LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 31 ottobre 2012

Suggerimento per il patto di stabilità


Fatevi dare un pegno di 5 € dagli italiani iscritti a Facebook per ogni volta che cliccano sul famigerato tasto "Parteciperò" in un evento, e restituiteglielo solo quando avrà effettivamente partecipato.
Tirerete su tanti di quei soldi da sbilanciare il bilancio publico al contrario.

venerdì 19 ottobre 2012

MAGLIETTE INDIGNATE

Ogni prof/ATA indignato dai tagli alla scuola è invitato a indossare una maglietta e a tenerla addosso, visibile, per il maggior lasso di tempo possibile, per un bel po' di giorni in modo da 
RENDERSI PUBBLICITÀ VIVENTE DI QUELLO CHE STA ACCADENDO CON I TAGLI ALLA SCUOLA
(riduzioni organico, concorso inutile, tagli nel patto di stabilità, tagli alle ore degli itp e loro riconversione sul sostegno, tagli al sostegno, legge Aprea che stanno tentando di far passare, ecc ecc...).

Per la stampa potete rivolgervi a questo venditore eBay, che, eccezionalmente per noi, permette di stampare fronte-retro (anzichè da un solo lato) al prezzo di 9,90 € a maglietta, 8,90 € se se ne ordinano almeno 10. Potete quindi scegliere un fronte e un retro da quelli proposti qui sotto (combinando due magliette, facendo fronte-retro uguali, oppure utilizzando quella bifronte già predisposta) e inviando al venditore, alla mail
miratelservice(chiocciolina)gmail.com, la richiesta con la specificazione delle caratteristiche e i file allegati.

  ECCO LE MAGLIETTE FINORA PREDISPOSTE, da cui potete prendere le immagini: 






Gli italiani e il loro buon gusto nell'essere presenti quando serve


13 OTTOBRE 2012: INAUGURAZIONE APPLE STORE A MILANO

un delirio di gente


12 OTTOBRE 2012: SCIOPERO CGIL DELLA SCUOLA PUBBLICA 
  • contro i tagli alla scuola, 
  • contro il vergognoso aumento dell'orario di lavoro a parità di stipendio (cioè, secondo come la volete vedere, 33% di "front office" in più o 33% di stipendio in meno, ed eliminazione fisica dei precari, che diventeranno disoccupati dopo essersi massacrati di concorsi e corsi di specializzazione), 
  • contro l'indizione di un inutile concorso pubblico a fronte di miriadi di specializzati e vincitori di concorso senza cattedra 
  • contro i tagli alla scuola pubblica, 
  • contro il danno a chi è già di ruolo e perde la cattedra, ...
4 gatti


Una pubblicità fatta bene


martedì 16 ottobre 2012

I miei complimenti a Luisa Ribolzi



A questo articolo comparso sabato scorso su "Il sole 24 ore", visti anche gli sviluppi della "questione 24 ore", ho predisposto la seguente risposta:

