LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 29 aprile 2011

Grappa "invecchiata"

Essendo una buongustaia, l'altro giorno mi concedevo alcuni sorsi di una fantastica grappa del discount, del valore nientepopodimeno che di 11,90 €.
Io non è che ne sappia molto di grappe: per me barricata o no, invecchiata o no, l'unica cosa che sento è un nodulo di fuoco che mi scende giù per l'epiglottide, per poi espandersi nello stomaco in una calda nebbia nebbiosa e nella mente in una nebbia ancora più nebbiosa.
Prima dell'annebbiamento totale, in me cagionato generalmente da 1 o 2 grammi di liquido, a volte anche zero, ho osservato l'etichetta con quel savoir-faire che solo noi laureati in marketing abbiamo. Sull'etichetta c'era scritto:
"LUNGAMENTE "invechiata" IN BOTTI DI ROVERE".

Ma perchè le virgolette intorno a invecchiata? Al che sono andata a informarmi, e ho scoperto che la grappa può definirsi invecchiata solo se la sua permanenza nelle botti ha superato i 12 mesi. Ora, è vero che il termine "lungamente" è molto opinabile. Basti pensare al racconto del re angosciato dal passare troppo veloce del tempo a cui fecero girare una manovella per un giorno intero, rivelatosi eterno. Ecco, secondo me la grappa ha subito più o meno il trattamento della rotella del re: un giorno mooolto lungo. Perlomeno come percezione. E, di già che ci siamo, le botti, trattandosi di stampatello in cui non si distinguono maiuscole e minuscole, non erano botti di rovere legno, bensì di un amico del produttore chiamato Rovere di cognome, probabilmente in compensato.
Ora capirete perchè a volte, oltre al nodulo di fuoco che vi scende giù dall'epiglottide, potreste ritrovarvici anche un po' di schegge di legno.

mercoledì 27 aprile 2011

Ascese e discese

Una volta andavo a correre vicino a dove vivevo, che era a Nizza, in un quartiere non dei più belli, ma attaccato a un quartiere dei più belli, Nice Cimiez, che uno passava d'un colpo da stradine straripanti di kebabbari, negozi di prodotti arabi, casoni pieni di gente piena di figli di tutti i colori stipata dentro, a una strada in salita, elegante tra due varchi di case nobili, torri avvolte di edera, attici da mille e una notte con vista su tutta la città coricata e sul mare in cui Nizza tiene a mollo i piedi. Insomma, dal basso ventre della città, inerpicandomi per una gradinata, arrivavo nel paese dei balocchi, e si sa, il Paese dei balocchi è in salita, tanto in salita, e pochi ci arrivavano a piedi, tipo quel barbone che andava davanti allo Schlecker di classe a far finta di suonare una chitarra, e anche quella era classe, perchè almeno faceva qualcosa, tremendo, perchè uscivano suoni assurdi, ma era comunque di classe dedicarsi a un'attività e non starsene mollemente allungato a terra tendendo la mano.
E io anche mi sentivo all'improvviso di classe a salire così tanto i ranghi sociali in mezz'ora, solo che poi, come ero salita, dovevo scendere, e scendere era una cosa tremenda, perchè si scendeva tanto quanto si era salito, e, anche se era faticoso, io preferivo sempre salire che scendere.
Quando uno scende di corsa capita che la discesa abbia la meglio su di lui, e che non sia più lui a correre la discesa, ma la discesa a correre lui. E così, si perde un po' il controllo, e si scende incontrollatamente, e quelli di Cimiez lo sapevano, che quelli del sotto prima o poi dovevano tornare sotto, e che la discesa avrebbe avuto la meglio su di loro, e così avevano costellato i marciapiedi di paletti appuntiti, che tutte le volte che io scendevo da lì mi dicevo che prima o poi avrei inciampato e sarei finita di pancia prima su quelle punte, e che se fosse accaduto ad altri, quelli di Cimiez avrebbero potuto sfoggiare una palizzata con i corpi esangui di quelli dal basso che avevano osato l'ascesa.

