tronco, con ritiro immediato del telefono aziendale e distruzione in acido della sim. Se vedi il personaggio proprio per lavoro, puoi sempre dire di essere stato retrocesso e punito con eliminazione del cellulare aziendale, invece che licenziato, cosa che ha innegabilmente un ottimo effetto su clienti del proprio portafoglio. 
  • "Chiami al centralino e chieda di me". E' un'ottima modalità di evitamento senza apparente evitamento. Serve la fase B della corruzione del centralinista generalmente cieco con fornitura vitalizia di crocchette per il suo cane guida. 
Se ti viene chiesto in ambito non lavorativo, solitamente si tratta o di una persona del tuo sesso che ti trova simpatico e che a te devasta di banalità, o di una dell'altro sesso che ci prova senza speranza e che se avesse il tuo numero potrebbe rischiare di diventare uno stalker. 
  • "Non ricordo il mio numero di telefono a memoria". Ottima scusa se si è in ambito decellularizzato, cosa che capita ormai quasi a nessuno. Se stai facendo jogging curati di non avere il cellulare nel taschino da braccio con Runtastic che ogni km ti aggiorna vocalmente sulle tue performance. 
  • "Eccolo: 347/6547604". Il numero in questione potrà essere di varia origine. 
    • La prima, invenzione pura. Il problema è che magari si becca il numero di qualcuno che esiste veramente, stalkerizzandolo involontariamente. 
    • Per evitare ciò, si può ricorrere (seconda origine) a un vero numero di telefono per i rompiballe. Non so più se c'è ancora l'opzione "ricaricami" o se è un ricordo vintage, ma è bellissimo far parlare qualcuno di banale o noioso con la superficie del tavolo mentre lui spende e tu guadagni. Ideale per ammiratori logorroici poco attenti alle risposte dell'interlocutore. Il numero sarà abbinato a un nome di fantasia che userai solo per i rompiballe. Si creerà un interessante sdoppiamento, da cui fuoriuscirà una parte di te con cui potrai confrontarti in momenti dubbiosi chiedendo consigli. Potrete anche telefonarvi. 
    • Il numero potrebbe essere quello di qualche altro rompiballe che conosci, e che, a sua volta, ti ha chiesto il telefono e a cui avrai dato/darai quello dell'attuale interlocutore, in modo che, comunicando tra di loro, illusi entrambi di parlare con te, i due si ammorbino talmente da elidersi a vicenda, secondo la regola matematica dei due meno che si annullano. 
  • "Eccolo: 347/4556786", quando il tuo numero è 347/5556786. Anche in questo caso, si tratta sempre di falso, rientrante potenzialmente nelle casistiche suddette, ma facilmente ritrattabile in caso di cambio idea, con allegata accusa di scarsa attenzione o ricettività da parte dell'interlocutore. Ideale in casi di dubbia rottura di scatole e alta probabilità di incontro successivo. 
E' sempre bene tenere a mente tutte le strategie possibili, perché, quando l'increscioso evento si verifica realmente, è spesso questione di secondi. Rischi di farti cogliere alla sprovvista, e, per riflesso incondizionato, rispondere davvero il tuo numero di telefono, quello reale, quello dello smartphone che tieni sempre acceso aspettando chiamate che non riceverai mai, perché il tuo numero sarà perennemente occupato dall'ormai sicuro stalker. 
A quel punto non ci sarà che una soluzione. 
Buttare il telefono nella monnezza.
E' ancora vivo. 
Davvero.

sabato 16 agosto 2014

Diritti (e doveri) imprescindibili dell'individuo



Nessuno può pretendere da nessuno di essere amato.
La voce del verbo amare non dovrebbe nemmeno esistere alla forma imperativa nella grammatica.

