Correvo su una strada tutta dritta, e guardavo in fondo in fondo.
In fondo in fondo ho visto un puntino nero:
Chissà cos'è, mi sono detta.
Poi, andando avanti, ho capito: un gatto nero. Marò, ora mi attraversa la strada, ho pensato. Ma poi mi sono detta: non sono mica superstiziosa, e ho continuato a correre.
Continuando a correre, ho notato che non poteva mica essere un gatto nero. Troppo grosso. Era sicuramente un tenero, morbido, coccoloso barboncino nero:
Avvicinandomi ulteriormente, mi sono accorta che non era neppure un barboncino.
Era questo bestio qui:
Mi sono detta: se non ho paura non attacca.
Del resto, i cani attaccano se sentono il sudore cagionato dalla paura.
Peccato che io, correndo, fossi sudata per la corsa.
E così, il bestio si è messo a rincorrermi per tre isolati, arrivando ad azzannarmi i pantaloni, per poi ritrovarsi con in bocca un brandello di stoffa.
Da quel giorno corro con un binocolo appeso al collo.
Sbatacchia un po', ma serve abbastanza.
Nessun commento:
Posta un commento