(A. Gramsci)
giovedì 31 dicembre 2020
La fiabetta della novella istoria
martedì 22 dicembre 2020
Fatemi capire
- dopo un periodo in zona rossa, all'improvviso, senza nessun cambiamento nei contagi o decessi che lo giustificasse, siamo diventati gialli;
- più o meno in contemporanea, è partita l'app "Io". Mentre era vietato assembrarsi, era anche caldamente consigliato comprare, comprare, comprare, fino a 1500 € in in un mese, quello di dicembre, con cashback, premi e maxipremi per chi compra di più. Ok, compro tutto on line, così non mi ammasso. Lo faccio in negozi italiani, in modo da aiutarli senza assembrarmi. Ma no, non compare nulla nel mio tardo elenco di spese cashbackabili su "Io". E no, solo se compri in presenza;
- la gente, come conseguenza, si ammassa senza pietà in tutti i luoghi in cui può, riempiendo come un fiume (o come un gregge, se qualcuno preferisce) ogni orifizio di città grandi e meno grandi. Una follia collettiva, in cui le persone si accodano anche nei peggiori ristoranti, comprano anche nei negozi più assurdi, l'importante è andare e comprare comprare comprare. Quanto sarà migliorata la qualità della vita dei negozianti in circa 15 giorni mal contati?
- di colpo chiude tutto. E, per sedici giorni, con gran parte delle persone in vacanza, non si può più comprare nulla. Fino al 23 dicembre la corsa agli acquisti diventa folle. Tutti uno sopra l'altro a comprare, girare, impacchettare. Tutti con l'ansia da "ultimi giorni" sia per il cashback dicembrino (mi raccomando, almeno 10 acquisti), sia con quella da regali natalizi. E sì, perché esce il nuovo dpcm e i regali natalizi si potranno scambiare, ma solo in zona rossa, in tutta la regione, purché chiusi in casa di qualcuno in due per volta (bambini e disabili inclusi) e purché una sola volta in ogni giornata rossa. In quelle arancioni, nemmeno si può uscire dal comune, soprattutto non per fare passeggiate all'aperto, al massimo in prossimità di casa (la solita prossimità che non è ancora stato capito sia troppo multiformemente interpretabile per avere un senso logico). Al più si può fare sport. Corsa, bici, pattini a rotelle, pattini da ghiaccio, sci da fondo o alpinismo, ... ovviamente uscendo così di casa. Se uno vuole camminare da solo in un bosco deve perlomeno mettere una tenuta apparentemente sportiva e sculettare in una marcia che potrebbe essere riconosciuta come sportiva.
- il 7 gennaio riaprono tutti gli ordini di scuola.
- dall'8 dicembre fino al 23 va in giro facendo acquisti selvaggi, approfittando dei ristoranti gremiti per incontrare 3 amici per volta. Corre cospicui rischi di contagio.
- dal 24 dicembre al 29, dal 30 dicembre al 3 gennaio, dal 5 al 6 gennaio, cioè per 13 giorni, andrà a trovare, insieme a un'altra persona e a eventuali bimbi/persone non autosufficienti, 13 gruppi familiari/amichevoli diversi sparsi per tutta la regione. Corre cospicuissimi rischi di contagio. A parte gli sportivi fissati, la persona media ligissima alle leggi non avrà tanta voglia di girare a piedi intorno a casa, e quindi trascorrerà 13 giorni DENTRO case con altre persone, appartenenti a variegati nuclei familiari, a ingozzarsi di cibo e scambiare regali.
domenica 20 dicembre 2020
Lo smart worker single dicembrino del 2020
Lo smart worker single dicembrino del 2020 ha assunto una postura a forma di sedia o anche poltrona o anche letto, con conseguenti piaghe da decubito nella peggiore delle ipotesi.
Lo smart worker single dicembrino del 2020 si mette una giacca a vento ogni sabato e domenica e va a correre, anche se non lo ha mai fatto fino al 2019, perché è l'unico modo che ha di uscire senza la mascherina in faccia. Di correre non gliene frega niente, ma approfitta per incontrare al parco persone conosciute in internet, infagottate anche loro in improbabili tenute fosforescenti, allo scopo di comunicare al resto del mondo che sì, loro stanno facendo attività non motoria ma sportiva. Non si riconosceranno, anche se le foto che hanno messo risalgono a inizio 2020. Non si riconosceranno perché l'evoluzione ha portato i loro corpi a inflaccidirsi e ingobbirsi, la pelle intorno ai loro occhi a sgretolarsi in rughe di sforzo per distinguere i caratteri al pc e soprattutto il resto della loro casa oltre lo schermo, per non parlare del resto del mondo oltre la porta di casa, campo visivo che per disabitudine sarà ormai difficile mettere a fuoco. E' passato un anno e sono invecchiati a vuoto. Si sa, il tempo non guarda in faccia nessuno, figurarsi se si nasconde dietro una mascherina.
