LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

sabato 30 maggio 2009

Divertire per lavoro

E' fantastico notare quanto possa essere poco divertente il lavoro di far divertire la gente.

Io, però, preferisco cercare di far divertire me stessa con il fai-da-te!

Peccato che, non potendomi retribuire da sola, debba andare a lavorare pure io.
Da lunedì vi scriverò in diretta live (se potrò) da un hotel francese dove farò la receptionniste.
Se mi rimarranno energie, mi studierò qualche bel tag sugli avventori alberghieri.
Ciao a tutti.

venerdì 22 maggio 2009

Il primo giorno della nuova vita

Ieri notte non dormivo, perchè era la vecchia vita.
Oggi, primo giorno della nuova vita, non ho dormito...sarà stata l'emozione della nuova vita.
Stamattina mi sono alzata e sono andata davanti allo specchio: sempre i soliti 13 capelli bianchi...cavolo...credevo che nella nuova vita avrei avuto tutti capelli marroncini, o almeno 26 capelli bianchi. Invece no, sempre tutto uguale a prima: stessi occhi, stessa bocca, naso sempre uguale.
Sarà che sono ancora suggestionata dalla vita vecchia.ù
E poi, cambia la vita, mica cambio io.
Ora vado a Minorca, tanto per vedere se là qualcosa inizia a cambiare.
Poi, vi farò sapere!

giovedì 21 maggio 2009

C'è scrittore e scrittore (dialogo tra "scrittore" e "e scrittore")


L'altro giorno ero lì, in casa mia, che mi ingobbivo su un libro.
Ad un certo punto mi sono sentita fare "toc toc" sulla spalla.
Mi sono girata e dietro di me c'era Leopardi.
- Ciao, sono Giacomo.
- Ciao, lo so, non hai bisogno di presentazioni.
- Tu invece sì, hai bisogno di presentazioni: chi diavolo sei?
- Ah, io sono Mattea. Guarda che ho anche un blog, mica sono così sconosciuta: ho circa 50 lettori.
- Senti, Mattea, non hai mica da accendere?
- Ma tu, Giacomo, tu fumi?
- Sì, io fumo.
- Ma non lo sai che fumare fa male? Guarda, c'è anche scritto sul tuo pacchetto: il fumo uccide!
- Tanto sono già morto.
- Ah.
- E poi, anche non fossi morto, direi che fumare non cambierebbe molto il mio stato.
- No, in effetti no.
- Allora, hai da accendere?
- No, io non fumo. Se vuoi, però, puoi attaccarti al fornello della cucina.
- Va beh, vah, chiederò a qualcun altro. Ciao eh.

mercoledì 20 maggio 2009

In bocca al lupo tra ex coinquiline

Tempo fa avevo una coinquilina. Si dà il caso che la coinquilinaggine sia coincisa con il periodo universitario di entrambe e che, per scherzo, la prima volta che ho dato un esame, lei mi abbia augurato "Spaccati una gamba". L'esame andò bene. Da quel giorno, ogni volta che davamo un esame, ci preparavamo auguri di catastrofi immani, e generalmente passavamo gli esami.

Dato che ad un certo punto lei ha smesso di dare esami, ma io no, ora le dediche me le fa solo più lei. Generalmente in un sms. Ma, per la fine di questa S.I.S., ha pensato bene di prapararmi non un sms, non due sms, non tre sms, ma una mail chilometrica!!!

L'ho trovata molto caruccia, nel suo genere. Per questa ragione, la condivido con voi, oggi, primo giorno dello scritto di uno degli esami più importanti della mia vita, il che giustifica la mail più lunga della vita dei nostri "in bocca al lupo" .

Eccola!

C’era una volta, in una gioiosa e abbastanza grigia città del nord d’Italia, una ragazza: Mattea.
Già dal nome si poteva immaginare che qualcosa di strano sarebbe successo nella vita della giovane (ormai neppure più tanto giovane, il tempo passa per tutti), ma mai quanto avvenuto realmente.
Tralasciando i primi 29 anni della sua, comunque ricchi di eventi strambi, irripetibili nella storia dell’umanità e irraccontabili, arriviamo al giorno 20 maggio del 2009, data ormai storica negli annali di tutte le nazioni, per riassumere brevemente gli avvenimenti del giorno.