Leggo a pag. 5 de “Il sole 24 ore” di sabato 13 ottobre 2012 gli articoli sui tagli alla scuola e mi sento in dovere morale di scrivervi per chiarirvi le idee sulla situazione della scuola vissuta dall’interno. Non so chi sia Luisa Ribolzi, ma sono pronta a scommettere che non lavori e non abbia mai lavorato nella scuola pubblica italiana.
Leggo nel suo articolo, “Premiati l’impegno e la buona didattica”, che ritiene che il passaggio dalle 18 alle 24 ore di servizio degli insegnanti italiani valorizzi la professione, migliori la condizione dei docenti e permetta loro di ricevere i giusti riconoscimenti. Leggo anche che i professori meritevoli, attualmente, lavorino già più di 18 ore senza riconoscimenti, se non morali.
La reale situazione è che una larga fetta di docenti è precaria, e lavora con lo stipendio minimo di poco più di 1.200 € al mese, pagato solo per 10 mesi all’anno, e da poco non si vede nemmeno più pagare le ferie non godute, contrariamente ai colleghi di ruolo. Tutti i precari nelle graduatorie a esaurimento hanno seguito, pagandoselo, un corso durissimo di almeno 2 anni, a numero chiuso, che ne ha garantito la qualità professionale ed è sfociato in un esame di Stato avente valore concorsuale (il corso era la SSISS, Scuola di Specializzazione per Insegnanti della Scuola Secondaria, ed era gestito dalle Università pubbliche). Mi chiedo come possa essere ritenuto gratificante, per loro che già percepiscono gli stipendi più bassi d’Europa, lavorare 24 ore invece che 18, per lo stesso stipendio, senza nemmeno poter sfruttare i 15 giorni di ferie in più di cui godrebbero solo i docenti di ruolo. Dove sarebbe il riconoscimento? Attualmente, se un insegnante lavora 18 invece che 24 ore, non lo fa gratis e per la gloria, come scrive Ribolzi, ma viene pagato dal MIUR. Chi aderisce a progetti viene pagato, e, a meno che non decida autonomamente di lavorare gratis, può benissimo farlo in modo retribuito. Con il nuovo provvedimento proposto, invece, dovrà veramente lavorare 6 ore in più gratis. Cosa significa questo? Che lavorerà più del 30% in più del suo attuale orario gratuitamente. Il cosiddetto “contributo di generosità” sarebbe obbligatorio per i titolari di una cattedra completa, e non facoltativo. Sarebbe bello che si potesse scegliere se essere generosi o no, anche perché si chiede di essere troppo generosi sempre agli stessi soggetti: educazione e sanità, che dovrebbero essere i pilastri di una società civile.
Aggiungo che in Francia si lavora 18 ore a settimana e si percepisce uno stipendio base di 1.600-1.700 €, anche se su 12 mensilità. Non esiste precariato, perché il concorso e le IUFM, corrispondenti alle italiane SSISS, ormai eliminate,  funzionano veramente in modo da prevedere gli effettivi fabbisogni, senza sovrastimarli in modo assurdo come è sempre accaduto in Italia, con la conseguente produzione di un  precariato voluto solo da chi ha stabilito i numeri di accesso in certe SSISS. In altri Paesi le 24 ore di insegnamento comprendono anche molte attività sportive, e non ci sono orari incalzanti, in cui i tagli costringono i professori a predisporre lezioni compresse, e a spremere al massimo se stessi e gli studenti per sperare, spesso utopicamente, di riuscire a svolgere tutto il programma ministeriale, spesso sovradimensionato e poco adatto.
 In una società civile, si riconosce il valore del lavoro dell’insegnante permettendogli di avere il tempo, a casa, di predisporre le lezioni e correggere i compiti. Per ogni ora in classe un bravo docente ne lavora almeno una a casa, se non di più. Aumentare le ore di docenza significa per forza impoverire la preparazione della stessa, che sarà, contrariamente a quanto afferma la giornalista, demotivata, anche perché non ci sarà alcuna corrispondenza tra aumento del lavoro e aumento del salario. Perché si dovrebbe essere motivati nel veder peggiorate le proprie condizioni di lavoro, già tra le più basse d’Europa a livello economico e non solo?
Leggo: “E senza togliere ai docenti che vogliono restare al lavoro per 18 ore la possibilità di farlo, ma con uno stipendio ridotto”. Perché mai i docenti dovrebbero essere felici, come ipotizza la Ribolzi, di lavorare di più con lo stipendio decurtato di più del 30%? Vorrebbe dire che un docente che ora lavora 18 ore a 1.200 € al mese ne lavorerebbe 18 pagato 900 €. Attualmente chi lavora 24 ore percepisce uno stipendio di 1.600 €, con il provvedimento ne percepirebbe 1.200. I 900 euro che gli spetterebbero se decidesse di lavorare 18 ore, se passasse mai questo assurdo provvedimento, sarebbero minori del salario minimo garantito in Francia. Vorrebbe dire essere pagati meno di uno spazzino francese. E’ questa la qualità che si ricerca? E’ questo l’allineamento agli standard europei?
Questi tagli non sono finalizzati a migliorare la qualità della scuola, ma a lasciare a casa migliaia di docenti precari, specializzati e molto competenti, perché i precari a casa in Italia non costano, se non all’INPS per la disoccupazione e solo per poco tempo. Si tratta molto spesso di precari con più di 36 mesi di servizio, che per l’Unione Europea dovrebbero essere assunti tutti a tempo pieno.
Per il sostegno, inoltre, cosa non scritta in nessun articolo della pagina 5 di approfondimento sul tagli alla scuola, si lavorerebbe effettivamente 24 ore invece che 18, mentre un docente curricolare dovrebbe essere a disposizione per spezzoni e supplenze brevi. Quindi per il professore di sostegno sarebbe garantito l’orario lungo, per quello curricolare no. Questa è un’altra assurda discriminazione, considerato che il professore di sostegno è un docente curricolare con una specializzazione in più, maturata con un ulteriore anno di SSISS, e che, come i colleghi, deve preparare lezioni e schede  a casa. Casualmente, o meglio causalmente, i docenti di sostegno sono precari in larghissima percentuale. Passare alle 24 ore vorrebbe dire “far fuori” un docente su 4.
Non è chiaro come possa lo stesso Governo lasciare a casa 1 docente su 4 e al tempo stesso lanciare un concorso pubblico e i TFA.
L’unica cosa chiara è che, sicuramente, questo provvedimento non è stato proposto per migliorare la qualità della scuola pubblica, ma per fare cassa.

Mattea Rolfo (docente di scuola pubblica, precaria da quattro anni)

venerdì 12 ottobre 2012

Profumo - storia di un aSSISSino

Questo post sarà un post sui generis.

I motivi sono due:
  1. questo post sarà lungo. Deve essere lungo perchè la storia di un aSSISSinio è lunga da raccontare. Da ciò deriverà che questo post sarà letto solo da mia mamma. Forse. Fino a metà.
  2. questo post, contrariamente agli altri di questo blog, parlerà della mia vita personale, e citerà cose che mi sono realmente accadute. E' necessario che sia personale, perchè gli altri aSSISSinati avranno sicuramente vissuti diversi.
Partiamo dall'inizio, e cioè dalla mia carriera scolastico-universitaria.
Si è trattato di una di quelle carriere normali, caratterizzate da problemi apparentemente insormontabili e poi sormontati. Imparare a scrivere in prima elementare, quando non sapevo manco tenere in mano una penna e gli altri già scrivevano il loro nome anche se si chiamavano EZECHIELMAURINERMANNO è stata dura, ma ce l'ho fatta e non ho mai avuto incubi su questo step della mia vita. Idem si dica della Maturità, che è stata problematica e dolorosa, ma superata senza strascichi. L'Università alla fine è scorsa via veloce, in quanto me ne fregava assai poco e l'unica cosa che volevo, appunto, era farla scorrere via veloce. E si arriva già a 5+3+5+4 = 17 anni di studio.
Incubi mai.
Sopravvissuta sempre.
Abbastanza felice.