Come monito.

domenica 24 aprile 2011

Ferie pasquali


Gesù, avendo ottenuto da Dio quattro giorni di ferie per Pasqua, è sceso in terra con il suo razzo depulsore. Ha lanciato un'occhiata d'insieme, e gli è piaciuto il cielo su Torino, e così è sceso lì sopra. Anche perchè, con tutto 'sto smog, non c'era pericolo di non trovare appigli per scendere.
La discesa in cordata doppia dalle masse di smog su cui aveva parcheggiato l'ha fatto atterrare in testa alla statua della Maddalena. Da lì, ha vagato un po' per la collina torinese. Ma c'era qualcosa che non quadrava. La collina, non sapeva perchè, gli puzzava un po' di falso. Si era soffermato comunque a prendersi un Martini con un'oliva dentro al bar vicino al parco, ma l'oliva gli era rimasta piantata in mezzo alla gola. A momenti, se non fosse arrivato Victor Mancini che passava di lì per caso, sarebbe morto.
Allora è sceso giù ed è arrivato al Po, dove ha deciso di pescare. Ha immerso un braccio dentro l'acqua. Dopo un nanosecondo ha tirato su un moncherino, l'osso con attaccato qualche brandello di carne in putrefazione. Simone, seduto sui Murazzi a suonare un bongo, cercando di allenarsi perchè gli avevano detto che non era granchè, l'ha visto e gli ha detto ma nooo tu che hai un look così da suonatore di bongo, con quella barba e quei capelli lunghi, perchè ti sei corroso un braccio con l'acqua del Po? E adesso come fai a fare i ritmi? E Gesù gli ha detto pazienza, mi pare che cercare di imparare a suonare i bonghi a trentatrè anni sia troppo faticoso, non ho voglia di caricarmi questa croce. Poi la mia passione sono le camminate in montagna nel silenzio. Anzi, l'arrampicata. Si è rimesso l'imbragatura, è salito su per gli appigli nello smog, ma con il moncherino non era solo difficile suonare i bonghi ma anche arrampicare, e quella sua passione si rivelava essere una vera passione. Quando è arrivato all'ammasso di smog dove aveva parcheggiato, ha cavalcato il suo razzo, ha acceso il propulsore e se n'è tornato su, ché del giù ne aveva avuto abbastanza.

venerdì 22 aprile 2011

Proposta del venerdì santo

Io, di già che oggi è venerdì santo, per non essere nè cattolici nè non-cattolici, ché se no poi si parte dai due pregiudizi del credente e del non-credente ( lo dice Pino Farinotti, che non so bene chi sia, anzi, ora lo so), proporrei la visione di questo film qui.

Io l'ho visto sbocconcellando per tutta la durata del film due pizze ai peperoni e cardi gobbi, e sono ancora viva per raccontarlo.

mercoledì 20 aprile 2011

Sei intelligente? Risponditi mentalmente a questa domanda prima di leggere questo post.


Sarà che è ben difficile capire cosa sia l'intelligenza, ma al mondo esistono le seguenti categorie di persone:
  • quelli che pensano di non essere intelligenti e non lo sono: rarissima, anche perchè, generalmente, quelli che non sono intelligenti, non pensano, ma può capitare a qualcuno di avere un'intelligenza scarsa ma bastante a capire di non averla, e lì son gatte da pelare;

  • quelli che pensano di essere intelligenti e lo sono: anche questa categoria è piuttosto rara, in quanto rara è la persona davvero intelligente, e, spesso, caratterizzata da follia precoce, dovuta probabilmente all'aver capito in che casino si è messa nascendo, peraltro senza esercitare alcun personale libero arbitrio;

  • quelli che pensano di non essere intelligenti e lo sono: trattasi della categoria degli insicuri, bassautostimati, e che rientreranno presto nella follia, assimilandosi in tutto e per tutto a quelli che pensavano di essere intelligenti e lo erano;

  • quelli che pensano di essere intelligenti e non lo sono: categoria pericolosissima, si aggira per il mondo mietendo successi a rotazione. L'importante è che non accada ciò che non deve accadere, cioè che ad un certo punto, per un qualche inspiegabile motivo, probabilmente addotto da influenza esterna, non venga loro in mente che forse non sono così intelligenti. Il dubbio potrebbe essere loro fatale. Ma generalmente, trattandosi di persone poco intelligenti, il dubbio non fa parte del loro modus vivendi.

  • quelli che non pensano: spesso hanno un incidente prima che la loro personalità possa formarsi in toto, ma, se sopravvivono, li troverete beati a contemplare un mondo tutto loro, sospeso a mezz'aria, incorporeo, senza peso e senza afflizione.
Il fatto è che nessuno sa in che categoria realmente sia piazzato. Infatti, a nessuno è dato di sapere se è intelligente o no. Anche questo post nasce del tutto sbagliato, su presupposti assurdi, in quanto, non sapendo io stessa cosa sia l'intelligenza, non posso aver osservato gli altri sapendo se siano intelligenti o meno. Tutte le categorie suddette, seppur possano apparire realistiche, sono puro frutto della mia mente bacata, e per questo bacate a loro volta.

