LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 31 marzo 2008

Pollice verde

Oggi vi presento un post egoistico-commemorativo, in cui testimonio del mio pollice verde, ma così verde che più verde non si può.
Per testimoniare meglio, eccovi la foto che rende giustizia di quanto su detto:
Queste sono le mie due piante:
La prima a sinistra risale al dicembre 2007 (all'anno scorso!). E' (o forse, era, o vorrebbe essere) una stella di Natale. Essendo "di Natale", ed essendo già arrivati ben oltre Pasqua, mi pare eccelso il risultato, che l'ha portata ad avere sei DICO SEI foglie, anche grazie alla flebo di non so che che ho piantato nella terra.
Ma il miracolo del pollice verde si è compiuto sul bambù prospiciente la stella di Natale: risale infatti al lontanissimo febbraio 2005, ed è ancora vivo (anche se un po' gialliccio), e SENZA terra. Questo poveraccio vive da 3 anni con le radici piantate in una spugnetta imbevuta d'acqua.
Questo, per dirvi che c'è chi sta peggio/come voi, che vivete da anni con le chiappe piantate in una sedia imbevuta di sudore nel vostro ufficio.

venerdì 28 marzo 2008

COMPOSINZONI

Oggi vi sfido.


Pensate a tutti i testi di canzoni che avete ascoltato, vi sono piaciuti, vi sono rimasti impressi per chi sa che motivo.
Ora, spezzettateli.
Poi rimettete insieme alcuni di loro, per comporre un qualcosa che abbia senso.


Otterrete una composinzone.


Come questa:


Io penso positivo,
come quando resti con me,
te che cambi tutti i giorni
e resti sempre la stessa.
Che ci importa del mondo,
verremo perdonati te lo dico io.
Adesso aspetterò domani
Per avere nostalgia:
se domani un pensiero di ciò che era ieri
ti chiamerà
tienilo con te.



Ora, la sfida che vi lancio è un giano bifronte (anche se sfuggirete, lei vi osserverà sempre dalla sua duplicità):
1. DA QUANTE E QUALI CANZONI E' COMPOSTA LA MIA COMPOSINZONE (se sarete così bravi da entrare nelle mie grazie e così fessi da non trovare tutte le canzoni, FORSE tra qualche tempo vi darò io la soluzione, anche se penso che a copiare e incollare i pezzettini in google siate capaci tutti)?

Ma soprattutto:

2. ORA TOCCA A VOI: FATE LA VOSTRA COMPOSINZONE (e possibilmente, scrivetela nei commenti di questo post)!

giovedì 27 marzo 2008

Ei fu Luigi Pugliese


C'è questo ragazzo di ventinove anni che va in barca.
Va in barca in un canale.
Ok, un canale è una specie di fiume, ma più piccolo.
Ok, un canale può essere in piena, ma è pur sempre un canale.
Se uno ha una barca e abita in Sardegna, è molto probabile, anche se non concesso, che sappia nuotare.

A questo punto ci si chiede: ma questo ragazzo, che ora danno per disperso, che daranno per morto:
  • SARA' DAVVERO MORTO?
  • O SI ERA UN PO' STUFATO E HA DECISO DI FARE QUESTO?

mercoledì 26 marzo 2008



Guardare un film.

Un capolavoro, una stupidaggine, un film che fa la storia, un film divertente che domani nessuno se lo ricorda. Però che ci coinvolga nel momento.

Dicono che sia un'attività passiva. E già qui, c'è una contraddizione in termini (se mai si potrebbe dire passività).

A me, attività o passività, piace.

Per un sacco di motivi.

Ma soprattutto perchè, quando si guarda un film si è tutti uguali.

Che si sia

  • paralizzati,
  • immobilizzati con un occhio solo,
  • impiegatucci depressi spalmati sul divano dalle 18 alle 23,
  • mega manager splamati sul divano dalle 00 alle 03,
  • massaie stanche,
  • giovani baldanzosi,
  • bambini abbadonati alla tv-sitter,
  • ...

quando si guarda un film si entra almeno un po' nel film, non si è più sè stessi, si diventa almeno un po' qualche personaggio del film, si dimenticano almeno un po' i propri crucci.

E' come quando si ha una gamba rotta e si sogna di essere tutti interi. Quando ci si sveglia, si pensa almeno per un attimo di non essere ingessati.