Nel frattempo mi è venuta voglia di insegnare.

Tutto il periodo del Liceo a dare ripetizioni gratuite di tutto alla vicina di casa non mi aveva acceso nessuna lampadina, quindi avevo scelto a caso un'Università breve, Economia Aziendale, che mi avrebbe permesso di insegnare una sola materia, solo alle superiori e solo in Istituti professionali e commerciali: Economia aziendale. Prevedibile ma vero. Resamene conto, ho pensato bene di scegliere la strada più semplice. Invece di fare il concorso per la SSIS (Scuola di Specializzazione per gli Insegnanti della Scuola Secondaria) di Economia Aziendale in Italia, ho pensato di andare a insegnare italiano in Francia, affrontando il famigerato concorso CAPES. Era difficile da superare, ma garantiva l'assunzione a tempo indeterminato in caso di successo. Un sistema ben diverso dal quello italiano, farraginoso e oscuro, che si contraddiceva di continuo. Dopo due anni di studio folle e disperato, intorno e durante i tre lavori che svolgevo per mantenermi all'estero, di notte e di giorno, durante le ferie, mentre guidavo, e pure in sogno, ho raccolto due delusioni cocenti ai due concorsi a cui ho partecipato. Ho raccolto baracca e burattini, e, con i remi in barca, ho veleggiato fino a un impiego in Banca in Italia, con la testarda idea di farmi poi assumere in Francia da una Banca italiana e poter continuare a sostenere il CAPES. Intanto l'ho dato ancora due volte come partecipante italiana, studiando mentre lavoravo in Italia, sempre intorno e non più durante le ore lavorative in cui mi toccava concentrarmi, sempre durante le ferie, sempre notte e giorno, sempre pure in sogno. Risultato: altre due delusioni cocenti. Questo lo scrivo non per farti addormentare, mamma, ma solo per rendere l'idea di quanto fossi cocciuta (anche se tu già lo sai...ma nutro ancora l'illusione che qualcun altro diverso da te legga almeno fino a queste righe).

Fin qui, è innegabile che ci sia stato un gran dispendio di energie, e una grande perdita di altre parti della vita, tipo divertimenti, relax, ferie senza portarsi dietro trolley pieni di libri, copertine idroresistenti per studiare mentre nuotavo, e cose del genere. In tutta questa vita di sacrifici e privazioni, ero comunque riuscita a raccattare PFM, che all'epoca era il compagno che sopportava i miei studi folli e disperati. Ero anche riuscita a far nascere e curare questo blog e a prendere il DALF (Diploma Approfondito di Lingua Francese), senza seguire nessuna lezione né studiare alcunché e dando tutti gli esami uno dietro l'altro nel giro di una settimana, tanto ero preparata dopo i quattro anni di CAPES. La motivazione è che l'entusiasmo che avevo all'idea di diventare una vera insegnante di scuole pubbliche era talmente elevato da rendermi possibile qualsiasi cosa. Qualsiasi, tramme vincere il concorso francese. A qualcuno potrà sembrare assurdo che ci sia tanta passione all'idea di svolgere un lavoro del genere, eppure c'era. E intanto ero già arrivata a 17+4 = 21 anni di studio. Dell'Economia non ricordavo granchè, perchè era stata sommersa da quintali di italiano, francese, traduzioni, letteratura, libri bellissimi che forse non avrei mai letto senza il CAPES.

Intanto, stranamente, nella Banca in cui lavoravo solo per poter tornare poi in Francia, mi stavano per far fare carriera. Non che la stessi per fare io. Me la stavano per far fare gli altri. Era una carriera passiva, nel senso che per me l'unica cosa che contava era diventare una prof. Al lavoro mi dicevano quello che dovevo fare, e io lo facevo. Proprio mentre mi accingevo a dare per l'n-esima volta il CAPES con ormai un po' di frustrazione, seppur fosse un'entusiastica frustrazione, è uscito in Italia l'ultimo bando SSISS prima della chiusura delle Scuole di Specializzazione (per ingolfamento del sistema...stranamente). L'ultima occasione per entrare nelle famigerate Graduatorie a Esaurimento. Da quel momento in poi, il Ministero dell'Istruzione italiano avrebbe pescato soltanto da quelle, e nessun prof sarebbe più potuto esistere se non uscendo dai vecchi concorsi, o dagli altri cicli SSISS, o da quell'ultimo, unico, mitico ciclo SSISS. Il IX ciclo.
E' vero, prima che nascesse la SSISS avevano detto che avrebbero calcolato il numero esatto di prof necessari per il biennio successivo, in modo da immetterli in ruolo immediatamente. Ciò, come succede sempre in Italia, non era avvenuto, anche perchè si erano attivate le SSISS quando ancora c'erano persone che avevano passato il concorso del 1999 in attesa di assunzione. Tutti i calcoli si erano rivelati sballati, e le Graduatorie a Esaurimento erano gonfiate a dismisura. Però era l'unico modo per poter entrare nell'insegnamento pubblico in Italia.

