LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

martedì 28 gennaio 2014

Assuefazione

Nella vita ci si assuefà
al brutto
e
anche al bello.
E' un po' come quando
uno non è tanto in quadro
e deve prendere degli psicofarmaci.
Se li prende a lungo si assuefà.
Nella vita
il brutto
e anche il bello
sono un po' come
gli psicofarmaci.
Ti regolano l'umore,
sul cattivo
e sul buono.
Dopo un po' che li prendi,
però,
sono come gli psicofarmaci:
creano assuefazione.
E allora forse
è per questo
che la vita
ci alterna
a suo piacimento
bello e brutto.
Fa i suoi dosaggi
da strizzacervelli.
Noi non possiamo scegliere,
ma invece di assuefarci
al solo brutto
o al solo bello
ci rallegriamo
e ci disperiamo
a ondate alterne,
che è sempre
meglio
che ANNOIARSI.

giovedì 23 gennaio 2014

ASSICURAZIONE INAIL: LUSSO PER POCHI PROF

Oggi faccio un post di informazione pura e semplice su una questione che tutti dovrebbero sapere e che, a quanto pare, pochi sanno (e vogliono sapere):
 
Gli insegnanti, al pari degli altri lavoratori, sono assicurati all'Inail se rientrano nel campo di applicazione della tutela così come individuato dagli articoli 1 e 4 del Testo Unico del 1965, in particolare:
  • se per lo svolgimento della loro attività fanno uso di macchine elettriche (video-terminali, computer, fotocopiatrici, videoregistratori, mangianastri, proiettori ecc.), ovvero se frequentano un ambiente organizzato ove sono presenti le suddette macchine;
  • se, come dettato dalle ipotesi particolari previste dagli articoli 1 punto 28 e 4 punto 5 del T.U., sono direttamente adibiti alle seguenti attività:
                          - esperienze tecnico-scientifiche
                          - esercitazioni pratiche
                          - esercitazioni di lavoro.
 
Si precisa che con l’espressione esercitazione pratica, nella quale è insito il concetto ripetitivo di esercizio, si intende l’applicazione sistematica, costante e cioè non occasionale diretta all’apprendimento. All’ esercitazione pratica sono state assimilate l’attività di educazione fisica, svolta nelle scuole medie superiori ed inferiori e quella ludico-motoria praticata nelle scuole elementari e materne.

QUESTO SIGNIFICA che gran parte dei prof, se hanno un infortunio, devono mettersi in mutua.
Se precari, nel giro di un treinnio dal primo giorno di assenza, saranno pagati il primo mese, poi al 50% fino al terzo, quindi sarà mantenuto il lavoro fino al nono, poi tanti saluti!
Se di ruolo, 18 mesi + 18 con lavoro mantenuto ma senza stipendio, sempre nell'ambito di un triennio dal primo giorno di assenza. Mi pare di capire che poi, rinnovandosi il triennio (equivalente a 18 + 18 mesi), a loro il posto di lavoro venga conservato.
Invece con l'infortunio non solo si è pagati, ma quei giorni non rientrano nel computo del massimo di assenza nel triennio, e se uno è precario e gli scade il contratto, questo dev'essergli allungato fino alla fine dell'infortunio.
CAPITO CHE DANNO NON ESSERE ISCRITTI ALL'INAIL???
Se cliccate qui, c'è il vademecum sulle assenze per malattia (ovvero quanto ho scritto per la mutua).
Se lo si dice in giro per le scuole (provateci e vedrete):
a) molti se ne sbattono (dicendo tanto a me non succede, oppure "tu dici castronerie", ma mica vanno a controllare!
b) altri dicono che conscono prof di italiano o simili che hanno avuto l'infortunio...Perchè questo accade? Perchè quando l'INAIL manda a chiedere alla scuola se il docente svolga costantemente esercitazioni pratiche alcune segreterie dicono di sì per fargli avere l'infortunio, ma de iure non sarebbe corretto dirlo per docenti che in realtà stanno in classe (e questo potrebbe significare che l'impiegato della segreteria si accaparri il rischio di dichiarare il falso per salvare le chiappe a un docente...quanti sono disposti a farlo? E perchè?) . Quando la segreteria dice la verità per un docente di italiano o filosofia o una materia in cui di solito si sta in classe, questo perde l'infortunio.
c) alcuni dicono che cmq sono tutti assicurati per l'infortunio in itinere, e che la differenziazione avviene solo per gli incidenti dentro la scuola. Questo non ha senso, perchè o si è assicurati, o non lo si è. L'infortunio in itinere è una tutela che si è allargata negli anni sempre legata alla stessa iscrizione all'INAIL. Non è che si iscriva un prof per l'itinere escludendogli l'infortunio a scuola.