Se vi siete riconosciuti in una categoria, avete peccato di presunzione.

Se non vi siete riconosciuti, avete appena perso un po' più di un minuto della vostra preziosissima (?) vita a leggere osservazioni del tutto inutili se non dannose.

E questo minuto non tornerà mai.

Per fortuna o purtroppo.

lunedì 18 aprile 2011

Non provarci, anzi provaci!


Quando sei lì seduto al pub, o al bar, in mezzo alla gente che straripa, e arriva la cameriera con in una mano un vassoio pieno di bottigliette bicchieri cocktail, facendosi strada a zig zag tra le spalle dell'ammasso di umani seduti agli altri tavoli, e sembra trafelata, e ti fa un po' pena, non farti mai e poi mai venire in mente di aiutarla a scaricare la roba dal vassoio prendendo repetinamente uno o più di quei bicchieri cocktail bottigliette per trasmigrarli sul tavolo.

Se ti chiedi perchè, però, prova a farlo una volta.

Poi mi dici.

venerdì 15 aprile 2011

Scaltrezza autostradale


La gente che è abituata a spostarsi per lunghi tratti in macchina elabora delle strategie di sopravvivenza invidiabili.
Si arriva a riuscire a leggere l'intero giornale durante un viaggio di due ore, anche se questa non è propriamente da inserirsi nella strategie di sopravvivenza, anzi, direi che sia da annoverarsi tra quelle di soprammorenza.
Tornando a quelle propriamente di sopravvivenza, sono da includervi le tattiche per viaggiare nei momenti in cui c'è meno gente in strada. Un po' come le vacanze intelligenti, quando tutti partono a mezzanotte perchè pensano che alle sei di sera dell'ultimo giorno della settimana di Ferragosto ci siano code inenarrabili e le trovano invece a mezzanotte, mentre alle sei la strada è inspiegabilmente deserta.
Ecco, uno che viaggio spesso si fa sempre i calcoli che i viaggiatori si fanno 3-4-5-6 volte all'anno.

Il viaggiatore abituale spesso fa il calcolo di partire il più tardi possibile, nella notte di giorni in cui non ci sono partenze intelligenti altrui a mezzanotte, per arrivare alla meta a un'ora assurda, che lo farà dormire il minimo indispensabile per poter connettere il giorno dopo al lavoro.
Al che si mette alla guida, spesso su buie autostrade tortuose e inospitali, e va a una velocità pressochè folle, prendendo le curve su due ruote, per riuscire a erodere un po' di tempo al viaggio e dormire qualche minuto in più del minimo indispensabile per poter connettere il giorno dopo al lavoro. Generalmente, il viaggiatore crede di averla spuntata fino quando arriva a proiettarsi mentalmente coricato nel suo lettino entro mezz'oretta. In quel momento, all'improvviso, dal fondo della buia autostrada emergerà una luce. Non sarà la luce in fondo al tunnel. No. Saranno due luci: i fanali posteriori di una macchina, due macchine, tre macchine, e poi le doppie frecce di una, due, tre, quattrocento macchine.
Sarà il famigeraro trasporto eccezionale: il tipico industriale che ha comprato lo yacht lungo 16 metri e largo quanto tutta l'autostrada a Milano e lo deve portare giù al mare.
Anche quelli dei trasporti eccezionali sanno calcolare i momenti in cui l'autostrada è più deserta.
Peccato che, impiegando all'incirca un'ora per fare 5 km, e trattandosi, per esempio, del tragitto Milano-Genova di 140 km, rastrellino ugualmente tutti i viaggiatori che si sono trovati dietro di loro nell'arco di 28 ore. Inoltre è un po' complicato fare un viaggio di 28 ore solo negli orari intelligenti della giornata.
La cosa positiva per il viaggiatore notturno è che, liberandosi dalla coda del trasporto eccezionale entro 5-6 ore, economizzerà il tempo necessario a svestirsi, mettere il pigiama, disfare il letto, rifare il letto e rivestirsi il giorno dopo.
Liberandosi dalla coda dopo 5-6 ore, rischierà di essere licenziato per assenteismo sul lavoro senza giusta causa. La causa c'è, ma non è giusta. Sarebbe bastato essere previdenti e organizzare meglio lo spostamento.

mercoledì 13 aprile 2011

Stress


Quando uno ha obiettivi, nel cercare di raggiungerli, fa una fatica immonda e si stressa.
Quando uno non ha obiettivi, si annoia, e, si sa, la noia è la forma più subdola di stress.
Quindi, qualunque cosa si faccia nella vita, ci si stressa.
L'unico modo di non stressarsi è nè porsi degli obiettivi, nè non porseli.
Ma è possibile?