Che fare? La Francia era lontana, la possibilità di vincere il CAPES pure. Otto posti in tutto il Piemonte non erano molti. Mi sono buttata, e con me PFM. Ci siamo preparati come pazzi, rispolverando tutte le materie di Economia Aziendale. Mi sono pure ammalata un po' (ad agosto capita) e sono finita in mutua, ma alla fine ho studiato tutto lo scibile, meno l'ABC (che non è quello che credete voi (Ora dò pure del "voi" a mia madre)). Prima prova: passata. Entusiasmo bestiale, ottimismo infinito. Seconda prova: trenta domande tutte sull'ABC. Disperazione cupa, ubriacatura con un litro di Vodka subito dopo la prova, PFM che mi trascina prossima al coma etilico schiaffeggiandomi per evitare che muoia e amenità del genere. Questo è poco lusinghiero, ma rende l'idea di quanto fosse importante per me entrare in questa benedetta SSISS. Alla fine, come per un segno divino, rientro nella rosa dei sette eletti (uno si è perso per la via).
Mi licenzio in tronco dalla Banca, dove nel frattempo stanno per incoronarmi Quadro Direttivo, mando a stendere il famigerato lavoro a tempo indeterminato, e mi butto a capofitto in questa scuola, che immagino abbastanza rilassante. Quelli degli altri cicli mi hanno detto che facevano, a turno, simulazioni di lezioni, e alla fine venivano valutati. Peccato che negli altri cicli ci fossero 20-30 persone per corso. Noi eravamo sette.
Poi, i professori della parte disciplinare si erano scocciati di sentire sempre lezioni su lezioni. Eravamo troppo pochi: una tesina e una lezione a testa ogni pomeriggio per loro diventavano noiose. Era noioso pure dirci che eravamo delle schifezze perchè iniziavamo una lezione con un "dunque" e liquidarci con un 18 senza aver ascoltato niente del seguito. Per noi, invece, che arrivavamo a casa alle 20 e per le 14 del giorno successivo dovevamo aver predisposto una tesina e una lezione, non era una noia. Era un delirio. Loro, però, annoiati così, per l'ultimo anno hanno deciso di strafare. Ci annunciavano che dopo un po' avremmo fatto un esame di una qualche materia relativa alla Laurea in Economia, e ci proponevano, oltre alle lezioni da esporre, anche degli appelli, per ognuno dei quali abbiamo dovuto recuperare libri dell'Università che, personalmente, avevo arso su un'altissima pira appena laureata. Per divertirsi un po', ci davano un programma da studiare e ci sottoponevano esami di tutt'altro, con valutazione che rientrava nella media finale. A tutto ciò si è aggiunta la parte trasversale: esami di pedagogia, psicologia, docimologia e chi più ne ha più ne metta. Questi, almeno, avevano un iter regolare: un corso e poi un esame. Come all'Università. Poi c'erano i tirocini nelle scuola, da incastrare di mattina. Le lezioni e le tesina relativa quando si potevano preparare? Beh, la notte tra la lezione del pomeriggio e il tirocinio della mattina. C'è gente che è riuscita anche a lavorare in tutto questo delirio. Non so come abbiano fatto: solo per avercela fatta, darei loro la pensione da parlamentare italiano honoris causa.
Nel giro di due anni, oltre a una serie infinita di esami di ogni tipo, ho predisposto quattro tesi.
Non ho potuto ammalarmi mai, e se ero ammalata facevo finta di non esserlo. Sono andata alla SSISS con 40 di febbre, senza voce, con l'influenza.
Alla fine di tutto l'iter ho sostenuto, con i miei compagni di corso, anche questa volta con la febbre ai 40, un esame di Stato con valore concorsuale (era scritto nel Bando che avevo letto attentamente prima di licenziarmi dalla Banca, ma pare che in Italia ci si diverta a fare e disfare senza mai rispettare gli impegni presi) in cui ho dovuto preparare un ciclo intero di lezioni su un argomento estratto sul momento, sostenere un orale davanti a una commissione e discutere l'ultima tesi riassuntiva, che poi è stata anche pubblicata
Ricordo di aver visto:
  • gente avere il fuoco di sant'Antonio per la durata tutta la SSISS (e venire comunque a lezione)
  • gente con capelli e ciglia che si staccavano a mazzetti per lo stress
  • gente sentire i figli di tre anni chiedere "Mamma/papà (papà più raramente), ma quando finisce la SSIS torni da noi?"
  • gente allattare lattanti prendendo appunti durante le lezioni
  • gente chiamarmi alle due del primo gennaio chiedendomi di spiegare loro argomenti degli esami della SSISS
  • gente chiamarmi in piena notte piangendo per la paura di non farcela
  • gente mollarsi per non aver retto allo stress della SSISS (molto da vicino)
Poi la SSIS è finita. Sembrava eterna, ma è finita. Sono pure uscita con 80/80, unica del mio corso e con lo stesso voto di tutti quelli che sono usciti da alcune altre SSISS dislocate in altre città d'Italia, che non hanno sfornato sette, ma ottanta-novanta abilitati in Economia aziendale. Spesso in posti dove non ne sarebbe servito nessuno.

Ero esausta, avevo perso dieci kg, avevo speso tutti i soldi che avevo guadagnato negli anni di lavoro precedenti la SSIS (2.000 € l'anno di tasse universitarie, più mantenermi per due anni senza possibilità di lavorare perchè studiavo giorno e notte), e l'estate successiva avrei lavorato in un hotel in Francia per recuperare un po' di soldi, ma ce l'avevo fatta, e non avrei mai più dovuto studiare così tanto. 21 + 2 = 23 anni di studio, di cui gli ultimi mi avrebbero perseguitata negli incubi per anni, ma ce l'avevo fatta. Gli attacchi notturni di ansia che mi erano venuti per la prima volta durante la SSISS sarebbero continuati anche in futuro. Ma avevo scelto una strada ed ero arrivata alla fine del percorso difficile. Ora non mi restava che fare anni di precariato in attesa del ruolo, anche se, prima di predisporre le SSISS, il famoso contratto a tempo indeterminato era previsto per l'uscita dall'atroce percorso.

