LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 26 maggio 2014

Dove vivere



Di solito, il posto dove si vive è frutto di risultati piuttosto aleatori e comunque non legati a dove uno vorrebbe vivere, ma piuttosto a motivi assurdi, tipo:
  • ci sono nato
  • ho dovuto andarci per lavoro
  • ci sono andato per seguire la famiglia (da piccolo quella di origine, da grande la propria) o il compagno/a
La famiglia o il compagno/a, a sua volta, ci sta perchè:
  •  ci è nato
  • ha dovuto andarci per lavoro
  • ci è andato/a per seguire la famiglia o il compagno/a originari
Insomma, c'è un po' di gente che non rientra in questi canoni, ma perchè mai uno non dovrebbe, date condizioni di possibilità di spostamento che molti hanno, andare in un posto perchè gli piace?
Ci si trova molto spesso in luoghi mai pensati, per motivi totalmente esuli dalle nostre preferenze.
Se ci va bene, il posto in cui si è ci piace.
Ma non si è comunque scelto. 

venerdì 23 maggio 2014

Persone a metà


C'è un tizio che fa roller su una stradina in riva a un fiume con delle amiche.
Passa davanti a giganteschi riflettori, li vede, li guarda, li fissa e poi, con occhio da cernia, chiede: "Ma a che serviranno mai questi riflettori?". Non ha la più pallida idea della risposta, ma è un tipo curioso e osservatore. Ci pensa, ma niente. Continua a chiederselo e a chiederlo alle amiche che, a loro volta, non hanno risposte.
Passa un signore correndo e sente il pattinatore porre questa domanda. Tra sè e sè pensa: "Che rintronato, sto tizio. E' evidente che i riflettori sono lì per illuminare di notte il ponte che c'è sulle nostre teste!". Però è la prima volta che nota i riflettori, nonostante passi di lì da un sacco di tempo.

Cosa si può dedurre da ciò?
Che una persona curiosa che si sa porre delle domande ma poi non sa trovare le risposte è inutile almeno quanto una persona non curiosa che sa trovare le risposte a domande altrui.
O le due persone lavorano insieme, oppure non ne fanno una che sa porsi domande mossa dalla curiosità e sa darsi anche le risposte.

mercoledì 21 maggio 2014

Quant'è grande il mondo?


Quando uno nasce in un piccolo paesino e conosce solo quello, per lui il paesino è il mondo, e se il paesino gli piace il mondo gli piace.
Più cresce, più, grazie alla tv, alla radio, alle altre persone, a internet, scopre che il paesino non è il mondo, e che il mondo è una roba grandissima e il paesino un lapillo a caso sputato da un qualche dio sul pianeta.
La cosa sembrerebbe essere positiva, perchè, quando uno espande i propri orizzonti, sembra un figo.
Ovviamente, più ci si espande, più si conosce.
Più si conosce, meno tutto quello che si conosce sarà positivo.
Dato che l'uomo non ha il dono dell'ubiquità, più si sposterà da un posto all'altro, meno potrà approfittare del bello dei posti lasciati, e più brutto dei posti nuovi incontrerà.
Con ciò, non s'intende che in ogni posto ci sia solo brutto o solo bello. I posti hanno tutti un po' di bello e un po' di brutto.
In questo modo proverà continua nostalgia del bello lasciato e avrà crescente consapevolezza del brutto incontrato. Farà una collezione di brutti e di belli, di cui solo l'ultimo brutto e l'ultimo bello saranno vissuti nel presente, e tutti gli altri ricordati con nostalgia o disagio.
Avrà grande esperienza, dopo tantissimi spostamenti.
Il mondo sarà sempre più grande per lui.

Quello che da piccolo gli sembrava grande, ora che lui è grande gli sembrerà piccolo.
Quello che prima gli sembrava incredibile, ora gli sembrerà  normale.
Quello che prima gli sembrava normale, ora gli sembrerà insignificante.

Meglio prima o dopo?

venerdì 16 maggio 2014

E se...

 

Ma se all'improvviso Google diventasse a pagamento, tu che faresti?
Pagheresti per andare su youtube?
Pagheresti per leggere le mail?
Pagheresti per usare un Android (quindi qualsiasi smartphone non Apple o Nokia o quasi)?
Pagheresti per scrivere e mantenere il tuo blog?
Pagheresti per andare su gmaps e vedere com'è la terra dall'alto?
Pagheresti per googolare? E quanto? Quante ricerche fai ogni giorno su Google?
Pagheresti per cnsultare il tuo calendario attività con tanto di allarmi?
Pagheresti per consrvare le foto che carichi da anni su Picasa?
Pagheresti per continuare a studiare le statistiche del tuo sito su Googleanalithics?

Secondo me, sì.

mercoledì 14 maggio 2014

Il vecchio adorabile per default




Non so se è perchè sono nata in un paese più tendente al piccolo che al grosso, o se è perchè gli amici dei miei nonni erano una crème selezionata di popolazione, ma ho un atavico convincimento del fatto che le persone anziane siano tutte adorabili, rispettabili e per bene.
Questo convincimento non è basato sulla razionalità. O perlomeno, è basato su un'utopica razionalità che vede l'essere umano tendere al meglio e imparare dagli errori durante la vita, fino ad essere quasi perfetto alla sua fine.