Sarà passivo, ma mi sembra già tanto.

martedì 25 marzo 2008

Elogio al lombrico

A me, i lombichi sono sempre piaciuti.
Da piccola, poi, mi dilettavo a prenderli e farli a pezzettini. Non che fossi gratuitamente cattiva... mi ero accorta che i pezzettini vivevano lo stesso.
Poi, al Liceo, ho scoperto questo.
E allora ho capito perchè mi piacevano tanto.
Cavoli, un lombrico non solo basta a sè stesso, ma si basta anche in parte. In ogni suo pezzettino c'è tutto quello che gli serve per sopravvivere.
E' meravigliosamente AUTOSUFFICIENTE.

Invece noi come siamo?
  • internet è diventato una prolunga del nostro cervello (mind empowerment, la chiamiamo...): ormai senza google molti si sentono perduti;
  • il cellulare è diventato una nostra appendice: uscire senza è quasi come dimenticarsi un orecchio sul comodino;
  • c'è chi senza le chiappe sul sedile dell'automobile non si sposta: ho visto gente con un serio fiatone dopo aver camminato per 3 minuti netti;

Senza contare le dipendenze psicologiche. Basti pensare agli amoureux qui se bécotent sur les bancs publics: dicono che non poterebbero vivere senza l'altra persona. Poi ci sono quelli romantico-realistici, che stanno insieme, magari anche senza se bécoter sur les bancs publics: "Senza te sopravviverei di certo, ma sopravviverei come se mi mancasse un braccio". Certo, non è bello vivere senza un braccio.

Sarebbe bello essere dei lombrichi...almeno ogni tanto.

lunedì 24 marzo 2008

Illuminazione


Ieri ero lì che guidavo il mio millecentesimo chilometro sulla Torino Savona, in direzione Torino (è importante) nel bel mezzo del pomeriggio (anche questo è importante).

Ad un certo punto sono entrata in un tunnel e, guardando nello specchietto, ho visto una luce accecante che inondava l'imboccatura della galleria, dietro di me. Un a luce, ma una luce che sembrava che avessero acceso tutto il reparto lampade dell'Ikea in mezzo all'autostrada.

Allora, mi sono creata delle ipotesi alternative per spiegare il fenomeno:
  • mi ero capottata in un incidente talmente sconvolgente che non me n 'ero manco accorta, e quello era il viaggio verso l'aldilà: strano, però, che la luce fosse dietro di me, e non davanti a me;

  • l'illuminazione della mia vita mi aveva colta, ma io andavo talmente veloce che l'avevo lasciata indietro, e lei si era incastrata all'imboccatura della galleria;

  • mi si era sbrindellata la cornea per l'impatto con il muro del suono e stavo diventando improvvisamente cieca;

Certo, l'idea che ci fosse uno squallido pannellone di un qualche materiale metallico che rifletteva la luce del sole non mi aveva nemmeno sfiorato l'anticamera dell'ipotalamo.

mercoledì 19 marzo 2008

Pasqua con chi vuoi


Dato che si fa Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, io il giorno di Pasqua me lo farò quasi totalmente da sola in macchina. Forse ho bisogno di stare un po' con me.

Però prima vado a farmi quattro pedalate con i miei, anche se non è Natale.

E voi direte: chi se ne frega?

Beh, quello che vi tocca è il fatto che fino a domenica-lunedì sarò priva di pc. Quindi niente post.
Il che potrebbe anche rinfrancarvi vista la mia ispirazione degli ultimi giorni.
Cmq non vi preoccupate: TORNERO' (ahahahah -> risata da aliena).

Per augurarvi buona Pasqua e non lasciarvi con il mouse immoto sul tappetino, vi lancio il sondaggio che vedete (fino al 30/04 sotto il titolo o a destra, con possibilità di rispondere, poi solo più qui):

SECONDO VOI COSA C'E' DOPO LA MORTE?
quello che prevede la religione cristiana
quello che prevede la religione musulmana
quello che prevede la religione buddista
quello che prevede una religione diversa da quelle sopra
Una specie di paradiso per tutti
Si diventa humus
Qualcosa di inquietante
Altro (grazie se lo giustifichi come commento nel post del 19/03/2008)

martedì 18 marzo 2008

Canzone per chi la vuole

Scrivo dal buco nero del nulla più assoluto.
La mia mente è diventata un muro bianco.
Accontentatevi di questa canzone che ho scritto per un mio amico cantante un po' di tempo fa.
Non è mai stata messa in musica, la metto lo stesso nel blog, caso mai qualcuno volesse farlo.
Mah.
A me mica piace tanto.
Io mica me la metterei in musica se fossi capace.