Lo smart worker single dicembrino del 2020, se non ha molta famiglia, organizza famiglie improvvisate, con cui fa cene e pranzi sostitutive delle cene e pranzi con i congiunti. Fa una selezione di persone strettamente amiche, come strettamente amici possono essere 4 o 5 individui abitanti nello stesso comune selezionati tra quelli che hanno idee ed esigenze simili alle sue. Prima timoroso, si fida sempre di più di queste 4 o 5 persone, che poi diventano 5 o 6, e poi 6 o 7, e poi quelle che riesce a trovare, perché con il passare del tempo la paura della solitudine supera quella del contagio, perché con il passare del tempo la peggiore malattia diventa la solitudine, e anche il famigerato covid impallidisce, e si organizzano accampamenti in case a turno, così si elude il dpcm con soluzioni che li portano a congratularsi con sé stessi per la scaltrezza non unica nel suo genere, ma si sa, quando ci si congratula con sé stessi lo si fa in modo molto magnanimo, mica come quando ci si congratula con gli altri. Il meccanismo è lo stesso per gli altri smart worker single dicembrini del 2020, che a furia di fare indigestione di dpcm restrittivi allargano le maglie della loro tolleranza al nemico invisibile, e iniziano a sentirsi parte di una manica di eletti sovversivi e rivoluzionari, che sfidano il sistema con un egoismo programmato, che si sprogramma in una spirale di pranzi e cene esponenziali. Ognuno vede solo 4-5-6-7-8 persone che a loro volta vedono solo 4-5-6-7-8 persone a testa, ma vorrai mica che siano le stesse di tutti gli altri, perché gli smart worker single dicembrini sovversivi del 2020 sono persone libere, persone che sanno scegliere, e poi, diciamocela tutta, se non è successo niente per tutto il 2020 perché dovrebbe succedere proprio a dicembre del 2020.
Lo smart worker single dicembrino del 2020 installa "Io" e poi va a fare la spesa di persona, sia perché il Governo gli dice di non assermbrarsi e di spendere un sacco di soldi in presenza tutti a dicembre, sia perché non ne può più di Netflix aperizoom Raiplay pranzo/cena tra amici Primevideo aperigmeet Festivaldelcinemaonlinegiamaicano aperivicinidicasa pranzo/cena tra amici Programmazionedellatvinchiaro telefonatelungheatuttalarubrica. Quando va a fare la spesa si veste come se dovesse andare in discoteca. Esce e indossa la mascherina. Automaticamente, dal non vederci più a causa della perdita di 5-6 diottrie, si trova nella nebbia completa. Evita di prendere la macchina, tanto non la troverebbe. Al massimo potrebbe reperirla vestendosi da jogging per poter evitare la mascherina. Si inoltra nel supermercato, dove fa una coda di 2-3 ore, mentre chatta con qualche tinderiano da incontrare al parco facendo jogging. Percepisce intorno a sé un indefinito ammasso di palle biancastre che si muovono sfiorandolo. Lo sfioramento gli crea angoscia, perché ok i 4-5-6-7-8 amici dei pranzi/cene casalinghi, quelli sono amici, ma lo sconosciuto è pericoloso e dannoso, poi ogni 10 persone a una spunta il naso fuori, a due spunta tutta la faccia, e sotto si intravede una specie di straccio molle che servirebbe a non prendere multe definendolo mascherina. Ormai lo smart worker single dicembrino del 2020 ha paura dei nasi altrui. Delle bocche non parliamone. Ma tanto la polizia le multe non le fa più, e allora chi se ne frega, quasi quasi anche lo smart worker single dicembrino del 2020 abbassa un po' la mascherina, quel tanto dal permettere agli occhiali di spannarsi, al naso di respirare un po', e poi se le forze dell'ordine fanno finta di niente ci sarà un perché.
