LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

sabato 12 gennaio 2008

Eros e thanatos


In questa società non si parla mai di morte.
Non siamo preparati alla morte.


Si sente dire.
E' vero?

Beh, un po' se ne parla, di morte.
Forse, non della nostra, ma di quella degli altri.


E poi, si riflette sulla morte?
Non lo so.


Ma soprattutto, è importante parlare di morte?


Cos'è la morte?
E' il punto in fondo al tema della nostra vita.
Quando faccio un tema, il punto in fondo non è l'ultima cosa a cui penso, ma neppure la prima. E' importante fare una bella conclusione, ma senza tutto il corpo del tema cosa me ne faccio?


E se la vita non finisse lì?
E se il tema della nostra vita fosse solo l'introduzione di tutto un librone bello lungo di cui ora si può solo immaginare l'esistenza, senza peraltro poterla dimostrare?


Beh, per il momento, comunque, l'unica cosa che sappiamo è che abbiamo questi 2-10-20-30-40-60-89-101-... anni da vivere qui su questa terra. E che avremo un punto finale. Finale di cosa?


Se lo chiedeva anche un certo Pascal.
Pascal, poi, era uno che amava le scommesse. Le amava talmente che si è scommesso la cosa più cara che aveva, la vita.
Si chiedeva: ma questa vita finirà qui o continuerà in eterno? In conclusione, esiste Dio (come lo immaginano i cristiani, perchè, se si va a vedere anche come lo immaginano tutti gli altri, si arriva alla conclusione del vivere oggi e usare la tecnica del wait and see, a meno di non passare tutta la vita a cercare un nesso logico tra le varie concezioni di Dio, o creare una nuova religione che le accorpi tutte e che stabilisca un aldilà plausibile globalmente)?
In sintesi, ci si può trovare di fronte a quattro casistiche:
  1. PENSO che Dio esista e IN REALTA' Dio esiste. A questo punto, vivo una vita secondo i dettami di Dio (umiltà, caritatevolezza, ecc ecc, cosa che per Pascal era duretta e quindi in un primo tempo vista come negativa) e poi me la godo come un pazzo per tutta l'eternità;

  2. PENSO che Dio esista e IN REALTA' Dio NON esiste. Per quei 60-90 anni di vita vivo di stenti, e poi mi becco una bella fregatura.

  3. PENSO che Dio NON esista e IN REALTA' Dio esiste. 60-90 anni di pacchia (ammessa e non concessa) e poi un'eternità di sofferenza.

  4. PENSO che Dio NON esista e IN REALTA' Dio NON esiste. 60-90 anni di pacchia e poi si diventa humus inconsapevole.

Alla fin fine, conclude il nostro amico, il meglio sarebbe l'ipotesi 1.

In tutti gli altri tre casi, o la pacchia si riduce di molto (pochi anni di fronte all'eternità), o proprio non c'è.

La conclusione, però, dopo un po' di riflessione (ma questo è quello che pensa Pascal), è che a vivere secondo i dettami della religione cristiana si hanno molte soddisfazioni anche in vita. E quindi è meglio scommettere sull'esistenza di Dio.

Ma quello che più interessa, è che alla fin fine, quello che importa non è come si muore, ma come si vive. Anche per Pascal. Anche nel 1600.

Allora, forse, interesserà di più parlare di come vivere, invece che di come morire?

Perchè la vita è dura, molto più dura della morte. Ma è quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare.

E se muore un nostro familiare? Lì è dura, infatti, ma è dura per i familiari. E si torna a parlare di vita, e non di morte. Perchè starà a loro essere abbastanza duri da riuscire a vivere, e farlo bene.

Ma conviene sempre ricordare che "La vita è una cosa troppo seria perché si possa parlarne sul serio" (Oscar Wilde).

Amen

4 commenti:

  1. Ottimo lavoro ma come mai una foto della scultura di canova amore e psiche??

    RispondiElimina
  2. ma perchè amore e psiche in questo post?????

    RispondiElimina
  3. Ne ho messa una in cui ci fosse almeno Eros, dato che Thanatos non l'ho trovato :D

    RispondiElimina