ERA SEDUTO SULLA PANCHINA,
LO SGUARDO ANNEGATO NEL MARE INFINITO
CON L'ATTEGGIAMENTO E LA TESTA CHINA
DI CHI DALLA VITA HA ORMAI DESISTITO.
ERANO GLI ALTRI LA SUA PASSIONE,
SCANDAGLIAVA I LORO SGUARDI
ANALIZZAVA LA LORO ESPRESSIONE
FINCHE' PER IL SOLE ERA TARDI.
ENTRAVA IN LORO SENZA BUSSARE
RUBAVA LORO UNA VITA MIGLIORE.
SENZA FARSI NOTARE SOPRAVIVVEVA
DI CIO' CHE OGNUNO DI SE' BUTTAVA.
VIVEVA VITE MAI VISSUTE
DI GIOVANI DONNE, DI VECCHIE IRSUTE,
DI CHI VIVEVA NEL FUTURO
E DI CHI AVEVA IL VISO DURO
PERCHE' IL FUTURO ERA GIA' PASSATO.

domenica 16 marzo 2008

AMORE

<< "L’amore, sempre l’amore, quanto rompi con questo amore, Benjamin!” Ha sbraitato Julie. “Roba da farmi venir voglia di ricominciare con le scopate fini a se stesse.” “…” “Il mondo secondo Malaussène: con amore o senza amore! Non c’è alternativa! Il dovere dell’amore! L’obbligo alla felicità! La garanzia-gioia! L’altro nel bianco degli occhi! Un universo di pesci lessi! Ti amo mi ami… Ma che ce ne facciamo di tutto questo amooore? Che nausea!” “…” “Da dove ti viene questa religione dell’amore, Benjamin? Dove te lo sei beccato questo vaiolo rosa? Cuoricini che puzzano di melassa! Quello che tu chiami amore…nella migliore delle ipotesi sono semplici voglie! Nella peggiore, abitudini! In entrambi i casi, una messinscena! Dall’impostura della seduzione fino alle bugie della rottura passando per i rimpianti inespressi e i rimorsi inconfessabili, solo parti da caratterista! Nient’altro che fifa, intrallazzi, trucchi, eccolo qua il grande amore! Una sporca gabola per dimenticare chi siamo! E riapparecchiare il tavolo tutti i giorni! Quanto rompi, Malaussène, con l’amore! Cambiati gli occhi! Comprati un televisore! Leggi il giornale! Impara la statistica! Entra in politica! Lavora! E poi ne riparleremo, del grande amore!” Fa un lungo respiro.
Poi dice:
“Scusami”.
“Non è niente."
“E’ passato.”
Ripete:
“Scusami”. >>


D. Pennac

sabato 15 marzo 2008

MORTE

Mi ricollego a questo, per citare di nuovo Pennac (ma questa volta non posso farne a meno).

"Ci sono quelli che vengono schiantati dal dolore. Quelli che diventano pensosi. Ci sono quelli che parlano del più e del meno, neanche del morto, di piccole cose domestiche, ci sono quelli che dopo si suicideranno e non glielo si vede in faccia, ci sono quelli che piangono molto e cicatrizzano in fretta e ci sono quelli che annegano nelle lacrime che versano. Ci sono quelli che sono contenti, sbarazzati di qualcuno, ci sono quelli che non riescono più a vedere il morto, tentano, ma non ce la fanno, il morto ha portato con sé la propria immagine, ci sono quelli che vedono il morto ovunque, vorrebbero cancellarlo, vendono i suoi tre stracci, bruciano le sue foto, traslocano, ci riprovano con un vivo, ma niente da fare, il morto è sempre lì, nel retrovisore. Ci sono quelli che fanno il picnic al cimitero e quelli che lo evitano perché hanno una tomba scavata nella testa. Ci sono quelli che non mangiano più, ci sono quelli che bevono, quelli che si domandano se il loro dolore è autentico o costruito. Ci sono quelli che si ammazzano di lavoro e quelli che finalmente si prendono una vacanza. Ci sono quelli che trovano la morte scandalosa e quelli che la trovano naturale con-l’età-per-cui, circostanze-che-fanno-sì-che…è la guerra, è la malattia, è la moto. La macchina, l’epoca, il destino, la vita,

Ci sono quelli che trovano che la morte sia la vita.
E ci sono quelli che fanno una cosa qualsiasi.
Che si mettono a correre, per esempio.