lunedì 11 aprile 2011

Postilla al post sulle lance spezzate a favore della colocazione


Quando una vostra coinquilina impara a russare per farvi capire che il muro che divide le vostre due stanze è di carta velina, potete iniziare a inquietarvi.

venerdì 8 aprile 2011

Assemblee sindacali del settore scuola (post settorial-polemico)


Quando sei un prof, il culmine della tua realizzazione lavorativa viene toccato alle assemblee sindacali.
Per quanto possa essere grigia e frustrante la tua vita lavorativa, sai che prima o poi ci sarà una bella assemblea sindacale che ti solleverà il morale e ti farà tornare a scuola pieno di grinta, energia e senso di appartenenza alla tua classe lavorativa.

Un esempio può essere l'assemblea sindacale della CGIL FLC a cui ho assistito in quel di non stiamo a dire dove, non stiamo a dire quando. Inutile stare a dire, tanto mi sa che le assemblee sono sempre più o meno simili in tutti i posti.

Trattandosi di 5 scuole superiori, l'affluenza era la solita: 26 anime, di cui la metà che consultava il cellulare più del più menefreghista alunno, o chiacchierava ad alto volume con il collega più dei più chiacchieroni degli studenti, tanto da produrre l'eco sulle pareti della vuota sala convegni, o si spulciava, o ciondolava la testa con ritmo altalenante tra sonno e veglia.

Io sono arrivata in un momento in cui il sindacalista, che già è uno di quelli che in passato più mi hanno convinta (figuriamoci gli altri), appoggiato di chiappe alla scrivania, le gambe accavallate una sull'altra con nonchalance, il mocassino semiprimaverile ai piedi e la faccia di quello che sa, diceva: "Noi della CGIL non facciamo ricorsi: i ricorsi li fanno [elenco di tutti gli altri sindacati, perchè l'unione fa lo sforzo, ed è meglio non sforzarsi troppo], non noi, che siamo un sindacato serio".
Dopo 10 minuti ha asserito: "Gli organici di fatto sono coperti da supplenze annuali al 30/06, mentre sarebbe giusto che si trattasse di contratti fino al 31/08, ma noi della CGIL stiamo facendo un sacco di ricorsi vincenti su questo fronte!".
L'importante è la coerenza.

Altre chicche dalla folta platea:
  • premesso che il CLIL è un corso ipoteticamente avviando dal MIUR per permettere agli insegnanti di proporre alcune parti della loro materia non linguistica in lingua straniera, una prof di francese si è alzata e ha asserito che con questo CLIL si sarebbero sottratte ore agli insegnanti di lingua, e soprattutto si sarebbe insegnata una lingua maccheronica, con il livello B2. Io sono abbastanza d'accordo sulla lingua maccheronica: ritengo che una persona che ha studiato le lingue straniere in Italia senza mai andare all'estero non possa arrivare al livello di qualcuno che ha vissuto in lingua straniera, immerso nella cultura relativa. Ma questo non si impara nè all'Università, nè ai corsi abilitanti del CLIL, che ancora non sono partiti, e non si sa se e quando partiranno. Mi permetterei però di osservare che:
  1. il CLIL non richiede livello di conoscenza B2, ma C1, e non so quanti laureati in lingue lo possiedano;
  2. i laureati in lingue si sono laureati centenni o millenni fa, mentre i professori privi del livello C1 dovranno farsi da 2 a 4 anni di corsi di lingue per passare dal B2 al C1 o dal B3-4 al C1 e saranno freschi di studi;
  3. il lavoro dell'insegnante di lingue è insegnare la lingua, quello dell'insegnante di materia non linguistica in lingua straniera è farla applicare a altri ambiti educativi, quindi si tratta di due funzioni diverse.
  4. Se uno non è informato sullo stato delle cose, è meglio che stia zitto (anche se, in questo caso, forse nella sala ci sarebbe stato un silenzio totale per 3 ore).
Con ciò, è quasi scontato che, come ci sono insegnanti di lingue straniere pessimi, ci potrebbero essere insegnanti di materia non linguistica in lingua straniera pessimi, sempre che il progetto non si areni come quasi tutti quelli del MIUR.
  • Per la serie "fare sostegno per anni non lede la materia grigia", ecco una frase di un'insegnante di sostegno precedentemente abilitata in Lettere che voleva sapere se fosse possibile evitare di sottoporre agli studenti le prove INVALSI: "Ci si può rifiutare di non fare l'INVALSI?". Impara l'italiano e mettilo da parte (dimenticandolo).
Fortunatamente, i prof curricolari hanno mantenuto tutta la loro favella, infatti quelli appartenenti al 50% non dedito ad attività collaterali si alzavano a turno per porre domande della durata di quindici-venti minuti, con uso di termini dottissimi e dimostrazioni di eloquio fluente, per poi aspettare in piedi, tronfi e autocompiaciuti, che scattasse l'applauso della copiosa folla. Quando si sedevano, nessuno aveva capito la domanda, tantomeno il sindacalista, che diceva ma certo ma certo, e continuava a raccontare la sua scaletta.