Ho scelto una Graduatoria a esaurimento dove avrei ragionevolmente potuto insegnare la mia materia. Ho studiato con un file Excel certosinamente preparato la situazione di TUTTE le Province d'Italia, incrociando possibili pensionamenti, numero di cattedre, numero di persone in graduatoria, entrate in ruolo e loro andamento storico, e ho concluso che la provincia di Genova andasse bene. Mi sono iscritta in quella graduatoria, noncurante di tutto quello che avrei lasciato a Torino (amici, casa, ecc...).

A settembre, alle chiamate per le nomine, sono dovuta andare tre volte a Genova, per essere ripescata per ultima a occupare l'ultima cattedra disponibile, che era a Busalla, un posto di montagna a 50 minuti in auto di tornanti da Genova e a due ore di autostrada da Torino. Il posto era piovosissimo e nebbiosissimo in autunno e primavera, nevosissimo d'inverno, caratterizzato da un'altissima concentrazione di raffinerie inquetanti e puzzolenti, ma io ero felicissima perchè finalmente ero un'insegnante di scuola pubblica.Precaria, ma per poco, pensavo.

Peccato che le previsioni per i futuri impieghi annuali fossero cupe, e la previsione di precariato fosse non più per poco ma per qualche decennio.
In contemporanea si è delineata la possibilità di pescare tra tutti gli abilitati SSISS di ogni regione quelli con i voti più alti per abilitarli anche sul sostegno. Un altro anno di SSISS.
Fino a quel momento tutti i sacrifici fatti erano per una buona causa: insegnare una materia nelle scuole pubbliche. L'energia che avevo avuto era finalizzata a ottenere un risultato molto desiderato. La mia indole, come ben sanno i miei lettori, anche se nessuno di loro sarà arrivato a leggere fino a qui, non è per nulla assistenzialistica, compiangente, tenera. Ho studiato tutto lo scibile di Economia aziendale per due anni da incubo al fine di poter insegnare questa materia. Però il timore di rimanere "a piedi" mi ha fatto vagliare l'ipotesi di fare l'ultimo possibile corso di abilitazione prima della fine delle SSISS.
E così ho pensato ingenuamente di poter seguire la SSISS di sostegno a Genova.
No, avrei potuto solo nella regione in cui avevo seguito la SSISS curricolare.
Almeno il tirocinio avrei potuto farlo presso la mia scuola di Busalla, però.
No, nemmeno quello: ho dovuto fare il tirocinio in Piemonte.
La mattina a Busalla, il pomeriggio a Torino, e le 150 ore per andare a Torino a lavorare gratis per il tirocinio. Nei week end preparavo lezioni audio riassuntive degli appunti presi durante la settimana, e durante i viaggi in macchina le ascoltavo. Ogni giorno 170 km di autostrada per andare a Busalla, 170 per tornare a Torino. Una tesi più lunga ancora di quella della SSISS curricolare, anche se effettivamente la mole da studiare era minore. Sono arrivata alla fine dell'anno scolastico distrutta, senza soldi di nuovo (altri 2.000 € di tasse universitarie, più autostrada e benzina per tutte quelle tratte Busalla-Torino...guardate su viamichelin i costi!), ma con un'altra abilitazione sul sostegno.

Ero arrivata a 23 + 1 = 24 anni di studi.

 In quel momento ho detto  
BASTA!!!!!!!!!!!

Fino a un anno prima avevo scelto consapevolmente di affrontare anni duri. L'anno di sostegno era stato quasi un obbligo: o sarei rimasta a casa, o avrei dovuto frequentarlo.
Gli obblighi non mi piacciono, ma seguendo la SSISS di sostegno mi ero garantita la presenza in due graduatorie a esaurimento, e la sicurezza (????) di dover soltanto aspettare per entrare di ruolo, come accaduto a molti altri SISSini prima di me.

Non avrei più studiato un secondo per poter insegnare, se non per preparare le lezioni di economia per i ragazzi.

In ogni caso, da quel giorno non ho più studiato un secondo manco per preparare le lezioni di economia ai ragazzi, perchè ho insegnato unicamente sostegno, spesso in scuole/classi dove la mia materia manco era prevista. Posti di lavoro di Economia aziendale manco a morire. I miei compagni della SSISS curricolare non abilitati sul sostegno o hanno cambiato lavoro o hanno fatto supplenze saltuarie brevi, magari ripescati sul sostegno dopo mesi di disoccupazione.

Il primo anno di insegnamento sul sostegno, a Genova, mi sono ritrovata in una situazione ben al di fuori della legge, con troppi alunni disabili troppo gravi in aule troppo affollate e spesso da sola. Sono stata picchiata da un'alunna per tutto l'anno. Grazie a questa situazione insostenibile, dopo un mese di lavoro avevo già una denuncia sulle spalle perchè una studentessa gravissima era fuggita dalla scuola.
Più volte a notte mi svegliavo di soprassalto e per un attimo credevo che tutta quella situazione fosse un incubo, invece era vera.

Adesso sono al terzo anno di sostegno (ovviamente come precaria, pagata solo dal 1 settembre al 30 giugno) e non ho ancora capito bene cosa si debba essere per essere buoni professori di sostegno: si passa dal dover essere tuttologi che sappiano spiegare a persone in difficoltà tutto lo scibile, a disegnare fiorellini e contare fino a 3 per un anno intero, a sferruzzare in uno stanzino a fianco di uno studente che è un vegetale incapace di muoversi (ma pure lui ha il diritto all'"istruzione").