Ognuno, però, ha il diritto (e avrebbe anche il dovere) di esigere da chiunque che per nessuna ragione al mondo lo si prenda per il culo, nemmeno per un minuto (versione aggravante: per anni), per poi essere gettato nella tazza del cesso come una carta igienica usata e mandato giù con una tirata di sciacquone nei vortici dell'abbandono.

mercoledì 27 novembre 2013

Soluzioni per parcheggiatori smemorati e poco orgogliosi o molto tecnologici

Quando si vive in città si parcheggia nella zona blu in cui si ha il permesso, a meno di non essere così agiati da permettersi un posto auto o addirittura un garage.
Questo fa sì che ogni volta si metta la macchina in un posto diverso.
Le volte si sommano, e se non si usa l'auto tutti i giorni, si mescolano nel nostro cervello come carte da gioco nelle mani di un croupier.
Può capitare, quindi, di aggirarsi per le strade in preda a disperazione da macchina perduta, e addirittura pensare che sia stata rubata.
I più performanti arrivano a denunciarne il furto alla polizia, per poi ritrovarla giorni dopo in una parallela alla via dove abitano.
Un accorgimento utile, soprattutto se si è persone rigorose, è scrivere un sms con l'ultimo luogo in cui si è parcheggiato e salvarlo nelle bozze del cellulare. Il rischio è registrare più sms, con luoghi diversi (ma qui aiuta consultare le date), o, peggio, scordarsi l'ultimo, per andare a cercare il veicolo nel penultimo parcheggio. La probabilità di denuncia di furto è direttamente proporzionale alla fiducia mal risposta nel proprio rigore.
Abbassarsi a compiere un simile atto, però, è un riconoscimento, pur privato, della propria debolezza mentale, ragion per cui molti evitano di farlo, anche se hanno avuto prima o poi l'idea. In fondo ritrovarsi in preda alla disperazione più cupa in mezzo a una strada, con le chiavi in mano e la macchina chissà dove, è un'esperienza che una persona mentalmente performante non si ritroverebbe mai a vivere.

In alternativa alla bozza, potreste sempre utilizzare questo:


 La soluzione è più tecnologica di quella della bozza nel cellulare, e potreste sempre giustificarvi con un "io sono al passo con i tempi" (e per questo spendo 18 euro).
Almeno, per un anno siete tranquilli.

venerdì 22 novembre 2013

Consulenza finanziaria for dummies


Ci sono investimenti ad alto rischio e alto rendimento. Si chiamano investimenti azionari. Dipendono da un sacco di fattori, tra cui i più importanti sono l'andamento delle aziende che fanno parte del paniere in questione e quello del mercato azionario, che, a sua volta, dipende dal comportamento degli investitori, tra cui i cassettisti, che confidano nella buona gestione aziendale, e gli speculatori, che si danno a scommesse sulle quotazioni a volte slegate dalla reale gestione finanziaria aziendale, e piuttosto condizionate da fattori psicologici e d'azzardo. Tutto ciò è molto complicato.
Scommettere bene è difficile.

Una Grande Storia d'Amore con la S e la A mauscole è un po' come un investimento del tipo appena descritto. Altissimo rischio, altissimo rendimento se va bene, grandissima fregatura se va male. Però lo è solo un po'. La differenza cruciale è che, mentre l'investimento azionario dipende da un sacco di fattori difficilmente controllabili dal singolo perchè legati a una miriade di individu e pure al caso, L'investimento GSA è legato a due soli andamenti. Il primo è quello tuo: lo controlli al 100%. E quindi un 50% del paniere ha un controllo del 100%. Dipende solo dalle tue azioni (intese come comportamenti e non come titoli). L'altro 50% dipende dall'altro. L'altro non lo puoi controllare. Puoi influenzarlo un po', ma l'andamento dipende da lui. Però pensaci: sapere che un 50% è sicurissimo perchè controllato da te è una grande affare rispetto a un vero investimento azionario, aleatorio al 100%. Soprattutto pensando che il rendimento, se va bene, non è alto, di più, è così alto che nei secoli dei secoli si sono dedicati tantissimi tempo, pensieri, risorse, scritti, canzoni, poesie solo a questo. Nel 90% degli scritti, canzoni, poesie di che si parla? Della Grande Storia d'Amore (GSA). Mica si perde troppo tempo con chi usufruisce della prostituzione o vive una vita di scappatelle. No, quello c'è, ma è sempre funzionale alla GSA.
E quindi uno, quando pensa come investire la propria vita, cosa sceglie? L'investimento obbligazionario a basso rischio e basso rendimento di una vita di scappatelle? O addirittura si butta sul paniere liquidità della prostituzione? Che poi un certo rischio ce l'hanno pure quelli, se non ci si dà un orientamento preservativo.