Corre Malaussène, e non si capisce chi potrebbe correre più in fretta, far girare il mondo sotto i piedi, se non, forse, un altro Malaussène, un altro dolore in movimento, e a conti fatti devono essere tanti, questi corridori afflitti, a giudicare dalla rotazione della terra.
Corri, Malaussène, la terra è rotonda e non c’è risposta, ci sono solo gli esseri umani [...]"


Daniel Pennac
Questo post lo dedico a Roberto e alla sua famiglia.

venerdì 14 marzo 2008

Dalle "stelle" alle stalle

Eccoci, ci siamo.
E' il momento in cui si guardano le statistiche del proprio blog, e ci si dice: "Wow!
C'è sempre più gente che viene a vedere il mio blog!"
Ed eccoci accecati ed obnubilati dal "successo".
E poi, e poi, è pazzesco, ma io leggo uno scrittore e lo stesso scrittore legge me! E mi commenta pure!


Ed ecco cosa succede: si passa di fase. Ovviamente io penso di non essere ancora passata di fase, anzi spero che il tetto massimo sia ancora lungi da venire, ma, caso mai fossi giunta alla maturità del mio blog, ecco cosa potrebbe succedere:

IL DECLINO!

A questo punto, il fatto che la mia mente oggi non partorisca niente, ma proprio niente di umanamente degno di questo blog può essere dovuto a:

  • declino;
  • peperonata di ieri sera (ore 23.00);
  • letargo primaverile (mi voglio distinguere dagli animali, quindi faccio il letargo anticonformista);
  • sadomasochismo nel voler far calare le visite al di sotto del mio record negativo.

giovedì 13 marzo 2008

Chagrin d'école VI

E' uscito in Italia, con il titolo "Diario di scuola". A me non è che piaccia poi tanto, sto titolo, diario di scuola. Ma come, la parola chiave è chagrin, sofferenza, "disagio", come si direbbe ora, e tu, Yasmina Melaouah, me la togli? In effetti non è così facile tradurla. Anche disagio non va mica bene. Sarebbe tutto più semplice se si dovesse tradurre in piemontese!
In ogni caso, ho finito la versione originale, e, nonostante abbia sottomano anche la versione italiana, voglio farvi un'ultima traduzione ( mia) dell'ultima parte che mi è piaciuta.
"Il grande handicap dei professori consisterebbe nella loro incapacità ad immaginarsi senza le conoscenze che hanno. Per quante difficoltà abbiano incontrato per acquisirle, nel momento in cui le loro conoscenze sono acquisite, diventano consustanziali, sono ormai percepite come evidenze [NDR in francese, per dire facile, si dice évident -> di conseguenza l'autore gioca sul fatto che "C'est évident" voglia dire "E' facile" ] ("Ma è facile, dai!")
[...]
- Siete tutti uguali, voi professori! Quelli che vi mancano, sono dei corsi di ignoranza! Vi si fa passare ogni tipo di esame e concorso sulle vostre conoscenze acquisite, quando la vostra prima qualità dev'essere l'attitudine a concepire lo stato di cuolui che ignora quello che voi sapete!"

mercoledì 12 marzo 2008

Somari ma simpatici

E' successo veramente in una scuola media:
INSEGNANTE: Di cosa mi vuoi parlare?
ALUNNO: Dell'economia del Trentino.
I: Va bene, dimmi pure quello che sai.
A: l'economia del Trentino è basata sulla produzione di speck. Questo prodotto si ricava dalle mucche, quindi servono molti allevamenti di mucche.
I: Sei sicuro che lo speck venga dalle mucche?
A: sì, certo.
ALTRI ALUNNI: Ma no, viene dal maiale.
I: Giusto.
A: Ah, è vero: lo speck viene dagli ovini.
A.A.: Ma no! Il maiale è un suino, non un ovino!
A: Ahhh, è vero, gli ovini sono le galline perchè fanno le uova!

martedì 11 marzo 2008

Scusi...

