LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 29 aprile 2022

Ceci n'est pas un vélo

La gente ha strane convinzioni sulla ciclabilità urbana.

Il casco, ad esempio, non è un copricapo da appoggiare con la massima delicatezza su una capigliatura messinpiegata di fresco, allacciato mollemente sotto il mento, o anche slacciato. Quella roba lì, oltre a schiacciare comunque i capelli, non serve veramente a nulla, se non proprio a ripararsi da un vaso che cada sul cranio in modo perfettamente centrale e perpendicolare al suolo. Ogni altro incidente lo scalza e produce l'effetto che era deputato a sortire. 

Se si è senza capelli, non vuol dire che la propria testa abbia già le sembianze di un casco, e quindi ce ne si possa esimere, valutando il livello di ipovisione dei vigili delle zone in cui si passa, in vista di un eventuale futuro obbligo di casco in bici. Ma dei ciclisti pelati senza casco ho già parlato

Un altro fenomeno curioso è l'utilizzo della pista ciclabile. A parte il banalissimo  impiego come parcheggio per automobili e camion che scaricano merci, e lo scontato utilizzo della pista come marciapiedi, lasciando il marciapiedi libero, caso mai qualche ciclista volesse usarlo, c'è una serie di convinzioni da smontare:
  • il cane non è una bicicletta: sembra scontato, ma non lo è. Molti padroni di quattrozampe, camminando sul marciapiedi, li pascolano proprio sulla pista, tendendo un simpatico guinzaglio tra loro e l'animale da compagnia. Proporrei, se si fosse persone arrabbiate con il mondo, di usare, al posto del guinzaglio, un filo da pesca, per affettare malcapitati ciclisti tipo fetta di polenta taragna;
  • il trolley non è una bicicletta: si assiste a scene simili a quelle canine, ma al posto del cane c'è un trolley. E' vero, il trolley ha le ruote, si avvicina di più a una bici rispetto al quadrupede, ma rimane comunque un altro tipo di oggetto, peraltro nemmeno deputato a mezzo di trasporto;
  • la sedia a rotelle non è una bicicletta: sia che la persona ivi seduta guidi da sola il mezzo, sia che si faccia spingere da un altro essere umano, anche la sedia ha le ruote ma non è una bici;
  • avere il bastone e più di ottantacinque anni non trasforma in biciclette: la cataratta, però, può essere una scusa plausibile;
  • scooter e motorini non sono biciclette, ma su quello sono d'accordo anche i vigili, quelli ipovedenti di cui sopra;
  • l'utilizzo di uno smartphone non fa diventare persone in bicicletta. E può nuocere gravemente alla sopravvivenza e integrità in ambiente urbano;
  • la pista ciclabile non è un salotto dove chiacchierare amabilmente per non ingombrare il marciapiedi, però può essere un buon posto per parlare con qualcuno che sta molto antipatico, pronti a saltare via all'arrivo di un ciclista ai 30 all'ora. 
Corollario: la casa avanzata non è né un appartamento avariato né un luogo dove mettersi per fare la gara a chi parte prima al verde del semaforo in macchina, ma un'area dove i ciclisti dovrebbero potersi piazzare per evitare di aspettare al semaforo respirando le emissioni dei tubi di scappamento delle auto e partire prima di loro allo scattare del verde. 

domenica 10 aprile 2022

Vivi il sogno

Un sacco di pubblicità di cose varie, ma tutte presunte fighe, tipo viaggi TV abbonamenti auto, propongono lo slogan "vivi il sogno".

Ma siamo sicuri di voler vivere i sogni? 

Io, francamente, i miei sogni, anche no. 

Manco per sogno.