Qualcuno dirà: ma io sono furbo, io differenzio il paniere: 33% GSA, 33% scappatelle, 33% prostituzione. Magari anche in proporzioni variabili. Eh no! L'errore è qui. La GSA somiglia, ma NON E' un investimento azionario. La GSA è un investimento che va fatto da solo. Un investimento che somiglia a un panda: è in via di estinzione, e se si decide per il panda, bisogna dedicarci ogni cura, se no si estingue e tanti saluti. Pensaci: ti crei il paniere differenziato. Che succede? Che la percentuale scappatelle e quella prostituzione sicuramente influenzeranno il tuo 50% di quota GSA. Dopo un po', anche l'altro 50% di quota, pure nel caso in cui andasse a gonfie vele, ne risentirà. E così, nell'ambito del paniere, ciò che più avrebbe tirato su il valore va a picco. Ci si dovrà accontentare dei miserrimi rendimenti dell'altra percentuale. Nella più probabile delle ipotesi, ci si ritroverà con un paniere scappatelle + prostituzione, e a lungo andare, con il passare degli anni, il paniere diventerà 100 % scappatelle. Bassissimo rendimento e, con i tempi che corrono, rischio non così basso. Insomma, alla fine, con il paniere 100% prostituzione, si va in bancarotta. Si finisce a nessun investimento, falliti e protestati.

Ora, alla luce di tutto ciò, dimmi tu qual è l'investimento migliore.
E poi agisci di conseguenza.

mercoledì 10 luglio 2013

Identità

"Abbi la tua identità" mi ha detto qualcuno.
"Io ce l'ho" mi ha detto.
E allora io ho chiesto "E com'è?"
Mica mi ha saputo rispondere.

lunedì 21 gennaio 2013

RESISTI

Entro in un ascensore.
Leggo questo cartello:
Mi sa che se resisto 2 giorni chiusa in un ascensore forse miglioreranno il mio gusto e l'olfatto, ma non potrò usare molto il primo.
Se resisto 3 mesi chiusa nel suddetto ascensore sarà chiaro che mi saranno sparite tosse, mancanza di respiro e fatica anche per piccoli sforzi.
Dopo un anno puzzerò parecchio, ma di sicuro non prenderò infarti nè tumori.
Dopo 10 anni troveranno un mucchietto di ossa.

Se fossi molto ricca, in effetti, i miei famigliari avrebbero tanti piccoli vantaggi.
Le donne in gravidanza e quanti non fumano non so.
La mia salute direi di no.

lunedì 23 aprile 2012

Vado al massimo?


Se dai il massimo di te stesso,Inserisci linka te, poi, non rimane niente.
Se non ti rimane niente,
è chiaro che ti senta portato
a prentendere il massimo dagli altri,
in modo che ti ritrovi con qualcosa,
e non con niente.

Se invece dai il giusto di te stesso,
potrai pretendere dagli altri il giusto.

mercoledì 14 marzo 2012

Perchè leggere un mio post quando potete leggere questo?


Invece di stare qui a leggere un mio pessimo post, oggi su questa copertina qui sopra, andate sul sito, ordinate una copia di questo libro e leggetevelo, sperando che vi arrivi per il week end.
Almeno siete sicuri di leggere qualcosa di bello.

venerdì 16 dicembre 2011

Soluzioni anti-crisi

L'altro giorno camminavo smarrita, in un'ora buca alla seconda ora, dopo essermi svegliata all'alba per fare la prima ora, quando mi è sfilata a lato, appiccicata su una vetrina, questa immagine:
e poi questa:


La vetrina era di un parrucchiere.

Ma ora, dico io, è necessario andare dal parrucchiere per avere dei capelli "come se si fosse appena scesi dal letto"?
La risposta è no.
Basta scendere dal letto
Non pettinarsi.
Uscire.

Semplice.
Rapido.
Gratuito.