Sono tre anni che non insegno Economia aziendale. Ipotizzo di aver dimenticato tutto quanto, ma non accetto mai ore supplementari di Economia aziendale nelle scuole in cui ho una cattedra di 18 ore per non danneggiare colleghi più indietro di me in graduatoria. Non dò ripetizioni private in nero perchè non amo le attività sommerse ed essere fuorilegge. Mi sto quindi dimenticando tutto quello che avevo imparato così bene, perchè lo Stato ha pensato di prendere i migliori nell'insegnamento delle loro discipline e far cambiare loro lavoro, di far svolgere loro un lavoro a cui mai avevano pensato e che si sono trovati tra capo e collo all'improvviso, per evitare di rimanere "a piedi". Poi forse a qualcuno è pure piaciuto. In ogni caso penso che pochi abbiano iniziato il lunghissimo iter per fare l'insegnante con il fine di diventare prof di sostegno.

Alla fine di tutto questo, il caro Ministro Profumo se ne esce con l'idea che le SSISS fossero solo una preparazione per accedere al concorso ordinario, e che essere abilitati SSISS o laureati prima del 2002 vi dia allo stesso modo accesso. In più, per accedere alla cattedra di sostegno, un partecipante al concorso specializzato sul sostegno dovrebbe sperare che la sua materia sia oggetto di concorso (cosa che nel mio caso non è avvenuta) e, una volta ripassata per l'n-esima volta tutta la sua materia ormai scordata, rinunciare alla cattedra curricolare per scegliere sostegno. Per chi non vede la sua materia oggetto di concorso, ciccia anche per il sostegno.

Io penso di avere già dato a sufficienza per fare l'insegnante.

Mi sono già sentita presa in giro a sufficienza.

Ho già scritto più volte al Ministro, l'ultima delle quali insieme a vari colleghi: ecco la mia personale e ultima lettera:

"Richiesta di bandire il concorso per insegnanti solo per le classi di concorso con la graduatoria a esaurimento esaurita

 Gent.mo Ministro Profumo,

Le scrivo, fiduciosa nella sua attenzione, per chiederle di riconsiderare il target del concorso per i docenti in via di definizione.

Lei ha asserito di volerlo bandire per tutte le classi di concorso le cui graduatorie sono esaurite. Con il termine “graduatorie” ha inteso solo quelle di merito, relative ai concorsi finiti nel 99.
Le graduatorie a esaurimento non sono state considerate nella sua affermazione, tanto che molti si sono chiesti la congruenza delle due frasi:
1)      Il concorso sarà bandito solo per le classi di concorso esaurite;
2)      Chi entrerà di ruolo verrà preso al 50% dai vincitori del concorso e al 50% dalle graduatorie.
La domanda che sorgeva era: come si fa ad attingere da graduatorie esaurite, in cui non c’è più nessuno per definizione? L’arcano è stato risolto: Le graduatorie a esaurimento non sono state considerate graduatorie, ma solo “depositi per abilitati in attesa di partecipare al concorso”. Ma allora perché alcuni degli abilitati sono entrati di ruolo “serenamente” e altri vengono posti di fronte alla SCELTA tra sostenere un altro concorso e raddoppiare i tempi di permanenza nelle graduatorie? E poi perché le graduatorie a esaurimento non rispetterebbero il merito? L’Esame di Stato SSIS ha una votazione in ottantesimi che viene convertita in punteggio!

In pratica, i due anni di SSIS da noi frequentati vengono ora equiparati all’anno di TFA.

Sicuramente, il TFA non ha  un Esame di Stato con valore concorsuale al termine, in quanto è previsto che l’esame con valore concorsuale sia appunto il concorso: una prova scritta con domande aperte su argomenti curricolari più una prova orale di esposizione di una lezione preparata su di un argomento estratto tre giorni prima, seguita da un colloquio di mezz’ora.
L’esame di Stato SSIS consisteva in una prova scritta di predisposizione di un’intera Unità Didattica estratta sul momento, più un colloquio di stampo tecnico e discussione della tesi finale (la terza, sintesi delle due tesi scritte sulla base dei due tirocini).

Per arrivare a sostenere l’Esame di Stato, alla SSIS, oltre a due tirocini (uno all’anno) con tanto di tesi per ognuno di essi, si erano dovuti superare (con valutazione in trentesimi) i seguenti esami trasversali, corredati da laboratori riguardanti didattica con l’uso dell’informatica e moderne tecniche di insegnamento:

1)      PRIMO ANNO:
a.       PEDAGOGIA GENERALE (75 ore)
b.       DOCIMOLOGIA (75 ore)
c.       DIDATTICA GENERALE (75 ore)
d.       PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO (75 ore)
e.       LABORATORIO TRASVERSALE (20 ore)

2)      SECONDO ANNO:
a.       PEDAGOGIA SPERIMENTALE (50 ore)
b.       SOCIOLOGIA DELL’EDUCAZIONE (50 ore)
c.       PSICOLOGIA SOCIALE (50 ore)

Inoltre, io personalmente, essendo iscritta alla SSIS per la classe di concorso A017, ho sostenuto, sempre con valutazione in trentesimi, i seguenti esami:

