LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 26 maggio 2022

Il semaforo bianco

Quando scatta il bianco, è un bel problema. 
Perché il bianco non te lo aspetti. 
Ti aspetti il verde, il rosso, anche il giallo. 
Il bianco, no. 
Non è previsto. 

Inizi a chiederti se sia un bianco che era un rosso o un verde.
Sul giallo non hai dubbi: sarebbe in centro. 
E' un bel dilemma, perché con un rosso estinto stai, con un verde estinto vai. 

Anche gli altri, poi, hanno lo stesso problema. 
Chi se lo ricorda se il rosso sta giù o su. 
Nessuno.
Siamo troppo abituati a basarci su un punto di riferimento solo, il colore, appunto, per preoccuparci anche della posizione, che ci aiuterebbe quando il primo venga meno. Ma no, noi non ci preoccupiamo, andiamo avanti solo con il colore finché abbiamo occhi per vedere colori e finché colori si palesano ai nostri occhi vedenti.

E così, un bel giorno, con il semaforo bianco, se non sbagli tu, magari sbaglia l'altro.




Un po' di preventiva attenzione ai particolari vi avrebbe salvati. 

venerdì 20 maggio 2022

Sparcheggiatori

Le automobili che si sparcheggiano sono una benedizione quando uno è in automobile in cerca di parcheggio.
Quando invece uno passa in bici, volto verso una destinazione remota, in una via non troppo larga, l'automobile sparcheggiante è una vera rottura di scatole. Intanto si forma una colonna di auto piene di esseri umani bestemmianti all'interno, meno uno, quello che vuole occupare il parcheggio che si sta liberando. Quando gli speranzosi sono più di uno, inizia la competizione per chi si accaparrerà il posto. Parte una comunicazione a gesti tra chi aspetta, rimbalzante tra specchietti retrovisori. Se i contenuti delle scatolette si accorgono di correre il rischio di non accaparrarsi l'ambito pertugio, diventano iracondi e attaccabrighe. L'ignaro ciclista corre il rischio di beccarsi una portiera addosso, aperta da uno dei litigiosi che all'improvviso, accecato dalla rabbia, scende dal mezzo senza preavviso per andare a prendere a botte e neutralizzare i concorrenti. Se supera questa prova, si trova davanti l'auto che sta facendo retromarcia. Ora, il pedalatore non ha nessuna intenzione di fermarsi, ma c'è il rischio che lo sparcheggiatore non lo veda e gli si sparcheggi addosso, se il ciclista passa dietro di lui. Può decidere di correre il rischio, calcolare la probabile traiettoria, fare una valutazione delle combinazioni di velocità sua e dell'uscente, e non fermarsi, magari accelerare pure e superare il conglomerato di automobili, attirandosi probabilmente una serie di maledizioni che gli cagionerà un cambiamento di karma. L'alternativa è fermarsi, con il rischio concreto di rimanere inglobato in una rissa per l'accaparramento del posto auto, o anche di essere schiacciato miserabilmente dagli automobilisti in attesa, che sgommeranno come disperati non appena il passaggio sarà libero, dimentichi di ogni decenza e legge stradale. 
 
La legge di Murhpy vuole che:
  • se si è in bici, si trovi un elevatissimo numero di sparcheggiatori sul proprio percorso;
  • se si è in macchina diretti verso destinazione remota, si trovi un elevatissimo numero di sparcheggiatori sul proprio percorso, fino a un km dalla destinazione, con estinzione quasi totale del loro numero all'avvicinarsi della meta. Se ce ne fosse mai uno nel posto giusto, ci sarebbero altri dieci interessati, tutti davanti, con conseguente rissa;
  • se si è in macchina nei pressi della meta, ci si riconduca alla casistica du cui sopra, a partire da "estinzione".

martedì 17 maggio 2022

Sto pensando di nuotare qui

Ieri sera ho visto, per la seconda volta, il film "Sto pensando di finirla qui". 
Ora, non voglio spoilerare nulla, non vi voglio rovinare la comprensione del film, che comunque non vi rovinereste nemmeno vedendolo, ma ad un certo punto c'è gente che invecchia, ringiovanisce, sparisce.
 
Stamattina vado in piscina, mi immergo e scopro che l'idea di mettere il dentifricio negli occhialini per non farli appannare non funziona proprio. Certo, l'ho tolto, il dentifricio, prima di immergermi. Probabilmente ne ho usato uno un po' troppo abrasivo e tenace, fatto sta ed è che oltre all'appannamento ho anche uno strato untuoso bianco ineliminabile. Mi sembra di fare rana nel lago di Loch Ness a Novembre, con la differenza che, invece di un solo mostro, qui sono immerse numerose anzianotte con la cuffia che vagano per la corsia senza criterio. Procedo con lo stile libero in un ambiente da film horror-thriller. Arrivo a fondo vasca, tolgo gli occhialini, sfrego invano con il dito per eliminare la patina.

