LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

domenica 29 aprile 2018

Sbocciare castrato


Compilation di case anni '70
piastrellate di diamanti giallo diarrea.
Dai diamanti non nasce nulla,
dal letame nascono i fior.

giovedì 5 aprile 2018

Quante volte ti dà della cretina?

 
Quello che mi accingo a raccontarvi è sicuramente, come tutte le cose che posto in questo blog, frutto della mia fantasia bacata e qualsiasi riferimento a fatti o persone realmente esistenti è puramente causale.

Ero nei cessi di Ikea, dopo una coda apocalittica davanti a porticine in cui rassicuranti frasi dicevano che fosse possibile urinare e defecare davanti al proprio figlio, comodamente seduto su un piccolo trono in plastica in posizione panoramica.
Avevo anche un'eco nella testa che mi faceva pensare di aver letto da qualche parte, mentre espletavo le mie funzioni urinarie, rassicuranti frasi sull'ecologicità degli scarichi e dell'energie elettrica impiegata dal colosso.
Uscendo, avevo abbrancato la maniglia Ikea della porta Ikea e per una frazione di secondo i miei occhi avevano letto - o avevano creduto di aver letto - una frase del tipo: "Quante volte ti dà della cretina?" o "Conta le volte che ti dà della cretina".
Avevo voluto conservare questa onirica sensazione evitando di tornare indietro a verificare quello che credevo di aver letto.

Ma poi, perchè mai dovrebbero aver messo una frase del genere sulla porta di uscita dei cessi Ikea?

Una arriva con il fidanzato a Ikea, tutta contenta perchè sta mettendo su casa con lui, o stanno per sposarsi.
(Questo è uno dei profili più statisticamente rilevanti dei visitatori del negozio).
Già la coda nei cessi non è piacevole.
Se poi ha un figlio, ha già dovuto sottoporsi alle sue occhiate indagatorie mentre faceva qualcosa di intimo, quindi è un po' a disagio. Se non ce l'ha, già il trono plastificato le ha fatto venire pensieri da orologio biologico rotto o troppo avanti o troppo indietro o con la sveglia che ha già suonato invano.
Esce con il pensiero che spenderà fior di quattrini per il suo roseo futuro casalingo, e cosa si trova sull'interno della porta? Una frase riferita a una persona manco indicata con il pronome, ma tanto si capisce che è probabilmente la persona con cui è lì.
Quante volte le ha dato della cretina? Spesso esplicitamente, altre volte in modo subdolo, magari abbracciandola, magari dandole un bacio e compatendola per la sua presunta inferiorità di donna (dato statisticamente probabile dovuto non alle reali doti femminili, ma alle evidenti caratteristiche dell'uomo medio italiano).
E' inevitabile che il cervello della donna, nel nanosecondo in cui, anche solo a livello inconscio, percepisce una frase simile, inizi a elaborare migliaia di scenari passati presenti e futuri.

Ora, i motivi di una frase simile in un luogo simile potrebbero essere:
  • insinuare un dubbio che ingenererà stress, e lo stress, si sa, viene combattuto dalle donne con shopping ossessivo-compulsivo, più consumazione di cibo in quantità inaspettate (quindi aumento degli acquisti e assuzione di dosi di polpette Ikea con salsa di frutti rossi, cheese cake e gelatini gonfiati ad aria bastanti per un intero asilo comunale);
  • far sì che si ingeneri una subdola spirale di risentimento nei confronti del partner, ma così subdola da lasciare il tempo di arredare tutta una casa comune, iniziare a viverci, indi riarredare due altre case separate, con conseguente acquisto mobili e consumo polpette triplo rispetto a quello di una coppia felice
Immagino che sui cessi degli uomini ci sia qualche altre frase.
Non ho osato andare a controllare.
Posso sempre inventarmela.

martedì 3 aprile 2018

Il potere dell'abbraccio

Ormai è risaputo, un abbraccio è salvifico.

Ci sono tanti di quei vantaggi in un abbraccio, che conviene abbracciarsi anche se si è meri calcolatori senza cuore (non sono sicurissima, però, che funzioni proprio così, a comando):
Io non sono proprio sicura che un abbraccio valga l'altro. Insomma, quando ci sono i già citati tizi che girano per le città con il cartello "abbracci gratis" non è mica come quando si abbraccia il/la proprio/a fidanzato/a, magari quando scende da un treno o ci sale in una stazione, o al mattino per salutarsi, o come abbracciare i propri figli, genitori, ecc. Ogni abbraccio è diverso, quasi tutti hanno benefici.

C'è però un tipo di abbraccio che non so se sia proprio salvifico.
Anzi, ho dei seri dubbi.

E' quello dei film dell'orrore, dei due che si abbracciano stretti stretti quando si sta per scaraventare su di loro una belva feroce a due teste e 567 denti appuntiti, un'onda anomala, un baobab sradicato.
Loro che fanno?
Guardano la minaccia avvicinarsi e si abbracciano stretti, mentre quella si avvicina ancora di più.
Forse credono che un abbraccio, oltre che un potere psicologico, energetico, neurologico e chi più ne ha più ne metta, abbia anche poteri tipo Hi-man. Che si crei ad esempio uno scudo di luce che resista ad ogni attacco e rimbalzi denti appuntiti, onde, baobab.
Ma lo scudo di luce non si crea, e le coppie abbracciate sono spesso le prime che spariscono nei film dell'orrore. Non si godono nemmeno la sempre fantastica e originale trama del film fino alla fine.

Poi, due che si sono abbracciati e mi hanno lasciata perpessa, sono stati quelli che se ne stavano nelle cabine del Titanic a morire stretti stretti mentre l'acqua saliva loro intorno.
Non so, l'abbraccio sarà anche bello, ma io prima raggiungerei una scialuppa di salvataggio, poi abbraccerei tutti, anche la scialuppa.
Se non ci fosse la scialuppa, farei comunque qualcosa per salvarmi, ad esempio nuotare.
E se per caso stessi affogando, piuttosto che un abbraccio finale, preferirei un'ancora di salvezza.
Magari non in testa.

domenica 1 aprile 2018

Festa di rinascita

Oggi la gente mi dice che Pasqua è una festa di rinascita.

Bella roba, mi dico.

Voi volete rinascere?
Io sto bene essendo nata un bel po' di tempo fa.

Pensate un po' rinascere.

Già bisogna superare nuovamente il trauma di passare in mezzo alle gambe di vostra madre, spostandole le ossa del bacino per far capolino da là in mezzo con tutti che guardano se siete usciti bene.
Poi bisogna reimparare tutto quanto.
Insomma, sono quasi quarant'anni che mi do da fare per imparare cose, saper fare cose, vedere gente, e adesso dovrei festeggiare la rinascita?

A me, di nascita, ne basta una.

Per il resto lascio fare ai soprannaturali.