LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 30 agosto 2013

Il senso sottovalutato

Uno non ci pensa, ma in questa società si usa tanto la vista, si parla un sacco di cibo, si ascolta (o perlomeno si dovrebbe...diciamo che si sente) tanto perchè tutti hanno sempre qualcusa da dire, si vuole toccare con mano, come San Tommaso, ma l'olfatto non lo considera nessuno.
Alcuni lo relegano anche a mezzo senso, da allagersi al gusto.
E invece no!
L'olfatto è un senso importante, e meno la gente lo considera, più potrebbe essere interessante capitalizzarci su.

mercoledì 28 agosto 2013

Idee imprenditoriali morbide e inebrianti


Parlavo con gente che diceva che la pecora che produce la lana per il cashmere esiste solo nel Kasmir, e che è impossibile che viva altrove.
E allora io già pensavo di esportare la famosa pecora, di  fare un gregge qui in Italia, a Torino, e di mettermi a fare sciarpe maglie vestiti in cashmere, ché in questi periodi bisogna inventarsi qualcosa caso mai si rimanesse senza lavoro. Mi chiedevo anche perchè non fosse stata esportata prima. La gente diceva che anche la tequila è ricavata da un cactus che cresce solo in Messico. Allora già mi vedevo a ottimizzare, a creare una serra con tutti i cactus in cui ricoverare le pecore di notte. Ma anche lì, diceva la gente, il cactus della tequila è inesportabile.

Poi ho controllato su internet. Il cashmire non è ricavato da una pecora, ma da una capra. E' possibilissimo che questa capra viva altrove, in quanto lo fa, anzi, vive talmente altrove che è entrata nella top hundred delle specie aliene più dannose al mondo. I marziani non sono inclusi, probabilmente perchè non sono dannosi o perchè non sono così dannosi come la capra e gli altri novantanove che le fanno compagnia. Anche l'uomo non compare. Strano. Forse è perchè la lista è stata stilata dall'uomo e non è oggettiva. Pure la tequila, poi, non si fa con un cactus, ma con l'agave blu, anch'essa diffusissima in tutti i climi tropicali. Forse nei climi tropicali diversi dal Messico la gente è pigra, non ha voglia di mettersi lì a distillare una pianta, ma potrebbe. A questo punto potrei pure io, potrei piazzare la serra con le agavi, che non sono nemmeno dannose, e metterci a dormire la notte le capre hircus, che sono dannose, ma sicuramente lo sono meno di me quando svolgo il mio attuale probabile(?) lavoro di insegnante di sostegno. In questo modo, cambiando attività, riequilibrerei il danno sul pianeta a favore della futura situazione invece che dell'attuale.
Potrei, ma non lo faccio.
Non lo faccio perchè lo fanno già in troppi.
Aspetto l'idea geniale e isolata, e nel frattempo continuo a verificare che la gente che mi racconta cose non dica troppe cavolate.

lunedì 26 agosto 2013

Aerodinamica delle teste pelate


C'è un fenomeno alquanto strano ma di rilevante intensità.
L'ho notato dopo ripetute osservazioni negli anni, quindi non è una cosa campata in aria.
Il fenomeno è che la gente pelata va in bici senza casco molto più della gente con i capelli. Mi riferisco alla bici sportiva, non al graziellone che si usa per girare in città.

Ora, uno si chiede perchè questo accada.
Se uno cade senza capelli si fa addirittura più male di uno che cade con i capelli. Bob Marley redivivo che cade dalla bici non si fa mica tanto male, con tutto quel cespuglio ad ammortizzare. E invece quelli come Bob Marley generalmente hanno anche il casco.
Tra l'altro, se uno ha i capelli e si mette il casco se li schiaccia tutti. Quando se lo toglie, anche Bob Marley ha i capelli a forma di cranio, tutti schiacciati. Come minimo se li dovrebbe lavare dopo ogni volta che usa il casco. Il pelato no, lui non ha nemmeno quel problema.

E allora perchè va senza casco, mettendo a repentaglio la propria vita e senza nemmeno il rischio di mettere a repentaglio la propria capigliatura, essendone sprovvisto?

Io una risposta me la sono data: forse la gente crede che il casco serva per essere più areodinamici, e non pensa minimamente al fatto di poter cadere e spaccarsi la testa. Sembra strano, ma notando che gli uomini si depilano perfino le gambe per esserlo, non c'è da stupirsi di nulla. E poi, i fanatici pesano le bici. Devono avere tutto in carbonio, anche il sellino, che sembra di sedersi su una pietra.
Il casco pesa.
Anche i capelli pesano.
Forse i pelati non sono veramente pelati.
Sono persone attente al peso.
Che si depilano gambe e testa.
Perchè in bici, per la performance, il peso è tutto.

venerdì 2 agosto 2013

Post-it banalissimo sulla molteplicità di mondi

E' banale, ma preferisco fare un post-it, tanto per ricordarlo, ché a volte si dimenticano proprio le cose più banali.
C'era un amico che mi diceva: "E' fuori dal mondo", parlando di qualcun altro.
Ma da che mondo?
Esiste un mondo?
Il mondo esiste solo nella misura in cui lo vediamo, e ognuno di noi lo vede in un modo diverso, ragion per cui esistono mondi diversi a seconda degli occhi di chi li guarda.
Non esiste un mondo non guardato. Non esistono un mondo vero e uno falso.
Esistono solo mondi grandi e qualificati in misura di quanto in là e come li vede ognuno di noi.
Dato che la libertà non esiste, e, anche se esistesse, non sono sicura che sarebbe così magnifica come ci si vuol far credere, molte persone vedono le cose in modo simile. Questo è dovuto al fatto che si creano gabbie comuni con gli altri.
Pensate ai mondi in un'ottica insiemistica. Molti sono intersecati tra loro, molti sono concentrici. Pochi mancano di intersezioni. Nella nostra mancanza di libertà, manchiamo anche di originalità, forse perchè alcuni condizionamenti mentali sono funzionali alla nostra sussistenza al mondo (anzi, ai mondi), sicuramente perchè i mondi che ci siamo creati sono simili in simili aggregazioni umane, che si creano leggi e regole comuni.
E così, crediamo di essere alternativi, ma non lo siamo granchè, in quanto molti vedono il mondo in modo simile a come lo vediamo noi, eppure al tempo stesso lo siamo abbastanza, in quanto il mondo esattamente come lo vediamo noi non lo vede nessun altro.
Quindi ricordiamolo sempre:
siamo simili a molti
ma uguali a nessuno.