LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 26 settembre 2012

???

Vivevo la mia vita fino a poche settimane fa.
Poi, un mattino, ho aperto gli occhi, mi sono girato e ho visto lui, bello placido, nel mio letto.
Prima che potessi reagire in qualche modo, mi è entrato dentro.

Ho pensato: Ora mi alzo, dato che mi sono svegliato. Certo che però, come scendo dal letto? Con il piede destro o quello sinistro? Certo che pare porti sfiga alzarsi con il piede sbagliato. Forse il piede sbagliato è il sinistro per tutti i destrorsi, ma io che sono mancino come posso fare? Mi uniformo agli altri scendendo con il piede destro, oppure scendo con il sinistro, che è quello giusto per me? Mmmm...son problemi. Poi, per mettere giù i piedi devo tirarmi su. Quale sarà il modo esatto per titrarsi su senza danneggiarsi la schiena? McKenzie direbbe che bisogna tenere la schiena inarcata in un senso, ma il mio allenatore diceva di tenerla inarcata esattamente nell'altro senso. Come faccio a sapere qual è il senso giusto? Potrei guardare su Internet e tirare giù un file Excel dettagliatissimo in cui fare uno studio di probabilità legato al gran numero di dati, per stabilire qual è la posizione probabilmente più adatta. Ma per andare su Internet dovrei alzarmi, e come faccio ad alzarmi se non conosco l'incurvatura giusta della schiena? E poi, per connettermi, starò usando il servizio più economico? Potrebbe essere dannoso usare un fornitore diseconomico, considerato che i mesi in cui si paga la bolletta in un anno sono dodici, in dieci anni 120, in mille anni 1.200, e avanti così. Metti una differenza di 5 euro al mese, sono già...1.200 x 5...mi ci vorrebbe la calcolatrice...ma per prenderla dovrei alzarmi...e poi non so se la differenza è proprio di 5 euro...e se fosse di 3,45? E poi con i se e con i ma non si fa nulla: dovrei vedere queste offerte su Internet, ma senza sapere le tariffe non oserò certo connettermi, senza calcolare che non mi posso alzare senza sapere come posizionare la schiena.

Oggi non vivo più la mia vita.
Sono morto.
Dentro il letto.
Con la schiena dritta.



lunedì 24 settembre 2012

Accenti migranti

Il mio accento ha subito variazioni piuttosto particolari nel corso della vita.
All'inizio non c'era alcun dubbio, avevo un accento piemontese che buttava per terra. A scuola, quando c'era da leggere qualche brano, oppure da declamare qualcosa in pubblico, iniziavo a sentirmi sempre più piemontese, sempre più paonazza di vergogna, sempre più imbarazzata, e quando giungeva il momento, ero così piemontese, ma così piemontese che tutti mi prendevano in giro, pur vivendo in Piemonte.
Questo disagio accentuato mi ha seguita per anni e anni.
Il bello è che non avevo la più pallida idea su come togliermelo di dosso: non capivo che fare.
Dicevo: "Chè bééééllòòòòòò!" e tutti ridevano, e io non sapevo che nell'alfabeto italiano le vocali fossero sette e non cinque. Ne sapevo solo cinque e le dicevo così come mi veniva, e mi veniva piemontesissimo!

Poi mi sono trasferita in Francia, dove parlavo un ottimo francese con ovvio accento italiano. Lì mi deridevano tutti per l'accento italiano, non sapendo che, in verità, non era italiano ma piemontese. Solo io lo sapevo, ma ero confortata dal fatto che nessuno lo capisse. E' un po' come se un italiano andasse a dire a un francese marsigliese che parla in italiano che ha l'accento marsigliese: non si dice, si dice che ha un accento francese e basta. Che meraviglioso cambio di prospettiva, che ampliamento degli orizzonti è stato per me!

Quando sono tornata dopo vari anni in Italia, e non in un'Italia qualunque, ma in Piemonte, e non in un Piemonte qualunque, ma a Cuneo, mi sono seduta in un dehors di una pizzeria e mi sono resa conto di essere circondata da gente con un accento piemontese devastante. Non li sopportavo nemmeno, mi disturbavano l'orecchio.
Intanto i cunesi hanno iniziato a prendermi per russa, rumena, francese, e hanno smesso di dirmi che avevo l'accento piemontese.