Ore 8.00
La ragazza, dopo una notte insonne e agitata, si sveglia. Oggi ha un esame importantissimo, deve essere al massimo della forma mentale e fisica!
Pensando, come al solito, di ritrovarsi con un aspetto normale (che di normale ha già poco, ma facciamo finta che sia così, non si può infierire ulteriormente sulla storia), si alza e inizia con la giornaliera ginnastica del risveglio: pesi con bottiglie di plastica riempite di sabbia. Ed ecco che, dopo pochi secondi di esercizio, si rompono i legamenti del braccio destro. Oh nooooo, come farà adesso? Beh, per fortuna è mancina: “No problem”, pensa subito, “il dolore si cura e posso scrivere lo stesso”. Così, ecco che si fa una bella iniezione di cortisone (ovviamente, chi non ha sempre in casa siringhe di cortisone?) e il dolore passa immediatamente.


Ore 8.30
Rinvigorita dal cortisone e felice dell’inaspettata fortuna (poteva farsi male al braccio sinistro!), decide di fare colazione: non si può affrontare una giornata con lo stomaco vuoto!
Mette il bricco dell’acqua sul fornello, cerca di accendere il gas e puffffff, si incendia tutto: bricco, cappa, mobili a fianco della cappa e … i capelli!
Presa da panico e con i capelli in fiamme, corre in bagno per mettere la testa sotto l’acqua ma, nella folle corsa al lavabo, si inciampa nelle ciabatte lasciate disordinatamente sul pavimento: batte la testa sul lavello e nella caduta si lussa la spalla destra. Sempre con i capelli in fiamme si rialza, apre l’acqua del rubinetto, si tuffa con la testa sanguinante sotto l’acqua ma … sbatte il naso sul rubinetto. Perdindirindina, si è rotta anche il naso la povera ragazza!

Ore 9.00
Distrutta dal dolore, Mattea, riesce, senza ulteriori danni, a vestirsi.
Ovviamente ha la faccia irriconoscibile, tutta gonfia per il naso rotto, la testa con un bozzo enorme viola e il braccio destro a penzoloni: tra legamenti e spalla è ormai fuori uso.
Non può comunque pensare di non andare all’esame, è troppo importante.

Ore 10.00
Mattea si reca alla fermata dell’autobus: troppo pericoloso pensare di andare in bici con il suo braccio!
Mentre aspetta l’autobus, tranquilla e persa nel suo dolore fisico, non si accorge che, nel trambusto del traffico mattutino, una moto perde aderenza in strada e … le finisce dritto dritto addosso!
Ma non è nulla, Mattea è “una dura”, ha soltanto una caviglia rotta in più ora, poco più di quello che già aveva!

Ore 10.15
Finalmente arriva il pulmann: l’autista, vedendo la giovane, inizialmente si rifiuta di farla salire. Per lo stato in cui si trova, appare una poco di buono. Dopo varie insistenze riesce comunque a salire. E il pulmann la porta, indenne, fino alla scuola.

Ore 11.00
La fatidica ora dell’esame. Mattea si avvia alla sua sedia (sotto gli sguardi frastornati dei suoi amici e dei professori) e si siede. Ma nooo, la sedia cede sotto il suo dolce peso. Questo è il colpo finale: si è rotto l’osso sacro.
Mattea non ce la fa: sviene.

Ore 12.00
La ragazza viene trasportata all’ospedale: NON E’ RIUSCITA A DARE L’ESAME e ha perso due anni della sua vita.

martedì 19 maggio 2009

Ditemi ditemi


In questi giorni sarò un po' occupata a terminare la mia quarta vita, quella iniziata qui, anche se in quel momento avevo sbagliato colore.

