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QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 18 ottobre 2023

L'eterno dilemma dei voti

L'altro giorno leggevo un articolo della Mastrocola sui voti
I voti sono importanti o no? Definiscono quello che si è o bollano come lettere scarlatte?
Mastrocola sostiene che siano importanti, per una serie di motivi che non ho voglia di riassumere e potete leggervi nell'articolo. 
Il punto cruciale è che, a meno che non cambi qualcosa (e forse cambierà), per ora i voti esistono e ce li dobbiamo tenere tutti, prof e alunni. Anche quelli dello scientifico Bottoni di Milano, prima o poi li avranno, se non nel primo, almeno nel secondo quadrimestre. Voto rinviato, ma non eliminato. 
Se si devono dare, sti voti, tanto vale darli nel modo più pedagogico possibile. E qual è il modo più pedagogico? Secondo me risiede nella diffusione. Come gli alberghi diffusi di Matera: sono così sparsi in tutti i Sassi che non sembrano nemmeno più alberghi, ma lo sono. Così ho pensato di fare con i voti: dici una cosa intelligente in classe? 8. Dici una stronzata durante le lezioni? Nessun voto. Ti faccio fare un esercizio alla lavagna per 5 minuti? Un voto. Lo fai bene? Un bel voto. Lo fai male? 4, non meno, ché se no poi ti afflosci, ti senti un fallito, inizi a odiare la materia. Con 4, recuperi con un 8. Ce la puoi fare. Tanto basta che trovi un esercizio che sai fare bene e ti proponga, e magari ce la farai. Te ne scrivo due o tre a matita, poi faccio la media, così quello che scrivo a matita non è un marchio scarlatto: se oggi hai mal di pancia e prendi 4, nessuno dice che tu non possa prendere 9 dopodomani, quando sarai in forma. 

Non ero molto sicura di questo metodo, ma ho notato che:
  1. gli studenti sono invogliati a partecipare, facendo osservazioni in classe. Per quanto spesso sia altamente probabile che dicano stronzate, almeno ci provano, e non hanno così paura di dirle perché non saranno valutati negativamente. Se riescono a tirare fuori qualcosa di buono, però, avranno un voto positivo che a loro appare "regalato", ma in realtà è guadagnato con l'impegno nel dire qualcosa di furbo, prima o poi;
  2. si instaura una gara a chi sa rispondere alle domande o fare esercizi alla lavagna. Di solito nessuno vuole essere interrogato, ma con i voti diffusi capita che ci sia una competizione su chi va alla lavagna per primo, anche perché, si sa, all'inizio è più facile che dopo un po'. E intanto, i ragazzi si abituano ad alzarsi dalla sedia, mettersi in gioco ed essere propositivi. Non parlo di Licei, insegno praticamente solo nei professionali, e sì, il parapiglia per andare alla lavagna accade nei professionali, dove maranza con look improbabili e cappellini in testa fanno a gara per andare alla lavagna a risolvere esercizi sulle proporzioni. 
Cosa dite? Il cappellino in testa in classe non va bene? Ovvio che non va bene. Glielo si dice. Ma se prendi di punta un maranza, con grandissima probabilità il maranza, e non solo lui, ti prenderà di punta. Meglio fare qualche battutina, fargli capire che magari la prossima volta se non lo mette è meglio, ma per lui, non per te.
In ogni caso, meglio un maranza con il cappellino che prende 9 alla lavagna, piuttosto che un maranza scappellinato incazzatissimo al banco che dorme o disturba. 

Il voto diffuso è faticoso per il prof? Sì, ma a tutto ci si abitua. 
L'importante è custodire accuratamente l'agenda con i voti a matita, possibilmente in una tasca impermeabile ricavata nella propria pancia a mo' di marsupiale. Ché se lo perdi, lì, veramente, son problemi.