Poi sono finita a lavorare Genova, ma accento genovese niente. Manco un belin belan piccolo piccolo sparso per le frasi.
Purtroppo, dopo un trasferimento a Cuneo, ho lavorato un po' a fianco di un piemontese d.o.c., e mi sono resa conto di essere spacciata. I primi giorni mi veniva il mal d'orecchie al sol sentirlo, dopo una settimana mi pareva parlasse un italiano lavato in Arno. Voleva dire che ero riregredita alla situazione iniziale in una sola settimana.

La gente, però, non mi diceva più "che accento piemontese che hai!". Forse era per educazione, forse perchè non interagivo più prevalentemente con adolescenti che risaputamente hanno l'hobby di fare delle tue debolezze un perno su cui roteare vorticosamente conficcandotele nel cuore come un vampiro farebbe con un paletto di frassino.

Poi, sono finita a Torino, dove non si trova un piemontese manco a piangere, e credevo che il mio accento si fosse stabilizzato. Lavorando nella scuola, dove il 99% della gente viene da sotto Napoli, pensavo che tornassi ad essere indicata per una piemontesona.

Invece no.

All'inizio erano tutti convinti che fossi veneta.

Gradualmente, complice anche un compagno metà tedesco e metà romano con l'optional della zeppola, mi è venuta una strana C, simile a una Z.

Adesso tutti mi prendono per emiliana.

Tutto questo può anche essere accettabile, è arrivato gradualmente, può andar bene.
Ma il colpo di grazia mi è arrivato da Alessandra: mi ha fatto notare che in ogni parola terminante per N in realtà pronuncio NG. Da ciò, scaturiscono paroline carine, come: "couponG di GrouponG, Bob DylanG, Alberto PianG" ecc ecc.
Mi piacerebbe capire da cosa sorga questa strana NG:
Piemontesi, che mi dite, sarà tipica della nostra pronuncia?
Francesi, che mi dite, sarà tipica della vostra pronuncia?
Ma soprattutto, Alessandra, che mi dici, ti impiccerai troppo o sarai un'acuta osservatrice?

venerdì 21 settembre 2012

Bravo!


Oltre a chi dice brava a qualsiasi donna faccia qualche sport diverso dallo spazzare la soglia di casa, qui in Piemonte c'è l'usanza di dire bravo! o brava! a una persona che non fa nulla di eclatante (il che rientra quindi nella casistica precedente, ma con una diversa sfumatura).

Esempio:

Due persone stanno parlando tra loro:
INDIVIDUO A: "Sah, andrò a mangiare pranzo, neh!"
INDIVIDUO B: "Bravo!".

Alessandra si chiede perchè ci si debba complimentare con uno che va a mangiare pranzo...tutti dobbiamo mangiare. Sarebbe da idiota non mangiare e lasciarsi morire di fame. Andare a mangiare è il minimo sindacale per la sopravvivenza, non indica chissà che bravura.
Io le faccio presente che un piemontese che ti dice bravo in realtà intende "Ma che me lo dici a fare? Non me ne frega assolutamente nulla del fatto che tu faccia questa cosa!".

Dopo un po' di giorni, Alessandra mi dice: "Penso che ora andrò a vedere quel film di cui ti ho parlato".
E io: "Brava!".

Ci è rimasta male.

mercoledì 19 settembre 2012

Alessandra docet


Oggi introduco una nuova etichetta, che si potrebbe nidificare in quella preesistente "LEZIONI DI LINGUE":

Alessandra docet.

Chi è Alessandra? Una mia nuova amica e collega, che ha una rarissima capacità: quella contemplativo-riflessiva.
Lei osserva tutto e deduce dal tutto osservazioni vere sulle persone e le loro modalità che nessuno aveva mai rilevato in vita sua, nemmeno in vite belle lunghe.
Ritengo che una dote così valida debba per forza essere celebrata con un'etichetta.
Ogni volta che la sua mente partorirà interessanti considerazioni, vi allieterò con un post a lei dedicato.

mercoledì 12 settembre 2012

Brava!

Se corri ai nove all'ora su un sentierino, un vecchietto a passeggio si gira, ti guarda e ti dice: "Brava!"...
Se pedali su per una salitina impercettibile in bici, e ti supera un tizio tutto agghindato, si gira, ti sorride e ti dice: "Brava!"...

...allora vuol proprio dire che sei una donna (e non solo per la concordanza)!

Se fossi un uomo, il vecchietto manco si sforzerebbe di mettere a fuoco la tua figura di corridore zoppicante attraverso i cm di cataratta.
Se fossi un uomo, il tizio tutto agghindato in bici ti supererebbe e penserebbe "Che mezza sega!" oppure "Quanto ''sso ffigo!".

lunedì 10 settembre 2012

Vita e problemi

Quando uno sta vivendo, deve capire bene, molto bene la differenza tra due parole: VITA e PROBLEMA.