Lo smart worker single dicembrino del 2020 alla fine organizza un capodanno abusivo con i 4-5-6-7-8 amici dei pranzi/cene casalinghi, che a loro volta invitano i 4-5-6-7-8 amici dei pranzi/cene casalinghi, che a loro volta invitano i 4-5-6-7-8 amici dei pranzi/cene casalinghi. Ma, si sa, il capodanno è una festa inflazionata: si vuole a tutti i costi divertirsi ma non è mai divertente per davvero. Si sta tutti lì a mangiare cibi grassi comprati con il 10% di cashback e a fissare uno schermo con un conduttore qualsiasi che fa il count-down, e poi vuoi non baciare tutti quelli della festa. Capodanno è una sola volta nell'anno, facciamo questa eccezione, baciamoci e chi se ne frega, noi siamo sovversivi e ribelli, ma poi chi diavolo sono tutte queste persone, ma poi certo uno strisciante senso di deficienza sorge ma lo si lascia a strisciare sotto i piedi di tutte queste persone che si baciano a mezzanotte sentendosi fighe.
Il giorno dopo lo smart worker single dicembrino del 2020, dopo che tutti i dormienti se ne saranno tornati alle loro dimore, mentre pulirà la casa con il disinfettante all'amuchina, penserà che il prossimo anno basta capodanno, è una festa inflazionata mai divertente. Ma questa non è più la vita dello smart worker single dicembrino del 2020, questa è la vita dello smart worker single gennaiolo del 2021, ed è tutta un'altra storia.
mercoledì 9 dicembre 2020
Sulle scuole aperte o chiuse, il COVID e la catena di riforme del sistema scolastico
Leggo sempre volentieri quasi tutti gli articoli, in particolar modo quelli di Luca Angelini.
Davanti alla “tristezza e la frustrazione” di Miozzo per le
scuole chiuse, vorrei porre il punto di vista della sottoscritta, docente di
sostegno in un istituto professionale superiore di Torino.
E’ sicuramente vero che gli ammassamenti sui mezzi pubblici
e gli assembramenti tra studenti non solo davanti alle scuole, ma in ogni luogo, possibilmente senza mascherina e tutti abbracciati, siano dannose. Ma
non ritengo veritiero che una volta varcati i muri delle scuole cambi tutto. I
ragazzi che conosco da una decina d’anni di insegnamento nelle scuole professionali
sono fatti così, e sono spesso poco consapevoli delle conseguenze delle loro
azioni, e in generale per niente propensi al ragionamento logico-deduttivo.
Non mi riferisco qui a tutti gli alunni, perché sicuramente
ci sono delle eccezioni, ma all’andazzo generale, che è poi quello che interessa
quando si vanno a fare statistiche sui contagi.
Quando sento parlare politici e esperti vari o leggo quello
che scrivono sulla scuola, ho l’impressione che non abbiano mai messo piede
nelle classi, se non in qualche scuola d’élite poco rappresentativa. Per tutto
il periodo in presenza, i miei studenti stavano in classe perlopiù con la
mascherina sotto il naso se non sotto il mento, si alzavano di continuo, si sedevano
in due sulla stessa sedia, bevevano dalla stessa lattina e mangiavano dallo
stesso panino, e per parlare con noi prof venivano a poca distanza dalle nostre
facce e si abbassavano la mascherina eventualmente (per puro caso) alzata, perché
“così li sentivamo meglio”. Il tutto essendo redarguiti e illuminati sulla
necessità di un comportamento diverso all’incirca ogni dieci minuti, con
evidente impossibilità, o quasi, di svolgere le lezioni.
L’immagine di classi con gli alunni seduti in silenzio a
prendere appunti, ognuno nel suo banco, con la bocca a un metro dalle bocche di
tutti gli altri, sono per i nostalgici e coloro che la scuola non la conoscono.
Non ho mai insegnato in un Liceo e spero che la situazione sia un po’ diversa, ma sentir di continuo dire che la scuola non
è luogo di contagio mi pare superficiale e irreale.
Lo stesso Miozzo, tra l’altro, ha riferito che la Azzolina,
già a fine ottobre, fosse a conoscenza, dai dati trasmessi dai Presidi, di
65.000 casi nelle scuole. Ecco un articolo in proposito: https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/25451389/franco-bechis-lucia-azzolina-scuola-contagi-ecco-documento-dimostra-ministero-nascosto-verita-.html
Preciso – perché sembra dimenticato, in questo articolo - che
nelle scuole non ci sono solo gli studenti teenager, che se contraggono il
virus perlopiù manco se ne accorgono (e quindi continuano a circolare senza
sospettare nulla), ma ci sono molti docenti/dipendenti con un’età media
abbastanza alta, con famiglie da cui tornano quotidianamente, a loro volta spesso
con figli che frequentano le scuole.