Certo che ci si sente presi in giro a pensare che se si è prof di sostegno, educazione fisica, itp ci si può "tranquillamente" far asfaltare mentre si va a lavorare o schiantare sulle scale della scuola inciampando, mentre un altro prof corre seri rischi, maggiori tanto più è grande l'infortunio!!!!
A QUESTO PUNTO IO MI CHIEDO: 
PERCHE' NESSUN PROF O QUASI E' AL CORRENTE DI QUESTA MOSTRUOSITA'? 
E PERCHE' LA GENTE NON CI CREDE? BASTA LEGGERE LE LEGGI...E' VERO, SEMBRA FANTASCIENZA, MA A VOLTE LA REALTA' SUPERA LA FANTASIA!

venerdì 17 gennaio 2014

Avere i rulli sugli occhi


Quando vai al ristorante cinogiapponese con rullo, c'è un tappetino scorrevole (detto per l'appunto rullo) che conduce a spasso per il locale piattini con vario contenuto, coperti per mantenere il calore da coperchietti trasparenti in plastica.
Uno volta i colori del piatti indicavano il prezzo di quel che si mangiava. Ora, con la crisi, molto spesso si tratta di un'alternativa al buffet, in occasione della quale ci si strafoga di cibo a prezzo fisso e spesso irrisorio. Uno pensa che meraviglia, non vado a toccare quelle posate toccate da tutti come al self service e spendo un tubo abbuffandomi (di glutammato).
Solo dopo innumerevoli pasti glutammatici a pochissime persone comunemente definite dalla società bacate può venire in mente questa fatidica domanda: ma che se ne fanno dei coperchietti dismessi da me in copiosa e torriforme quantità? Semplice: vengono rimessi sui nuovi piattini e tornano a circolare sul rullo. Qual è il problema? Mica si pretenderà che vengano buttati. Questo non si pretende, ma non è così immediato nemmeno dedurre che con ogni probabilità nessun cinogiapponese si prenda la briga di lavarli prima di rimetterli su altri piattini, destinati a chiunque li carpisca nel loro giretto per il ristorante. Al che ci si renderà ben facilmente conto che il fatto che il vicino si sia lavato o meno le mani dopo essere andato in bagno, in cui può aver prodotto la liquida o la solida, in caso di donna essersi cambiata l'assorbente, interno o esterno, diventi affar nostro. Generalmente al ristorante ce ne freghiamo di ciò che fa il vicino. E invece qui, al cinogiapponese rulloso, se non prendiamo una gastroenterite per ciò che mangiamo, corriamo il rischio di prenderla anche a causa delle abitudini igieniche di tutti i clienti copresenti. La cosa avviene in modo così sottile e subdolo che è ben difficile che ce ne accorgimo. Veniamo per questo indotti a fregarcene del comportamento del prossimo, come accade ben sovente nella vita quotidiana.
E così il cinogiapponese con rullo diventa metafora della socità civile, ristorante dove molti toccano lo stesso coperchio lasciandovi tracce più o meno pure a seconda della propria condotta igienica e non si rendono conto di ciò che sta accadendo.
Se uno se ne accorge come può comportarsi? O adotta un sistema, dopo attento studio statistico, per toccare i coperchietti nei punti di meno probabile contatto generale, oppure utilizza uno strumento tipo le bacchette per toglierli. Tutti questi comportamenti appariranno da pazzi agli occhi dei presenti, che preferiranno continuare a comportarsi come sempre: considerare il proprio tavolo e i propri coperchietti come se fossero affar loro e solo loro, e i vicini di tavolo come persone lontane anni luce, di cui fregarsi, e totalmente ininfluenti sulla loro vita.