Prima di iniziare la mia quinta vita, che sarà piuttosto breve ed esterofila (spero di riuscire comunque a raggiungervi da qualche pc connesso per allietarvi con i miei fantastici post), andrò in vacanza per una settimana. Dal 23 al 30 maggio non pensate di leggere post nuovi, quindi.

Nel frattempo, casomai fossi impegnata in coma etilici o altre amenità del genere nei prossimi giorni, vi creo un'occupazione: commentare qui sotto

QUALI/QUAL SONO/E' I/IL MIEI/MIO POST CHE VI PIACCIONO/PIACE DI PIU'.

Così mi regolo, perchè per ora so solo quali sono quelli che piacciono A ME, e la cosa mi pare incompleta.

lunedì 18 maggio 2009

Scrittori-fiume e scrittori-argine

Ieri ero al salone del libro di Torino.
Sono andata a un incontro con Antonio Scurati.

Io, Antonio Scurati non l'avevo mai visto. Però avevo letto un suo libro che mi era piaciuto molto.

Sono entrata nella grande sala conferenze e mi sono seduta nei sedili dietro.

C'erano due tizi seduti a un tavolo, uno con i capelli bianchi e uno con i capelli neri.

Quello con i capelli neri parlava.

Ho detto, eccolo là, il nostro Scurati.

Poi il presunto Scurati ha iniziato a dire "Scurati scrive, Scurati dice".

A che mi è soto il dubbio di aver commesso un errore di presunzione.

Ho chiesto alla vicina di sedia se sapesse indicarmi Scurati, e lei mi ha detto che non ne aveva idea.

Mi è perfino sorto il dubbio che Scurati proprio non ci fosse, dopo tre quarti d'ora che il nerocapelluto parlava di Scurati.

Sopra la sua testa nera campeggiava la copertina del libro nuovo di Scurati, che dovrebbe avere intorno alla 40ina. Il biancocapelluto mi sembrava troppo biancocapelluto per avere 40 anni. Il nerocapelluto non era Scurati. Mah.

Dopo tre logorroici quarti d'ora, il nerocapelluto ha dato la parola al biancocapelluto, che invece era proprio Scurati. Scurati ha parlato per dieci minuti, in cui ha detto chiaramente e anche pittorescamente quello che doveva dire.

Poi, al nerocapelluto è venuta l'idea di porgli una domanda.

Ha iniziato a porla alle 15,40.

Ha finito di porla alle 16,10.

Risposta, sempre chiara e pittoresca, della durata di cinque minuti.

Poi, il nerocapelluto ha iniziato a porgere un'altra domanda.

Mi sono alzata e sono andata via.

Uscendo, ho lanciato uno sguardo al programma affisso su un maxischermo all'ingresso.

Il nerocapelluto era Veronesi.

venerdì 15 maggio 2009

Dubbi eremitici sulla programmazione dei post


In questo blogspot c'è una perversione: la possibilità di programmare i post.

In pratica, uno potrebbe prepararsi in un mese 800 post, e programmarli uno per giorno, per 2,19 anni. Il che può essere confortante per una persona assillata dalla programmazione, ma anche un po' alienante per i lettori e per lo stesso blogger.

Certo, se uno va a vivere su un eremo disconnesso per 2,19 anni e non vuole perdere visitatori, può affidarsi alla programmazione. Anche se mi domando perchè un eremita possa tenere a mantenere un certo numero di visite sul suo blog. Se proprio si tratta di un eremita filantropo, potrebbe sempre prendersi uno di quei cellulari connessi tramite satellite, e postare anche dalla cima dell'Hymalaia. Se è un eremita misantropo, è inutile che posti. A dire il vero Leopardi non sarebbe d'accordo con questo post. Sicuramente mi farebbe un commento (almeno lui!), se fosse vivo, scrivendo che si può essere misantropi solo stando tra la gente, e che quindi un eremita non potrebbe mai esser misantropo a lungo. Il che implica che, prima o poi, il blogger eremita vada comunque a procurarsi un bel palmare connesso tramite saltellite, magari ordinandolo per posta e ricevendolo direttamente nel suo eremo da un fortunato spedizioniere TNT. A quel punto, nel caso in cui avesse programmato una serie di post per 2,19 anni, rivedendo il suo blog all'1,34esimo anno, si chiederebbe: "Ma chi è sto pirla che ha scritto ste robe"?

giovedì 14 maggio 2009

Davantini e affini


Oggi vorrei parlarvi di un oggetto di tortura che ritengo noto a pochi, per fortuna dei molti restanti: il davantino.