Ieri sera sono andata al cinema.

Ho visto questo film:
Mentre esco, in mezzo a tutto il marasma di gente che c'è al cinema (di lunedì, a prezzo scontato, a vedere Verdone), un vecchietto si avvicina proprio a me, e mi chiede:
- Mi scusi, le è piaciuto questo film?
Io, che a dire il vero, se mi è piaciuto ancora non l'ho capito, vedo la sua faccia speranzosa: lui l'ha chiesto a ME perchè si aspetta da me la risposta che vuole sentirsi dare.
Allora gli dico:
- Sì, abbastanza.
E lui mi guarda come se mi si fosse appena aperta la faccia in due, squarciata da un subitaneo brufolo gigante.
Irrompe la moglie.
- Ma come, le è piaciuto davvero abbastanza? Io avrei preferito ritrovarmi in un obitorio piuttosto che vedere questo film.
Vedendo il suo aspetto incartapecorito, mi chiedo con che ruolo avrebbe preferito trovarcisi. Poi le rispondo:
- Davvero mi è piaciuto abbastanza.
E vado via tutta soddisfatta.
Però, non l'ho mica ancora capito, se mi è piaciuto.

lunedì 10 marzo 2008

Mi ricordo...


MI RICORDO i gavettoni che lanciavo sugli amici dal quarto piano;

MI RICORDO la "Tisane du soir" della Lipton;

MI RICORDO quando ho scritto a un compagno di scuola: "Scimmione dei tropici...ihih...però di buon cuore";

MI RICORDO il Monte Matto;

MI RICORDO quattro ore in mare aperto su una canoa gonfiabile controcorrente;

MI RICORDO le gare di barchette di carta nel ruscello in campagna;

MI RICORDO Gorby, la bambola di Gorbaciov;

MI RICORDO la sigla del TG1;

MI RICORDO quando vivevo senza cellulare;

...

E VOI, COSA VI RICORDATE?

sabato 8 marzo 2008

Novità in Italia: insegnanti forma(ti) & getta(ti)

Sacrifici e privazioni per diventare insegnanti specializzati? 11.830 persone in Italia selezionate con un concorso pubblico per rimanere disoccupate.

Cos’è la S.S.I.S.? E’ la Scuola di Specializzazione per Insegnanti della Scuola Secondaria, rimasta, dopo il concorso del 2000, l’unico modo per accedere alla professione di docente. Dura due anni, ed è a numero chiuso, stabilito secondo il fabbisogno di insegnanti previsto nel momento in cui i “sissini” avranno concluso il loro percorso. La selezione avviene tramite concorso. L’intento sarebbe quello di immettere l’esiguo numero di specializzandi nella Scuola, in modo da disporre di personale preparato e qualificato. L’uso del condizionale “sarebbe” non è casuale: infatti, a causa del farraginoso sistema di reclutamento italiano, il piano previsto dagli accordi di Lisbona del 1989 non è mai stato attuato in Italia. Mentre in altri Paesi passare il concorso di accesso equivale ad avere un posto di ruolo nella scuola alla fine dei due anni, in Italia gli specializzati SSIS attendono l’immissione in ruolo per tempi variabili, lavorando come supplenti.
Come si svolge la formazione? Seguendo un iter molto duro, che si sviluppa, dopo il difficile concorso di accesso, su tre binari: una serie di esami legati alla disciplina, una di esami trasversali, contemplanti materie di Scienze della formazione, e un tirocinio presso le scuole, con stesura e discussione di una relazione molto simile a una tesi ogni anno. Il percorso consta di una ventina di esami all’anno (oscillanti in base alle scelte dei professori disciplinari). Al termine, si sostiene un esame di Stato.
Ovviamente, un iter tale non permette praticamente di lavorare, perché la frequenza è obbligatoria, occupa tutti i pomeriggi e la preparazione degli esami richiede molto tempo.
Finora, cioè dal I all’VIII ciclo SSIS, era previsto l’inserimento nelle graduatorie permanenti, che permettono di aspirare al posto fisso.
Con il IX ciclo, in tutto e per tutto uguale ai precedenti, se non più oneroso per l’aggiunta di esami disciplinari supplementari in alcuni indirizzi, non è più prevista l’ammissione alle graduatorie permanenti. Infatti, l’ormai caduto Governo Prodi ha deciso di eliminare questo tipo di reclutamento, senza però dettare nuove direttive, e lasciando gli studenti del IX ciclo SSIS in un limbo normativo.
In Italia, oggi, 11.830 specializzandi, che usciranno dalla SSIS, IX ciclo, con una formazione completa, mirata e professionalizzante, rischiano di rimanere disoccupati. Queste persone stanno rinunciando a lavorare per due anni. In più pagano cara e salata, di tasca loro, la formazione, mentre in altri Stati Europei i futuri insegnanti hanno il posto assicurato e vengono pagati per fare lo stesso iter (per esempio in Francia, così vicina e così lontana dalla mentalità italiana). E occorre non scordate l’onerosità in termini di risorse psicologiche, morali, fisiche legate alla difficoltà degli studi unita alla frustrazione dell’incertezza.
Perché a pari performance corrispondono trattamenti differenziati?
Ci si chiede se la Repubblica ricordi che, nell’articolo 4 della Costituzione, è stabilito che sia suo compito rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese, oppure abbia sostituito il verbo “rimuovere” con il suo esatto opposto.