1)      PRIMO ANNO:
m     PARTE GENERALE
a.       FONDAMENTI DELL’ECONOMIA AZIENDALE (15 ore)
b.       FONDAMENTI DELL’ECONOMIA POLITICA (10 ore)
m     PARTE SPECIFICA
a.       DIDATTICA DELL’ECONOMIA AZIENDALE (30 ore)
b.       DIDATTICA DELLA RAGIONERIA (30 ore)
c.       DIDATTICA DELL’ECONOMIA E TECNICA DI MANAGEMENT (25 ore)
d.       DIDATTICA DELL’ECONOMIA E TECNICA DEI MERCATI FINANZIARI (30 ore)
m     LABORATORI
a.       ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE UMANE (25 ore)
b.       MARKETING (25 ore)
c.       LE RITRUTTURAZIONI D’IMPRESA (10 ore)

2)      SECONDO ANNO:
a.       IL BILANCIO E IL BILANCIO CONSOLIDATO (25 ore)
b.       LE ANALISI DI BILANCIO (25 ore)
c.       GLI STRUMENTI INFORMATICI PER LE DISCIPLINE ECONOMICO-AZIENDALI (25 ore)
d.       STRUMENTI PER IL FINANZIAMENTO DELLE IMPRESE (25 ore)
e.       PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO (25 ore)

Inoltre, mi sono abilitata per operare come docente specializzata di sostegno, facendo due altri tirocini presso le scuole e superando i seguenti esami corredati da laboratori, con votazione in trentesimi:

1)      PEDAGOGIA GENERALE (20 ore)
2)      PEDAGOGIA SPECIALE (20 ore), più i seguenti laboratori ad essa afferenti:
a.       Progettazione individualizzata (10 ore)
b.       Problemi dell’orientamento e della valutazione (10 ore)
3)      DIDATTICA SPECIALE (20 ore) , più i seguenti laboratori ad essa afferenti:
a.       Linguaggi non verbali (15 ore)
b.       Linguaggio logico/matematico (15 ore)
c.       Psicolinguistica (15 ore)
d.       Tecniche di apprendimento cooperativo (15 ore)
e.       Tecnologie dell’istruzione (10 ore)
4)      PSICOLOGIA CLINICA (20 ore) , più i seguenti laboratori ad essa afferenti:
a.       Sensibilizzazione alle dinamiche di gruppo (15 ore)
b.       Tecnica del colloquio (10 ore)
5)      NEUROPSICHIATRIA INFANTILE (40 ore), più i seguenti laboratori ad essa afferenti:
a.       Tecniche dell’osservazione (15 ore)
b.       Minorazioni uditive e visive (10 ore)
6)      PSICOPATOLOGIA DELL’ETA’ EVOLUTIVA (20 ore)
a.       Disturbi dell’apprendimento (10 ore)
b.       Disturbi di lettura e scrittura (10 ore)
Alla fine del percorso, ho sostenuto un esame finale, con discussione della tesi relativa ai due tirocini e al portaolio creato in base a una tematica scelta.

Lei ritiene veramente che tutto questo iter sia riconducibile a un’abilitazione senza valore concorsuale? Non nota l’affinità tra le prove del suo concorso e quelle dell’Esame di Stato da noi superato? Non pensa che ci siamo meritati di entrare di ruolo come tutti coloro che, avendo frequentato la SSIS, hanno avuto la fortuna di appartenere a classi di concorso con graduatorie meno affollate e sono già stabilizzati senza necessità di dimostrare per l’n-esima volta le loro competenze, capacità e conoscenze?

Pertanto, alla luce di tutto ciò, le chiedo di aspettare che le graduatorie di ogni classe di concorso siano VERAMENTE esaurite, prima di bandire un concorso per la suddetta.
Questo velocizzerebbe l’eliminazione del precariato (che entrerebbe di ruolo al doppio della velocità di quella da lei prevista con il doppio canale), la stabilizzazione che lei tanto ricerca, e la prosecuzione con il nuovo sistema di reclutamento, lodevole in quanto pone termine al precariato.

Cordialmente,

Mattea Rolfo (Specializzata SSIS Piemonte tuttora precaria e inserita in Graduatoria a Esaurimento, classe di concorso A017, abilitazione sul sostegno AD03)"

Il bando è uscito lo stesso, è uscito per classi di concorso in cui non solo le Graduatorie a esaurimento non erano esaurite, ma pure le Graduatorie di merito del concorso del 99 erano ancora in piedi. Si prospetta, in questo ultimo caso, l'eliminazione delle vecchie Graduatorie di merito. E chi l'ha detto? All'epoca si era promesso il ruolo a chi avesse passato il concorso. C'è gente che aspetta dal 99 e il Governo che fa? Li cancella, perchè ha da fare il suo nuovo concorso! A che fine? Non si capisce proprio, probabilmente per farsi bello davanti alle miriadi di persone che nulla sanno del perverso meccanismo della scuola (e non è difficile non saperne nulla).
Ora ci hanno promesso che le graduatorie ad esaurimento rimarranno in piedi, "semplicemente" con un rallentamento del ritmo di immissioni in ruolo, ma chi ci crede più? E anche se così fosse, perchè per risolvere il precariato il Ministero dovrebbe assumere altre persone se non quelle che sono già in Graduatoria e lavorano da anni, come precarie grazie alle politiche dissennate dei vari Governi che si sono succeduti?

Alla luce di tutto questo,

NON FARO' IL CONCORSO.

PIUTTOSTO FARO' UN BEL RICORSO.

E magari nella prossima vita farò l'astronauta....forse studierò meno!

