LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 1 luglio 2011

Quando torni al paesello natìo

Quando torni al paesello natìo, generalmente è perchè, se sei relativamente giovane, hai lì genitori e/o nonni, se sei abbastanza vecchio devi fare da badante a uno o due genitori, se sei veramente vecchio hai da sistemare qualche conto in sospeso, o controllare gli affittuari della casa ereditata da genitori/nonni ormai defunti.

La cosa bella è che, quando torni al paesello natìo, che tu sia relativamente giovane, abbastanza vecchio o veramente vecchio, ti reincarni in quel te stesso che fosti, senze tener conto dello scorrere del tempo che, scorredo su di te, ha lasciato le sue ruote ben impresse suo tuo corpo (e probabilmente anche nella tua mente).
Al che, noncurante del suddetto scorrere, ti aggiri per il paesello natìo e vedi cose che un umano non dovrebbe, a rigor di logica, vedere. Ad esempio, nella giornaleria, vedi la giornalaia che aveva 89 anni quando tu ne avevi sei.


Ti avvicini alla vetrina, sfoderi un infantile sorriso che tira un po' le tue rughe da shar pei, agiti la mano con le cinque dita tese, sventagliando la tua pelle cadente a sinistra e a destra, e ti aspetti che la giornalaia ti riconosca. E' vero, nel negozio c'è una vecchia di 76 anni, ma all'epoca questa vecchia aveva 20-30 anni, e l'89enne è ormai uno scheletro impolverato coperto di brandelli di abiti marci sotto terra. Comunque la giornalaia, mossa a pietà, ti saluta lo stesso, chiedendosi chi diavolo tu possa essere.

Per sicurezza, saluti tutti, dato che tutti ti ricordano qualcuno in generale, sebbene nessuno ti ricordi qualcuno in particolare.
Se per caso una di queste persone che saluti è veramente quella che dovrebbe essere, non ti riconoscerà, perchè anche tu sarai cambiato. Se sei relativamente giovane, sei comunque diverso dall'essere seienne che si aggirava in biciclietta infilando le ruote nei tombini del paesello e massacrandosi le ginocchia sul ghiaietto: magari hai preso 20-30-40-50 kg, 30 cm di altezza, hai cambiato colore dei capelli, hai cambiato faccia, ti sei fatto una plastica, ti sei rifatta le tette se sei una donna, hai avuto un incidente e cammini su due moncherini di gamba, o cose del genere. Se sei vecchio, sei appunto uno shar pei umano, ed è difficile riconoscere le tue fattezze infantili tra le pieghe. Non importa, tu agiti la manina e pensi che ti riconoscano. Ma gli interlocutori, già sufficientemente rimbecilliti dalla loro vecchiaia, con gli occhi resi opachi dal tempo, ti prenderanno per un altro rimbecillito tipo loro, e ci saranno due casi possibili: o ti saluteranno per pietà (verso te ma soprattutto verso se stessi), oppure non ti saluteranno e scuoteranno la testa, dicendosi tra loro e loro che non si rimbecilleranno mai ai tuoi livelli.

Quando tornarai a casa, sarai quasi felice, perchè ti dirai che, comunque, rimbecilliti a parte, la gente del tuo paesello natìo ancora ti saluta (i pietosi sono numerosi, soprattutto quando non ci sono soldi da sborsare e basta salutare con un sorrisone di circostanza).
Ti dirai che al tuo paesello natìo non è poi cambiato così tanto.
Che la gente è sempre la stessa.
Che ti pare di aver fatto un tuffo nel passato.
Che la giornalaia deve essersi fatta un lifting, perchè sembra perfino più giovane di prima.

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