venerdì 7 marzo 2008

Vero o falso?

Oggi affronto linguisticamente alcuni termini che hanno a che vedere con il vero e il falso.

Per iniziare, vediamo cosa dice il vocabolario:
VERO= ciò che attiene alla realtà. (Tutto qui? Sì, tutto qui).
FALSO= non vero.

Continuiamo poi con le seguenti definizioni:

BUGIA= sfida alla verità, riconosciuta come esistente, e contrastata consapevolmente. E' legittimata dalla tensione verso uno scopo ben preciso.
STRONZATA= espirazione di affermazioni equivalenti al nulla, senza nessuna sfida alla verità, peraltro ignorata dallo "stronzattore". La stronzata, derivante da "stronzo" (mi spiace che nel mio blog si concentrino tante scurrilità, ma così è, se vi pare), è l'esatto contrario di "verosimiglianza", e al temo stesso è parallela all'"aria fritta". Come l'aria fritta è costituita da vapore senza consistenza contenutistica, così lo stronzo, da cui deriva la stronzata, è assenza di sostanza, essendo questa stata assorbita dal corpo appunto prima di scartarlo.

So che siete sconcertati da tanta capacità di definizione linguistica da parte mia. Infatti, la farina non è del mio sacco,(a parte l'interpretazione personale, dato che il libro non l'ho letto, ma ne ho solo ascoltate alcune parti lette ieri sera al circolo dei lettori da Gianni Biondillo), ma del suo. E lui, le stronzate non le dice, le spiega.

giovedì 6 marzo 2008

I DIRITTI IMPRESCRITTIBILI DEL LETTORE (DI BLOG)


Tratto da "Comme un roman" di Pennac:

LES DROITS IMPRESCRITIBLES DU LECTEUR

  1. Le droit de ne pas lire. Il diritto di non leggere: i blog, se li volete leggere, li leggete. Se non volete, non li leggete. E costa anche meno non leggere un blog rispetto a non leggere un libro che si è comprato.

  2. Le droit de sauter des pages. Beh, saltare le pagine è il concetto stesso di blog...Anche se sarebbe bello se qualcuno si mettesse a leggere tutto un blog in modo sequenziale(penso ci metterebbe due settimane, in media, e ne uscirebbe senza occhi)

  3. Le droit de ne pas finir un livre. Un blog, poi, non finisce mai, o quasi.

  4. Le droit de relire. Rileggere gente, rileggete. Anche se qualcuno potrebbe dire che sto ammasso di ******* è già tanto leggerlo una volta.

  5. Le droit de lire n'importe quoi. Del resto, è ovvio che si può leggere qualsiasi cosa, con i blogger d'oggigiorno...

  6. Le droit au bovarysme (maladie textuellement transmissible). Se qualcuno non sapesse cos'è il bovarismo, clicchi qui...

  7. Le droit de lire n'importe où. E ora, con il wi-fi, potrete leggere i blog comodamente distesi in un prato (beh, nel parco del Municipio di Cannes si può!), con il teporino del pc sul petto.

  8. Le droit de grappiller. Spizzicare è un termine che, oltre a portare molti googolatori in ricerca di pizze sul mio blog, è il significato ultimo del blog.