Beh, guardando sul dizionario sembra che sia chiara:

1vìta    ['vita]
s.f.


sf
stato di attività naturale di un organismo, il quale può spontaneamente conservarsi, accrescersi e riprodursi
sf
il vivere particolare di ciascun individuo, caratterizzato dal modo e, dalla durata
sf
essere vivente, specialmente uomo
sf
l'insieme dei fatti più importanti della vita di qualcuno
sf
salute, vitalità
sf
nel corpo umano, la parte incavata sopra i fianchi, intorno a cui si pone la cintura

problèma    [pro'blɛma]
s.m.


sm
questione in base alla quale si devono trovare uno, o più elementi ignoti partendo dagli elementi noti contenuti nell'enunciato della questione stessa
sm
per estensione, situazione difficile che deve essere superata
sm
cosa o persona che genera preoccupazione

A leggere così sembra che si tratti di cose diverse, però c'è gente che confonde la prima con il secondo.
Se piove, non è un problema, è la vita. Se la pioggia mi alluviona la casa, allora quello è un problema.
Se mi dimentico qualcosa a casa, non è un problema, è la mia vita, e si tratta appunto del mio vivere particolare, caratterizzato da un modo disorganizzato e da una maggior durata delle attività necessarie a trovare elementi già noti. Se mi dimentico tutto perchè ho l'alzheimer, allora quello è un problema.
Se il lavoro che faccio mi sfa correre da tutte le parti, è la vita che mi sono scelto. Posso sempre modificare la mia vita per fare un lavoro che mi faccia correre meno o correre meno senza cambiare lavoro. Se mi prendo l'esaurimento nervoso per il lavoro, allora quello è un problema.  
Se la macchina non parte, è la vita della macchina che è arrivata alla fine. Nella tua vita hai calcolato male il periodo di ammortamento della vettura o di alcune sue parti. Ma puoi sempre andare da un meccanico e fartela aggiustare. E' la vita. Se frantumi la macchina in un incidente e già che ci sei ti frantumi pure tu, allora quello è un problema. 
Se vivi in uno Stato di merda, è la vita. Se voti in modo da vivere in uno Stato di merda, allora è un problema. Se non puoi votare in altro modo, allora è un problemone.

Si accettano continuazioni.

venerdì 7 settembre 2012

L'ingenuo e idealista Favia

Premetto che non sono una che si interessa di politica più del necessario, nè ho un chiaro orientamento politico, e di rado scrivo post riguardanti la politica (solo il necessario).

Ieri, giovedì 6 settembre, però, guardavo Piazza Pulita: la puntata era sul Movimento 5 stelle.
 Ho visto lo "scandalo" della mancanza di democrazia interna  al Movimento denunciata per ERRORE da Favia.


Ora, io sono una pivella, ignoro quasi tutti i principi del buon politico (anche se forse non sono l'unica, ma almeno non sono nemmeno una che fa politica), ne capisco poco, eccetera eccetera.
Però, nonostante tutte queste mie lacune politiche, quando ho visto il fuori onda (che trovate qui) mi sono chiesta: ma come si fa a essere così deficienti da dire cose del genere per ERRORE proprio al giornalista di Piazza Pulita? Dille a tua nonna, al tuo cane, al tuo migliore amico, scava un buco nel suolo, dille e poi tappalo controllando che non ci siano canne di bambù nè vento nei pressi, ma non dirle al giornalista di Piazza Pulita. E' stata una mossa così cretina da essere incredibile.

Io non ci credo.

Non credo che Favia abbia detto una cosa così senza farlo apposta, per uno sfogo. Tanto più che, come dice poi in un post su Facebook, da ormai 5 anni sta dando la sua vita per il Movimento 5 Stelle. Insomma, uno che si fa uno sbattone grande quanto un grattacielo giapponese per 5 anni non è così cretino da toppare su un'ovvietà chiara anche alla qui presente e scrivente. Tanto più che in questi cinque anni è arrivato ad essere eletto consigliere regionale in Emilia con ben 161.000 preferenze. Potrebbe forse essere uno stronzo, ma probabilmente non un cretino.