PS Si accettano nei commenti racconti di vita vissuta di altri SSISSIni, che saranno probabilmente incasinati come e quanto il mio!

mercoledì 10 ottobre 2012

Lezioni di diplomazia


ND: non so un tubo perchè non ho studiato
D: so di non sapere, come Socrate

ND: sono una frana in questo ambito
D: questo ambito è una mia area di miglioramento

ND: mi fai schifo
D: sei una persona ottimale, ma io ho pessimi gusti

ND: non ho voglia di fare un tubo
D: sono una persona strategica che ottiene massimo rendimento con minimo sforzo

ND: non mi viene una cavolo di idea per il post di oggi
D: ho avuto un'idea così rara per il post di oggi che pochi ne capiranno la profondità

lunedì 8 ottobre 2012

Il pericolo del silenzio


La bicicletta è un mezzo pericoloso.
E' pericolosa perchè è silenziosa.
Se vai in bicicletta, non fai rumore.
Se non fai rumore, nessuno ti sente.
Se nessuno ti sente, non esisti.

E' facilissimo che ti schiaccino
che ti sbattano contro
che ti sbattano contro, ti schiaccino e poi ti insultino anche,
perchè in questa società del rumore,
delle gare a chi urla di più,
del parlare a tutti i costi,
del volume sempre più alto,
dei martelli penumatici,
delle sirene non ammalianti,
degli allarmi di chi ha paura di perdere cose,
dei discorsi infiniti,
se sei silenzioso
non esisti.

venerdì 5 ottobre 2012

Storia triste e dolorosa, più dolorosa che triste per via dell'epilogo quasi lieto


Davanti al negozio di tatuaggi c'è una folla incredibile.
In mezzo alla folla sbuca un'ambulanza.
Il tatuatore si è addormentato mentre tatuava una ragazza.
 Troppi bagordi la sera prima.
L'ago, nella distrazione del manovratore, le è affondato nelle carni del braccio, attraversandolo e conficcandosi nel lettino sottostante.
La ragazza ha molta fretta, e si lamenta di essere così, inchiodata al lettino proprio questa mattina che deve fare un importantissimo compito in classe a scuola, tanto più che è l'anno della Maturità.
La folla che si è accapannata intorno al negozio partecipa al suo strazio. Molti la tirano per le gambe e per il braccio libero, cercando di staccarla dalla sua croce a forma di barella, ma niente.
Quelli della Croce rossa guardano con disappunto la scena, cercando di escogitare una soluzione alternativa, ma le loro menti annebbiate dal sonno delle 7 e mezza del mattino sono ottenebrate.
Alla fine la ragazza si alza con il lettino incollato, esce dal negozio davanti agli occhi di tutti, non paga affatto il suo tatuaggio trasversale di profondità, seppur sia una cosa mai vista, e sale sull'autobus con il lettino e il macchinario tatuatore allegati indissolubilmente.
Svolgerà il compito in classe.
Prenderà un brutto voto, perchè fare un compito in classe con un lettino attaccato al braccio per mezzo di un ago da tatuaggi non è agevole, seppur si presti ad avere ampia superficie per segnarsi le cose da copiare.
L'annata con il lettino attaccato sarà così dura che a giugno verrà bocciata.
In compenso aprirà un negozio di tatuaggi aperto 24 ore su 24 e si arricchirà molto più dei suoi compagni liceali sfigati, che finiranno a lavorare in nero in call center dislocati per la città. 

mercoledì 3 ottobre 2012

Mezz'ora


Entro in una portina, ed ecco, là, in basso, a destra, un Topolino.
Non un topolino, un Topolino.
Tutto bello nuovo incartato nella pellicola trasparente.
Attacco di cleptomania.
Voglio prenderlo.

Poi penso che probabilmente appartenga a qualche bambino, e che quel bambino se ne stia come me ne stavo io, quando ero abbonata a Topolino, che aspettavo tutta la settimana che arrivasse il mercoledì, e il mercoledì arrivava e arrivava anche il Topolino, e io lo scartavo con foga, me lo leggevo con foga, e dopo mezz'ora l'avevo letto tutto e ricominciavo ad aspettare che arrivasse il mercoledì successivo, per riscartare con foga e rileggermi con foga anche il numero successivo, e avanti così.

Mezz'ora a settimana di divertissement puro, godurioso, alienante, defaticante.

Quasi quasi mi riabbono. 

lunedì 1 ottobre 2012

Oggi scrivo di politica


 I PRODI dell'esercito degli SCILIPOTI combattevano come LEONI nelle pianure assolate, continuando a incrociare le armi per più giorni e TRAMONTI consecutivi. L'indiano, salito in cima a un roccione per contemplare la FISICHELLA dell'indianina chiamata "Parla con i SEGNI" che aveva tanto AMATO, aveva già du MARONI così di vedere tutti quei CASINI dall'alto, di vedere tutti quei FOLLINI che tanto si muovevano per non combinare nulla di buono. Dalla sua postazione fumava come un TURCO per passare il tempo, e invece dell'indianina vedeva passare LA RUSSA con il suo colbacco ROSSO, che si precipitava nella folla con le FINI braccia armate in avanti e la sinuosità di un DELFINO. Cambiò idea e pensò che anche LA RUSSA avrebbe potuto renderlo felice come un GRILLO, ma disse a se stesso di starsene BONINO in cima alla roccia, in stato meditativo, con il portamento di un CONTE, anche se di famiglia era un PASTORE e coltivatore. Per tranquillizzarsi si fece una PERA: ne aveva dietro, caricati sul cavallo, due grandi SACCONI: il suo albero che cresceva sulla COSTA vicino ai CASTELLI ne aveva fatte così tante, di pere, che ne aveva da VENDOLA.