Dato che la razionalità è utopica, bisogna prendere atto che:
  • a parte disgrazie, terremoti, maremoti, incidenti e catastrofi assortite, la gente che prima era giovane poi è vecchia. Se il mondo è zeppo di giovani stronzi e mentecatti, lo sarà anche di vecchi stronzi e mentecatti. Lo stesso vale per le persone per bene. 
  • invecchiando, spesso non solo non si migliora, ma si acquiscono alcune aree di miglioramento (purtroppo mai migliorate) del carattere. Area di miglioramento è il modo politically correct per definire un difetto.
  • quando uno è vecchio, anche molto vecchio, gli capita che la gente a cui tiene muoia prima di lui, che i parenti, dopo che ha assolto al ruolo di nonno, lo mollino per i fatti suoi, o lo considerino un peso pur non avendolo mollato. Ergo, quando uno è vecchio, spesso si sente solo. La solitudine, si sa, è il peggiore dei guai.
  • quando uno è vecchio, il suo corpo fa acqua da tutte le parti. Se ragiona ancora bene, ha tutte le ossa a pezzi. Se capisce e ha le ossa buone, ha un cancro che lentissimo e inesorabile si espande tra i suoi organi ammaccandolo ma non uccidendolo. Se ha il corpo bionico, è demente. Per questa ragione, il vecchio è piuttosto inacidito. 
  • quando uno è vecchio, si avvicina alla morte. E la morte, si sa, è seconda solo alla solitudine tra i guai. 
  • quando uno è vecchio, ormai, ha una pensione omeopatica.
Alla luce di queste considerazioni (e di altre che mi saranno sicuramente sfuggite), il vecchio è un uomo pescato a caso tra la gamma umana, ma più incazzato, più malandato, più solo, più frustrato e anche terrorizzato dalla fine della vita, che, per quanto possa essergli stata ingrata, è per lui un bene prezioso a livello istintivo.

Ergo, quandopassi tranquillo vicino a un vecchio che per qualche inspiegabile motivo ti pare debba essere adorabile solo perchè vecchio, e lui ti grida "VAT'LA A PIE' 'N TEL CUL*",
tu non preoccuparti
tu non preoccuparti.

E' normale.

*= vattela a prendere il "quel posto", in un colorito piemontese. Valido per il Piemonte e sostituibile con altri espressioni in altri dialetti/lingue.

mercoledì 7 maggio 2014

Corollario al deserto cittadino (in)comprensibile

Uno vive seguendo schemi spesso ripetitivi.
Per esempio, per andare al lavoro, prende sempre la stessa strada.


 Ce ne sono forse, anzi, quasi di sicuro, moltissime altre, ma alla fine ci si assuefà ad una e si prende sempre quella.
E' difficile che cambi qualcosa, ma, se cambia, si potrebbe anche cambiare strada.
Ad esempio, se una strada che si percorreva sempre diventa per i soli autobus in un verso, all'improvviso diventa impossibile (o meglio, multabile) imboccarla in quel senso.
Dato che il cittadino abitudinario ama percorrere sempre la stessa strada all'andata E al ritorno, preferirà cambiare strada del tutto, affrontando questo scossone emotivo-psico-fisico una volta per tutte.
Cosa accadrà allora alla strada che percorreva prima?
Non avrà più il piacere (o il dispiacere) di vederlo passare.
Se la statistica ci dice che il comportamento umano segue un grafico a campana, sarà chiaro che se l'uomo medio cambia strada, la cambieranno con lui tutti gli altri uomini medi.
Se la strada era una delle più incasinate della città, con tanto di auto parcheggiate nel mezzo, code continue, e incazzature da Salerno-Reggio Calabria, diventerà all'improvviso deserta, se non per qualche sporadico autobus che percorrerà la sua corsia e una manciata di persone ai margini della campana statistica per variabili motivi, che, passandoci, si porranno domande del tipo:
  • è scoppiata la terza guerra mondiale e stiamo aspettando un attacco a mia insaputa?
  • c'è un allarme rischio batteriologico aereo o simili e io non ne so nulla e sto qui a sguazzarci dentro?
  • sono arrivati gli extraterrestri e pian pianino si stanno portando via tutti gli abitanti di Torino sena farsene accorgere (io non sono di gradimento)?

lunedì 5 maggio 2014

Deserto cittadino incomprensibile

Torino, si sa, essendo una grande città, è un casino.
C'è una bolgia di gente a tutte le ore, dappertutto, con ogni tempo.
Ci sono anche le ore di punta, ma il casino è un leit motif, salvo di domenica quando fa bello in centro e ad agosto, quando è normale che sia deserta.
E' da un po' di giorni, però, che torno dal lavoro in bici, a un'ora centrale della giornata, passando per strade solitamente caoticissime, e non c'è un'automobile. Qualche bici, sparuti pedoni, quasi tutti non italiani, e basta. Un po' di jack russell liberi qua e là, ma in linea generale, un deserto dei tartari.
Senza il rombo dei motori, il silenzio è una specie di cappa che mi fa nascere domande di un certo tipo:
  • è scoppiata la terza guerra mondiale e stiamo aspettando un attacco a mia insaputa?
  • c'è un allarme rischio batteriologico aereo o simili e io non ne so nulla e sto qui a sguazzarci dentro in bici, respirando per di più a pieni polmoni?
  • sono arrivati gli extraterrestri e pian pianino si stanno portando via tutti gli abitanti di Torino sena farsene accorgere (io non sono di gradimento)?
Penso che l'ultima ipotesi sia improbabile, vista la quantità di gente che si ammassava nel fine settimana al discount ormai svuotato totalmente e con tutti gli scatoloni vuoti sui lineari.
C'è da valutare una delle due prime opzioni, oppure ne avete voi?