LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 28 agosto 2019

La giusta distanza

Quando andavo alle scuole varie, ad un certo punto era di moda tra i docenti fare un sacco di simpatici esempi presi dalla cultura yddish.

Ce n'era uno che mi piaceva un sacco, quello della giusta distanza.
Diceva più o meno che i porcospini farebbero bene a trovare una distanza tra loro che permetta di scaldarsi a vicenda, ma senza pungersi. Quindi, abbastanza vicini da scaldarsi, abbastanza lontani da non pungersi.

Poi ho smesso di andare alle scuole varie, anzi ho continuato, ma non c'era più nessuno che mi raccontasse le fiabe yiddish, a meno che non lo facessi io.
Però ho ritrovato spesso il concetto in canzoni varie, eccetera.
Ogni volta ho detto tra me e me "sacrosanto, fighissimo, meraviglioso".

Ma poi la giusta distanza mica è facile da trovare.
Ché noi non siamo porcospini, mica abbiamo gli aculei come i porcospini.
Li abbiamo telescopici, che così riusciamo a essere abbastanza lontani da non scaldarci a vicenda, ma abbastanza vicini da pungerci con le punte degli aculei.

venerdì 23 agosto 2019

Mettere da parte

Uno va a fare la spesa, e la spesa la mette nei sacchetti.
Poi arriva a casa, e la spesa la mette nei mobili e nei frighi e nei cassetti, e i sacchetti rimangono lì.
Allora uno prende i sacchetti, li fa tutti a triangolini curati, li mette tutti in un cassetto, privandosi di fatto di uno spazio in cui mettere altro.
Sembra brutto buttare via i sacchetti seminuovi.
Uno li butta via solo se riesce a metterci dentro altra roba da buttare via, tipo quando torna dalla spesa e ha la pattumiera piena e così la butta nel bidone sotto casa e piazza un sacchetto della spesa sotto il lavandino nel vano pattume.
Tutti gli altri sacchetti rimangono lì, nel cassetto dei sacchetti.
Viene poi un giorno in cui non si è appena fatta una spesa ma si deve buttare il pattume, e serve un sacchetto per rimpiazzare quello vecchio.
Al che si accede al famigerato cassetto dei sacchetti.
Dove ognuno dei sacchetti piegati e riposti si è biodegradato, e appena si prende in mano si squaglia.

Impara l'arte e mettila da parte.
Dei sacchetti e di altre cose, però, è meglio approfittare subito.

mercoledì 21 agosto 2019

Mission INPSossible


Ok, siamo in Italia e tutto funziona in modo raffazzonato.
Però anche qui in italia la tecnologia inizia ad entrare nelle vite di tutti.

Ad esempio, il sito dell'INPS è super tecnologico.

Già in passato la sua ipertecnologia è stata toccata con mano, quando abbiamo dovuto procurarci un PIN, che metà si chiedeva direttamente all'INPS, metà da pc, ma poi arrivava tramite posta qualche mese dopo (perché anche le Poste vanno da dio). Poi si faceva un collage dei due pezzi di PIN e alla fine si poteva accedere comodamente da internet senza scomodarsi. Questo per quei fortunati che dovevano chiedere ogni anno la disoccupazione. Secondo me era un tentativo di dissuadere la gente dal richiederla. Ma la gente mica si dissuadeva, e si ammassava e si accalcava e si impegnava, perché, si sa, all'italiano medio c'è una sola cosa che accende l'ingegno: i soldi.

Uno cresce,anzi invecchia, riesce in qualche mirabolante modo a superare lo scoglio del precariato, e si ritrova a leggere che il riscatto della laurea costa meno. Certo, è un rischio pazzesco riscattarla, si paga un casino adesso e quasi sicuramente si sarà morti al momento di andare in pensione, sia perché l'età pensionabile sarà di circa 70 anni, sia perché, con quello che stiamo distruggendo, manco a 60 ci si arriverà più. In ogni caso ci si dice che una domandina di riscatto si può inoltrare, tanto per vedere che esosissima cifra sarà richiesta.

Se si è con il posto pubblico fisso, si dovrà accedere all'area riservata, gestione ex INPDAP.
Già questo scoglio sarà superato solo andando sulla gestione normale, per poi, dopo 3-4 mesi, leggere che la domanda è stata rifiutata, fare un ticket e leggere nella puntualissima risposta che bisogna passare dall'altra.
Si passerà dall'altra.
Per fortuna adesso il PIN si ottiene tramite mail direttamente. Meglio tardi che mai.
Si sono fatti furbi, si pensa.
Indi si trova l'accesso e si procede a introdurre una nuova domanda.
Appena si clicca, compare un bel messaggio di errore.
Bisogna aggiornare Adobe.
E aggiorniamolo.
Niente.
Si prova con 84 browser diversi.
Niente, non va.
Ok, si chiama il numero verde.
Ci viene detto che bisogna seguire delle istruzioni, per accedere alle quali bisogna seguire delle istruzioni che vengono date al telefono.
Si scrive pazientemente.
Si seguono le istruzioni per accedere alle istruzioni per accedere alla domanda.
Ci sono più opzioni, una per ognuno degli 84 browser.
Ognuno di questi browser va installato con una versione obsoleta.
Ok, si disinstalla la versione eventualmente posseduta, si installano,una a una, quelle obsolete.
Si seguono le configurazioni.
Una a una, una volta configurato tutto, vengono testate.
Si accede trepidanti alla pagina per dipendenti pubblici INPS.
Si effettua l'accesso.
Si apre, ogni volta, una finestra rossa: il tuo browser non è aggiornato. Aggiornalo all'ultima versione.
Peccato che con l'ultima versione non funzioni la domanda di riscatto laurea.
Ok, cara INPS, non vuoi che riscatti la mia laurea, dandoti un sacco di soldi per poi non recuperarne probabilmente nessuno.

Sei contraddittoria con te stessa, o forse solo italiana dentro.
Il che è direi pleonastico.

In ogni caso la domanda di riscatto non la farò, anche perché, a furia di tentativi, l'età della pensione sarà abbondantemente arrivata, e di me non resterà che un mucchietto di cenere, un po' sulla tastiera, un po' sulla sedia, un po' per terra, che dà anche fastidio, ché la cenere non se ne va via manco con il mocio.