Ho provato a inserire la parola in google images, ma non è uscita nessuna foto di quello che io ricordo.

Forse io ho nella mente un davantino speciale, il davantino di mia nonna, quello che lei creava in esclusiva per me e solo per me. Trattavasi di un colletto, del tutto identico a quello di una camicia. Anzi, più che essere identico, ERA il colletto di una camicia. Il pazzesco iniziava sotto il colletto. Il davantino, come lo conoscevo io, infatti, era SOLO colletto, senza la camicia sotto.

Si trattava di un artifizio creato ad hoc per illudere la gente: tutti pensavano che avessi la camicia, invece io avevo il colletto e basta. Il problema, però, era il "e basta". Il "e basta", infatti, non poteva essere del tutto incorporeo, altrimenti come faceva il colletto a stare al suo posto? Mia nonna, che la scema a volte fa, ma scema non è, si era inventata tutto un sistema di listelle di camicia incrociate e abbottonate, che mi inchiodavano il busto come la maschera del silenzio degli innocenti. Quando inspiravo, rimanevo filettata dai laccetti a mo' di salame poco stagionato; quando espiravo, in trasparenza sotto la maglia, si vedeva che avevo una qualche impalcatura strana.

Ciò ha portato la gente a pensare che fossi priva di colonna dorsale e dotata di un aggeggio sostitutivo, o che, perlomeno, avessi gravi problemi al busto.

Quando mi sono liberata del davantino, dopo aver dato al rogo tutta la mia innumerevole collezione autunno-inverno e primavera-estate, ho sempre messo i maglioni direttamente sulla pelle. Senza colletti.

Poi, dopo irritazioni varie, mi sono convertita al canottierone di lana o cotone a seconda delle stagioni.

Bianco.

Un giorno una tipa, intravedendolo sotto la maglia, mi ha chiesto se avessi il busto.

Ho cambiato colore.

Ora lo porto nero.

mercoledì 13 maggio 2009

Consigli per gli scherzi cattivi


Se avete deciso, per fare uno scherzo cattivo a qualcuno di abbastanza detestabile, di sbriciolare con le vostre stesse mani 23 peperoncini piccanti nel suo piatto di pasta, evitate di sfregarvi gli occhi dopo.

martedì 12 maggio 2009

Gomitoli


A ognuno è dato un gomitolo.
Deve tenerselo per tutta la vita.
C'è gente che lo tiene bello raggomitolato, con tutti i fili dritti, e lo chiude in una teca in vetro. Ogni tanto lo guarda, e lo trova bellissimo, così ordinato.
Qualcuno lo sgomitola piano piano, ricordando com'era raggomitolato, sta attenta a non incrociare i fili, e, se e quando vuole, riesce a riaggomitolarlo più o meno com'era in origine.
Altri, invece, ci giocano, lanciandolo per aria, facendolo rotolare (e intanto srotolare) per terra, giù da pendii e facendolo rimbalzare su pareti. Alla fine trovano il filo tutto annodato, e non riescono più a farne un gomitolo normale.
Alcuni di questi decidono di tagliarlo, per riuscire ad avere fili lineari, anche se spezzati.
Altri lo osservano, così, nodoso e ingarbugliato, e si dicono che, tutto sommato, non è poi così male.

lunedì 11 maggio 2009

Sentirsi osservati


Certo che dev'essere stressante correre dietro una palla con cinque o sei miliori di persone che ti osservano e pensano di sapere come devi giocare a calcio. Di queste, almeno tre milioni ti insultano a distanza e ti gridano quello che dovresti fare e quello che sbagli, come se tu potessi sentirli.