mercoledì 15 gennaio 2014

Post per raggranellare tantissimi commenti furiosi e auguri di morte dagli animalisti



Nell'ultimo film di Virzì, basandosi su dati reali e non inventati, si può vedere come venga calcolato economicamente il valore di un uomo. Per quanto si possa essere idealisti, legati al valore affettivo, al di fuori dalle logiche della società in cui si vive, bisogna amaramente constatare che in questa società viviamo, e quindi conviene conoscerne le regole. Quindi tutto ha un prezzo, anche un uomo. Non è solo un modo di dire: esiste proprio un algoritmo che ne stima il valore economico in € (o nella divisa che preferite, basta fare la conversione).Questo dice Virzì, che si sarà ben documentato per fare il film e dire ste cose nelle interviste. Quindi poniamo che Virzì abbia ragione.
L'esempio che possiamo vedere nel film è un cameriere con una moglie e mi pare un figlio, con una vita pressochè normale, quella di tanti di noi. Il suo valore è stimato a circa 200.000 €.
Ora, un uomo che vale 200.000 € secondo un'assicurazione (non intendo dire che io sia d'accordo con l'idea di prezzare un uomo, riporto dati), se prende una congiuntivite va all'ospedale oftalmico e paga 45 € (vita vissuta). Per toglierci di torno la scomodità del fatto che parte di questa visita è pagata sotto forma di tasse, ipotizziamo una visita da un oculista privato bravo e caro: 200 €. Esageriamo: 300 € per una congiuntivite.
300 : x = 200.000 : 100 è una semplice proporzione che ci permette di trovare il rapporto tra valore dell'uomo e prezzo della sua visita. La x assume valore 0,15. La visita dell'oculista carissimo costa quindi lo 0,15 % rispetto al valore totale dell'uomo.

Quanto costa un criceto russo? Il criceto che io compro per tenerlo in gabbia (cosa tra l'altro di discutibile animalisticità per quanto grande sia quest'ultima, in quanto se uno è davvero animalista l'animale vuole preservarlo nel suo habitat...cioè nella steppa o nel deserto russo, senza ingabbiarlo e renderlo necessariamente dipendente da un padrone, ormai inabile alla vita a cui la sua specie è destinata dalla natura) ha un valore, inteso come prezzo che pago al negoziante, dai 5 agli 8 €. Come prima, esageriamo e prendiamo come valore 8 €. Se un criceto russo prende la congiuntivite, stesso episodio occorso all'uomo da 200.000 €, il veterinario prende 40 € per la prima visita, 40 per quella di controllo, e il collirio costa 15 €. Poniamo pure che uno faccia solo la visita da 40 € e escludiamo la spesa per il collirio (che anche per l'uomo sarà a parte).
Torniamo alla nostra equazione:
40 : x = 8 : 100
In questo caso la x vale 500. La spesa per il criceto è il 500% del suo valore economico.
Insomma, è come se quell'uomo là andasse dall'oculista e questo gli presentasse una fattura di 1.000.000 €.

E con ciò concluderei: fate molta attenzione se decidete di comprare un criceto russo.
Un criceto russo è come una stampate: costa pochissimo, ma i costi accessori ti svuotano le tasche.
E' la legge dello spostamento del core business.
Dura realtà, ma realtà.

lunedì 13 gennaio 2014

Le terme d'inverno con la piscina all'aperto quando fuori si gela



ti si stacca il cranio dal gelo
ti vanno in ebollizione i piedi

fa piacere godersi una nuotata nella vasca esterna delle terme quando fuori si congela il pensiero

(dedicata a MdM)

giovedì 9 gennaio 2014

Di default

La cameriera al pub si avvicina al tavolo per raccogliere le ordinazioni.
Le viene chiesto se le patatine fritte, che campeggiano su tutti i tavoli, siano DI DEFAULT.
La cameriera strabuzza tanto d'occhi, e chiede cosa significhi la parola arcana.
Le viene spiegato che vuol dire che le patatine sono messe su ogni tavolo, incluse nel servizio.
Lei si ringalluzzisce tutta, e, da quel momento,
a ogni avventore comunica che le patatine sono DI DEFAULT.

Si fa più lezione nei pub che a scuola.

mercoledì 1 gennaio 2014

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