 Mi osserva una donna sulla quarantina con un viso molto particolare, avvolta in un costume a righe blu e azzurre. Mi fa un accenno di sorriso, come se volesse parlare, ma io mi rituffo nell'oblio Mentadent microgranuli senza parlare. Dopo una vasca, torno a sfregare gli occhialini con il dito, e mi trovo davanti una donna, con costume a righe blu e azzurre, viso molto particolare, rugosa, che mi dice: "Ho 90 anni, nuotare per me è una sfida. Ormai anche camminare è difficile, alla mia età". Mi rimetto gli occhialini, faccio tre bracciate, e non c'è più nessuna donna con il costume a righe blu e azzurre. 

Le opzioni sono due:
  1. sono nel film
  2. devo cambiare occhialini
Vado al Decathlon. 

giovedì 12 maggio 2022

Uova cattoliche

C'è poco da fare: non so se sia vero che per fare un uovo di Pasqua serve del cioccolato di ottima qualità o sia una leggenda metropolitana, ma più la società si involve, più ogni minorenne medio, a Pasqua, ne ottiene quantità imbarazzanti, perlopiù al latte. Il bambino medio del ventesimo secolo non è interessato tanto al cioccolato quanto alla sorpresa, e suole aprire famelicamente una 20-30ina di uova, spaccandole con il pugno, per poi concentrarsi sul contenuto, quasi sempre demenziale ma, si sa, l'effetto sorpresa ha un grande appeal sull'essere umano, finché si tratta di stronzate di scarsa entità che non ne modifichino la rassicurante routine. 
Le madri, durante il mese di aprile, confezionano tupperware contenenti tutti i frammenti d'uovo, che dopo un po' non interessano più a nessuno. 
Arriva così il periodo post-pasquale, consistente nella trasformazione del contenuto dei contenitori. Dopo aver appurato che mangiare periodicamente pezzi di cioccolato vagamente marrone, con una quantità di zucchero e latte in polvere che "Super size me" le fa un baffo, è umanamente impossibile, gli adulti iniziano uno strano gioco: fabbricano improbabili dolcetti a base di cioccolato delle uova al latte avanzate e li regalano ad altri adulti, ma anche gli altri adulti fanno lo stesso. Inizia uno scambio di vomitevoli dolciumi dolcissimi e vagamente cioccolatosi che manco la BMT. Il tutto prima della prova costume. I geniali fioretti quaresimali convertiti in rinuncia ai dolci da qualche religioso più amante dell'estetica fisica che dell'empatia con un presunto semidio sacrificatosi per noi sono vanificati completamente. 
Si arriva a giugno obesi e disgustati. 
Che poi è davvero il massimo: ingrassare senza goduria. 
L'empireo del masochismo umano. 
Ma in fondo potrebbe davvero essere questo il senso della Pasqua cristiana: accaparrarsi ingordamente sofferenza gratuita, autofustigarsi assecondando sensi di colpa atavicamente innestati su una natura diversamente costituita.  

domenica 1 maggio 2022

Divertirsi è una questione seria!


Maksim Cristan parlava con una classe, e tra le altre cose diceva che nella sua famiglia d'origine c'era l'idea di sacrificarsi per i figli, che si sarebbero sacrificati per i figli, che si sarebbero sacrificati per i figli, e avanti così all'infinito. Dopo una bella pausa scenica, ecco nascere la domanda: "E il divertimento dov'è?"
 
Qui, l'adulto potrebbe dire: "Beh, il divertimento è per i bambini, al massimo per i giovani, la persona matura non pensa più a divertirsi ma a essere seria". 
 
Pascoli diceva di conservare il fanciullino che c'è in ognuno di noi, e il fanciullino, oltre ad essere curioso, vuole divertirsi. E non parliamo di uno scrittore a cui la vita abbia sorriso di continuo.

C'era anche Pascal che ne parlava, ma il divertissement alla francese ha già un'accezione troppo filosofica per questo discorso. Qui divertirsi si riferisce solo al termine attuale, non a quello arcaico che si avvicinava di più a quello pascaliano nel suo riferirsi a un allontanamento da qualcosa, uno sviare l'attenzione da ciò che è davvero importante. Invece il passare dei bei momenti, sorridendo esteriormente ma soprattutto dentro, spassandosela nel modo che si preferisce, purché non leda l'altrui libertà di spasso, è un moto verso, non una fuga da.

Si è arrivati a demonizzare così tanto il divertimento, che a volte capita di sentirsi a disagio al fianco a una persona allegra. Meglio uno triste, che si lamenta sempre, da consolare, piuttosto che uno contento, che si diverte. L'ultimo fa paura (oltre che invidia): ci si chiede come faccia ad essere così in questa vita di stenti e privazioni. 
Ma a volte gli stenti e privazioni sono non una casualità, ma proprio una scelta di vita. Qualcuno ha messo in testa a qualcun altro che essere maturi voglia dire sacrificarsi e soffrire. Ma tutto si può fare divertendosi un po'. Dipende, come direbbe Marco Aurelio, da come si interpretano le cose che accadono, più che dalle cose in sé.

E poi, c'è spesso confusione interpretativa: serio, a mio parere, è colui che fa le cose per bene, mica quello che non ride mai, si lamenta di tutto e si palesa triste. 

Insomma, il divertimento è una questione seria!