Come minimo ti fischiano le orecchie.

sabato 9 maggio 2009

H.ENRYCO.Q e la sua prima riflessione


Oggi inizia un nuovo tag, quello dell'artista-poeta-cantante-attore(-impiegato) H.ENRYCO.Q, anche conosciuto come Enrico Gallo.

Periodicamente, sotto l'etichetta H.ENRYCO.Q, troverete suoi post, in outsourcing sul mio sito.

Possiamo subito iniziare con il primo!

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Riflessione.

Ci sono cose che accadono improvvisamente, nella vita, e che non ti lasciano il tempo di renderti conto di ciò che stai vivendo.
Attimi in cui ti trovi a dover affrontare situazioni di cui soltanto a posteriori avverti la potenziale pericolosità. Perché ti colgono di sorpresa, e nel momento in cui si verificano, i tuoi sistemi d’allarme non fanno in tempo ad attivarsi.
Accade così di vivere questi momenti con una leggerezza e serenità d’animo che altrimenti ti sogneresti. Specie poi se uno è un fifone come me.
Così poi ti viene da pensare a quanto sarebbe stata diversa, e più problematica, la stessa avventura in un altro contesto, senza quell’incoscienza dettata dall’imprevisto, dal momento.
Come se la vita volesse insegnarti che spesso il pensiero e la premeditazione creano problemi e paure che in realtà, nella concretezza dei fatti, non esistono.
Come se il destino volesse insegnarti che ogni cosa cambia prospettiva cambiando il punto di vista, e la situazione.
Come rimanere chiusi in un ascensore piccolissimo, un venerdì notte, in un condominio sconosciuto di un Paese estero, completamente ubriachi.

venerdì 8 maggio 2009

La terra del mai

Ero in un aperoporto.

Camminavo trascinando il mio trolley verso il mio gate.


Ad un certo punto, ho avuto la visione qui sotto, che mi è calata dall'alto, tipo deus ex machina. Anzi, più che calare, è rimasta in alto. Ho piegato il collo all'indietro e ho letto:


B 8402 MAILAND... La terra del mai. Certo, si sono presi una licenza poetica, mischiando italiano e inglese. Del resto, oramai, chi non lo fa!?!?!

Poi ho controllato il mio biglietto: era proprio il volo B 8402.

Perdindirindina, mi sono detta. Sì, sì, mi sono proprio detta perdindirindina, tooogo, vado nella terra del MAI! Chissà che mai ci sarà nella terra del mai!

Poi, sono salita sull'aereo, tutta emozionata.

Sono scesa a MILANO.

giovedì 7 maggio 2009

mercoledì 6 maggio 2009

Capelli e parrucchieri


La relazione con il capello dice molto della persona.

Ci sono alcuni che, prima di andare dal parrucchiere, si lavano i capelli, li imbalsamano, li asciugano alla brezza marina, li spazzolano con cento colpi di spazzola perchè siano belli lucidi, e, se potessero, li taglierebbero anche da soli, perchè "se no che figura faccio?". Quasi quasi, per non fare brutta figura, andrebbero prima da un altro parrucchiere per farseli tagliare, se non fosse che, poi, anche con questo farebbero una figuraccia. Di solito questi individui si vergognano talmente tanto che, nonostante tutta la preparazione, si presentano dal parrucchiere con un cappello (largo, ché se no poi i capelli si rovinano).

Altri, invece, aspettano di avere i capelli così marci e così scalcagnati da farsi schifo allo specchio. A questo punto, poichè il parrucchiere ha uno shampo più potente di quello che hanno a casa, aspettano ancora qualche giorno. Quindi, incuranti del conato di vomito che inducono nel/la shampista, si presentano là con i capelli sporchissimi e scalcagnatissimi, dopo qualche giorno di evitamento di qualsiasi specchio. Senza cappello.

martedì 5 maggio 2009

Capelli


Ma perchè i capelli finchè stanno in testa non danno fastidio, ma quando si appiccicano al corpo mentre ci si fa la doccia assumono la fastidiosità di un moscone peloso appena levatosi in volo da una busa di mucca per atterrare sulla propria pelle?