Da grande pensavo quasi di fare la sindacalista.

Ora mi stanno sorgendo dei dubbi.

mercoledì 6 aprile 2011

Lance spezzate a favore della vita in colocazione


(Foto di Beatrice Roberti)

Devo dire che, dopo anni anni e anni di vita solitaria, essere tornata alla vita con coinquiline mi sta mostrando i suoi innumerevoli lati positivi.
Quando vivevo da sola, se c'erano i gatti di polvere che deambulavano per la casa come felini in un gattile, rimanevano lì indeterminatamente, a meno che non aprissi tutte le finestre e non arrivasse una tale corrente da spazzarmeli tutti via.
Quando vivevo da sola, se non cucinavo, non mangiavo, o mangiavo scatolette o yogurt o latte e biscotti o tutte queste cose insieme. Se non facevo la spesa, non trovavo nemmeno una di queste cose messa separatamente.
Quando vivevo da sola, se mi veniva la tristezza, me la tenevo e non andavo a smezzarla con le coinquiline.

Adesso, invece, accadono cose stupefacenti:
  • i gatti di polvere vengono eliminati dalle mie coinquiline prima che ancora io li percepisca;
  • se non cucino, c'è comunque qualcuno che cucina e, mosso a pietà, mi lascia qualche avanzo in una ciotola posta in un angolino della cucina;
  • se cucino, c'è gente che mangia le mie creazioni, e a volte mi dice pure che sono buone;
  • la spesa viene fatta sempre da qualcuno, e se mi vedono con il frigo e la dispensa vuoti, le coinquiline condividono con me qualche crocchetta, mettendomela nella solita ciotolina;
  • quando mi viene la tristezza, la condivido con loro, così alla fine siamo tutte tristi, ma io meno di prima.

lunedì 4 aprile 2011

Appello alle persone normali


Stavo facendo una lunga camminata attraverso una grande città.
Quando si fanno lunghe camminate attraverso grandi città è facile che accada di passare vicino a persone che parlano tra di loro, affiancarle per un po' di cammino, o incrociarle fugacemente in senso contrario.
Mentre camminavo, carpivo schegge di conversazioni.
E, non so bene perchè, ma le schegge erano abbastanza somiglianti tra di loro.
C'era una coppia che mi ha affiancata per un po', e la tipa diceva al tipo: "Ho dato al farmacista la tessera della COOP...solo io posso fare una cosa così!" Solo lei, ma anche io, e anche un migliaio di persone solo nella grande città, avevo pensato.
Poi, un'altra coppia, sempre affiancata e superata dalla mia falcata da camminata solitaria, vedeva lui impegnatissimo a spiegare come le sue stramberie fossero in un certo senso utili a un certo scopo. Quale fosse lo scopo non l'ho sentito, perchè ero già oltre.
Da due che si parlavano passatimi in controsenso è emanato un "Sono troppo strano!", e una tipa sbiondata anche lei in direzione opposta squittiva nel cellulare un "Sono pazza!".

Ma se tutti sono strambi, strani, pazzi, se solo loro riescono a fare certe cose, dove saranno finiti i normali del mondo?

Se c'è qualcuno normale in giro, si palesi con un commento a questo blog!

venerdì 1 aprile 2011

Kebab artistici


Camminavo per via San Vincenzo, e sono stata colpita da una vetrina in cui kebab antropomorfi giravano sullo loro asta appetitosi nel loro marrone carnifero.
Mi sono detta però, che avanti che sono in questo kebabbaro, hanno doti artistiche nell'intagliare il rotolone di carne a forma di busto d'uomo e donna. Quasi quasi mi prendo un panino arrotolato per premiare l'arte.
Sono entrata e ho chiesto il panino arrotolato, con tanta cipolla e tantissima salsa piccante.
La commessa mi ha guardata con gli occhi rotondissimi.
Non capita spesso che qualcuno ordini un panino arrotolato da Calzedonia.