Aggiungo che mi rendo sicuramente conto del danno che viene
apportato agli studenti, ma non sono d’accordo sul bilancio tra benefici e
svantaggi che viene espresso in termini generali nell’articolo. Sicuramente ci
sono un sacco di alunni che vanno a scuola per imparare, si impegnano e per
cui non andare a scuola in presenza può essere un danno. Questi stessi
studenti, in ogni caso, si daranno da fare anche in DDI, imparando a
gestire l’apprendimento in modo diverso, che non fa mai male. Lavorando nei
professionali rilevo che, grazie all’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16
anni, e anche alla cattiva comprensione della possibilità di andare comunque a
lavorare a 14 anni con specifichi percorsi alternativi alla scuola, le classi
sono piene di persone che vanno a scuola solo perché obbligate, in attesa di
compiere i famigerati 16 anni, intente solo a disturbare e a arrecare il
massimo intralcio allo svolgimento delle lezioni. Del resto, in una serie di
lungimiranti riforme scolastiche, anche le ore di laboratorio sono stata
ridotte se non quasi del tutto eliminate, aumentando il disinteresse di ragazzi
più work-oriented. Questi individui, che di solito abbandonano il percorso
scolastico verso i 16 anni o rimangono nelle scuole per interessi del tutto
alieni dall’apprendimento (tipo il fatto che abbiano un ampio mercato di
smercio di droghe leggere a portata di mano), non solo non traggono giovamento
alcuno dall’essere a scuola, ma in questo periodo di pandemia sono veramente
dannosi e, non sentendosi sottomessi a nessuna regola, favoriscono la
diffusione del virus. I processi che portano all’espulsione di simili elementi
sono lunghissimi e farraginosi, vista anche l’aziendalizzazione della scuola e
la trasformazione degli studenti in clienti e di docenti/dirigenti in tappetini
al servizio delle famiglie, che possono cambiare “prodotto-scuola” se quello
attualmente in uso non soddisfa le esigenze dei loro figli-clienti, facendo
perdere redditività all’Istituto-azienda. Inoltre, se davvero si riuscissero ad
espellere tutti gli individui di questo tipo, si dimezzerebbe la popolazione
scolastica di queste scuole.
In questo contesto degenerativo, iniziato fin dalla riforma
Berlinguer vent’anni fa, mi pare che una pandemia e un po’ di DDI non siano che
la ciliegina sulla torta del disservizio nei confronti degli studenti, mentre
ostinarsi ad aprire a gennaio questo tipo di scuole sia un efficacissimo
strumento per dare una notevole spinta alla terza ondata pandemica. Tenere le
finestre spalancate e stare nella corrente a settembre-ottobre è ben diverso da
farlo a gennaio, con l’inizio dell’influenza stagionale oltre al covid.
Considerare i docenti carne da macello pur di fare bella figura a livello politico è tipico dell’andazzo italico-scolastico di un periodo ben più lungo rispetto al 2020-21.
martedì 8 dicembre 2020
Tenersi i dubbi (esistenziali)
Una si chiama Mercedes Hall e l'altra Rebecca Hall.
giovedì 3 dicembre 2020
Lo spazio costa
E fin qui tutti d'accordo.
Il punto è che i mq costano anche quando uno ormai li ha comprati, e non solo in termini di spese di amministrazione.
E' un po' come avere il pc zeppo di file: se vuoi tenerli in salvo, senza rischio di perdita improvvisa di tutti i dati, devi pagare l'affitto di qualche cloud. Una volta erano gratis, quel tanto da creare dipendenza; adesso, ovviamente, con il bisogno diventato inevitabile, iniziano ad essere a pagamento.
Quindi è inutile dire "Oh che bello, non è più come una volta che pagavi per stampare le foto. In realtà una volta facevi ventisette foto in una vacanza, adesso ne fai 5783657 e vuoi tenerle tutte. Sarà poi così diverso, a parte il fatto che ci hanno abituati a occupare molto più spazio e che ci rincretiniamo a fotografare ogni piatto che mangiamo in vacanza, senza nessuna attenzione per inquadrature e selezione? Senza contare la condivisione selvaggia delle stesse foto su social vari, che, nel più roseo degli scenari, ci porterà via un sacco di tempo e privacy.
Poi, quando uno ha a disposizione tanto spazio, che ha pagato, gli costa anche in termini psicologici, oltre che materiali.
Se hai una casa di tanti mq, sei così sicuro che la casa rimanga al tuo servizio, e che non sia proprio tu a metterti al servizio della casa stessa, passando il tempo a pulirla e a riempirla di cose di cui prima non sentivi nessun bisogno, ma che, a furia di insistere, diventano per te indispensabili?
Se hai un armadio grosso, lo riempi lo stesso. E ti fermi solo quando lo hai riempito tutto.