LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 18 ottobre 2021

Planare sulle cose dall'alto


Quando pedali come un forsennato per la città, in preda a un raptus (quotidiano) di needforspeedite ecocompatibile, può capitare di fare conti da Matrix
Per esempio sei su una pista ciclabile di un grande corso, con tanto di controviali, e la pista è tra il viale e il controviale. Sulla pista si susseguono i soliti pedoni che amano, nonostante la presenza di marciapiede, il rischio di arrotamento, per sentirsi vivi prima di sentirsi morti. Ci sono anche filari di ciclisti di varia velocità. Allora, dopo aver elegantemente gimcanato tra pedoni urlanti o meno, metti che devi girare a destra, metti che non sai dove si dirigano i ciclisti e che siano leggermente - ma solo leggermente - più lenti di te, decidi di sentirti vivo anche tu, e acceleri, superi, e poi giri a destra appena al limite del taglio della strada al primo della fila. Felice di avercela fatta, vedi materializzarsi davanti ai tuoi occhi una gigantesca macchina nera lucida e incombente. Ormai sei troppo sparato per inchiodare, e quindi cerchi di scartarla senza scartavetrarti al suolo; le conficchi freno metallico e manubrio gommoso nell'inorganica schiena, procurandole due righe, una metallica e una gommosa, una infida e l'altra innocua.
 Ti fermi, il bidone si ferma. 
Guardi nel finestrino, dal finestrino ti guarda un uomo. 
Gli chiedi scusa, gli dici che hai sbagliato a calcolare gli spazi. 
Lui scende. 
Guarda le due righe. 
Ribatte che il SUV è della fidanzata, purtroppo. 
Tu provi a vedere se la riga cattiva va via. Sembra andare via.
Sguaini un dentifricio che hai con te per quando fai righe ai SUV (o per i più rari casi in cui ti debba lavare i denti). 
Chiedi: "posso?". 
Lui ti dice "Sì". 
Tu sfreghi, lui ribatte "che esperto...". 
La riga va via ma non molto.  Più che altro si mimetizza in una nebulosa opaca e biancastra. 
"Vuole il mio numero?". Il tizio si schernisce. "No, no". 
Si fionda sul SUV e parte sgommando.

Pensi: "Ma che brava persona. Gli ho rigato tutto e non vuole nemmeno il mio numero". 

Parti tutto felice, con il freno sghembo e il dito senza pelle. 

Ma, ti direbbe QUALCUNO, 

"prendi la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore". 

E se plani sulle cose dall'alto, caro pedalatore, dalla tua bella vista aerea, vedi che il SUV si era infilato nel controviale contromano. 

Ti chiedi chi sia quel QUALCUNO che ha scritto la frase sopra?

mercoledì 6 ottobre 2021

Intelligenza italica

Ultimamente, se uno vuole  spostarsi in città con qualsivoglia mezzo privato che ingombri poco più dei suoi piedi, a qualsiasi ora, rimane incastrato in un tetris di automobili, inalando monossido di carbonio come se fosse Antani. 

La domanda sorge spontanea, dopo i post precedenti: a che pro ci si mette a confrontare monopattini e biciclette, quando, in ogni caso, sono tutti mezzi con un unico destino?
Il suddetto destino è riuscire a rimanere incastrati nel traffico perfino con quelli. 
Scooter che zigzagano per la città tra le auto? Ma per carità. Impossibile. 
Se sei magro o hai doti da ispettore gadget, magari riesci a zigzagare a piedi. 

Cosa diavolo è successo? Una volta un traffico così c'era solo nel periodo prenatalizio. 
Non oso pensare al periodo prenatalizio del 2021. 

Dopo tutto sto lockdown dove si è parlato di ambiente, cucina e jogging, la gente è tornata a inquinare, comprare cibo surgelato e vegetare sul divano come se nulla fosse mai successo. 

Ai Friday for future di Greta immagino che la gente maggiorenne si avvicini in macchina, creando ingorghi apocalittici intorno al luogo dell'evento, dove le telecamere riprendono persone a piedi in mezzo ai palloncini colorati e agli striscioni. 

La verità, cara Greta, è che la gente ama manifestare per perdere un giorno di scuola o passare una mattinata diversa, ma poi - almeno in Italia - prende la dissenteria se le si tolgono le vecchie care abitudini. 
In generale, e non solo nel suddetto caso, la gente italica si caga addosso, e quindi prende nuove abitudini solo per cagarsi meno addosso. Ma sempre comodamente.
Perché io, persona tra i 20 e i 60 anni, in salute, da sola, dovrei affaticarmi a prendere una bici, un monopattino o un mezzo anche vagamente ecologico e poco ingombrante, quando posso spostarmi di quei 2-3-4-5 km con un bel SUV roboante, facilissimo da parcheggiare? Di sicuro non prendo più i mezzi pubblici, c'è il covid. Preferisco starmene dentro un mezzo privato inquinante, ignorando il fatto che quando scenderò - perché scenderò, prima o poi - e respirerò - perché respirerò, a meno di non diventare anfibio o anaerobico per effetto delle mutazioni climatiche e genetiche - inalerò un'aria così inquinata da favorire la trasmissione dello stesso covid che voglio evitare (e anche di un sacco di altre problematiche probabilmente peggiori). 
Sì, perché un altro problema della gente italica, incurabile con lasik prk e che più ne ha più ne metta, è la miopia. Probabilmente a furia di guardare i cellulari, ci si è abituati a non vedere più in là del proprio naso, in termini fisici e temporali.  Se evito il covid spostandomi in macchina invece che in metro mi sento bene. Finisce lì. L'orizzonte di ragionamento rasenta il mio ombelico. 

Ma sì, va bene così.
Che almeno, se non si prendono un tumore ai polmoni, i ciclisti e monopattinatori riescono a spostarsi sulle numerose e meravigliose piste ciclabili cittadine, anch'esse protagoniste di una fine cernita volta all'autoeliminazione della specie umana.