Ipotesi: uno si stufa di avere l'incombenza di un controllo centralizzato come quello di Casaleggio. Decide di passare per un candido ingenuo vittima del sistema, che non ce la fa più, che si arrabbia per le ingiustizie, e che, umanamente, commette errori ma è tanto bravo.
Quelli del programma, prima di passare il servizio, che in realtà hanno in mano da maggio 2012, fanno vedere che Casaleggio è additato come pericoloso per la libertà e con tendenze "dittatoriali" da più ex esponenti del movimento. Proiettano anche un filmato in cui la Casaleggio propone, forse provocatoriamente, lo scoppio di una terza guerra mondiale e un apocalittico futuro. Per quanto uno possa capire la provocazione, il senso nascosto, gli intenti secondi, il dubbio che questo Casaleggio non sia proprio un tipo moderato e tranquillo sorge.
Dopo il video, il programma propone la rivelazione, verso fine programma, cioè nell'ora in cui il telespettatore annebbiato già ciondola la testa colto dal sonno delle 23,30.
Prima c'è lo stupore, poi, nel dibattito, si inizia un po' a dare addosso, un po' a giustificare Favia. All'inizio soprattutto a dare addosso, alla fine soprattutto a giustificare, finchè, proprio negli ultimi minuti di programma, arriva la comunicazione del post su Facebook in cui Favia giustifica il suo errore.
Secondo me Favia non ha fatto nessun errore, ma si è messo d'accordo con quelli del programma per apparire come un bravo poveraccio (qui in Piemonte si direbbe bun'hom) che vuole giustizia e democrazia dentro e fuori dal movimento. Intanto Casaleggio è demonizzato e allo spettatore risvegliato dallo scoop sorge il dubbio che Grillo non sia proprio quel personaggio impossibile da manovrare.
Si spegne la tv, si va a dormire con dubbi su un movimento che fin qui, a parte alcune magagne di personaggi isolati e subito "fatti fuori", sembrava integerrimo.
In un futuro, se mai si dovesse dividere il movimento, chi voterebbe il cittadino?
Il Movimento 5 stelle originario, con un Grillo ormai vecchio e manovrato da un dittatore che ottenebra le menti e fa il burattinaio dall'alto della sua intelligenza cibernetica o una sua costola staccata, composta da persone tanto brave, forse un po' ingenue, ma così amanti della libertà e della democrazia da mettere a repentaglio per questi con un ERRORE anni e anni di fatica e sudore?

mercoledì 5 settembre 2012

Il lavoro distoglie

Ci vogliono personalità ed equilibrio per potersi permettere di lavorare poco o niente e non impazzire. 


lunedì 3 settembre 2012

Post lapidario


L'altro giorno pedalavo, e all'improvviso, proprio sulla mia traiettoria di pedalata, ecco una lapide posata là, sul ciglio di uno stradone.
Mi sono detta ma cosa cavolo ci fa una lapide sul ciglio di uno stradone?
Poi mi sono anche risposta che probabilmente il tizio è morto proprio lì, su quel ciglio. Magari l'ha investito una bici, magari un autobus, magari è caduto nel fosso, ma sembrava brutto mettere una lapide in un fosso, ché poi si ammuffisce tutta.

Bella, quest'idea di mettere la lapide nel posto esatto in cui uno muore.

Se tutti lo facessero, in strada non si potrebbe più circolare.
Se tutti lo facessero, negli appartamenti sarebbe un gran casino ristrutturare e anche dare la cera e anche camminare. Pure dormire nel letto sarebbe complesso, soprattutto nelle case antiche.
Se tutti lo facessero, alcune ditte dovrebbero vivere per aria, con tutti i materiali per predisporre lapidi in cielo,e lì altro che muffa. Poi chissà che prezzi. Complicata e dispendiosa anche la visita ai cari morti il giorno dei morti.
Se tutti lo facessero,andare a fare free climbing sarebbe molto più semplice, con tutte le lapidi a cui appigliarsi nei paaggi più complessi.
Se tutti lo facessero, in fondo ai ponti ci sarebbero dighe di lapidi e si creerebbero laghi, in cui la gente annegherebbe, e anche sul fondo dei laghi si creerebbero lapidi, che farebbero straripare ancora di più i laghi, che allagherebbero i centri abitati, che diventerebbero un lapidario.E se nel centro abitato uno cade perchè si inciampa su una lapide e sbatte la testa su un'altra lapide? E muore? (ndf)

In realtà, a ben pensarci, non è poi sta grandissima idea, farsi seppellire dove si è morti.

E pure quella lapide sul ciglio della strada, potrebbero toglierla di mezzo, che mi sballa tutta la traiettoria.