  9. Le droit de lire à haute voix. Vero, vero, leggeteli ad alta voce, magari non mentre siete in ufficio, con il capo di fianco e un cliente davanti.

  10. Le droit de nous taire. Ecco, questo comportamento è più adatto nella situazione di cui sopra. Tacete. In quel caso non è un diritto, è un dovere. A meno che non si voglia essere licenziati. Del resto, essere licenziati è un vostro diritto.

mercoledì 5 marzo 2008

Post scurril-allegorico interattivo nei confronti del lettore

Ci sono quattro uomini.
Viene regalato loro un tubo di vaselina, in modo che ne facciano quello che vogliono.

I comportamenti sono i seguenti:

  1. uno si prepara un bel sandwich con hamburger, formaggio, ketchup e, per ammorbidire il pane già straripante di grassi vegetali, vi spalma mezzo tubo di vaselina. L'altro mezzo lo mette nella torta che sta cucinando per cena. Mentre si dedica a queste attività, arriva un altro uomo e lo sodomizza mentre è distratto dalla pappatoria;


  2. uno prende la vaselina e la spalma tutt'intorno a sé, per terra, sulle maniglie delle porte, ..., in modo che, se qualcuno volesse mai sodomizzarlo, avrebbe vita difficile, perchè scivolerebbe. Arriva un altro uomo e si spacca l'osso del collo sulla vaselina. (In realtà doveva comunicargli una vincita alla lotteria);


  3. uno prende la vaselina e la mette in un luogo fresco e asciutto, perchè non si sa mai, per il futuro. Mentre è concentrato nel disporre il tubo in mezzo a mille altri oggetti nell'armadio, arriva un uomo e lo sodomizza.


  4. uno prende la vaselina, se la spalma per bene, si piega a 90 e aspetta che qualcuno lo sodomizzi. In realtà non ci molti altri uomini che hanno prevetivamente pensato di sodomizzarlo, ma, vedendolo così disponibile, vari uomini che non sanno che fare decidono che il loro lavoro potrebbe essere quello di sodomizzatori di uomini volontariamente vaselinati.

Ora fate gli abbinamenti:
Riconosco che questo post possa essere:

  • incompleto: non ci sono le soluzioni, ma la giustificazione è l'ovvietà delle stesse;
  • scurrile: mi scuso per la scurrilità del post, ma l'interpretazione dev'essere effettuata in chiave squisitamente ALLEGORICA. Senza contare che.
  • riferito a soli uomini: non vi preoccupate, uomo è inteso nel senso universale del termine (essere "umano" tout court), e non come essere umano di sesso maschile.

martedì 4 marzo 2008

13 variazioni sul tema

A me è piaciuto...però vi incollo le recensioni più spietate, così potete decidere di vederlo avendo un'immagine a tuttotondo.

lunedì 3 marzo 2008

Efficienza ed efficacia


Mettiamo che si abbia un mese per svolgere un compito che richiede 10 ore di lavoro.
Come ci si comporta?

Ci sono più categorie:
  • quelli del tutto e subito, che si mettono lì e il primo giorno del primo mese fanno tutto il lavoro. Così si ricordano bene cosa devono fare. Poi arrivano al giorno del giudizio che hanno scordato tutto;
  • quelli del c'è sempre tempo, che fanno tutto l'ultimo giorno (vedi notte). In quel momento notano che hannno totalmente scordato quello che dovevano fare;
  • quelli del fatalismo: non fanno nulla, così non si rendono nemmeno conto di aver scordato tutto.

Qual è il risultato?

Più o meno lo stesso per le tre categorie.


Qual è la morale?

Fate poco fratelli, ché tanto i risultati cambiano ben poco.


A meno di non lavorare 3 ore tutti i giorni per un mese, così invece di dedicare 10 ore se ne dedicano 90 circa: in questo modo si arriva con tutto in testa, ma fuori di testa.

sabato 1 marzo 2008

Scherzi della mente umana

L'altro giorno passavo in fretta in un posto.
C'erano vari poster di Valtroni.
Poi c'era uno in bici che passava. Andava proprio nella mia direzione, lentamente.
E così avevo a sinistra una serie di Veltroni sorridenti, a destra un ciclista.
Oggi sto raccontando a tutti di aver visto Veltroni in bici. Ieri. A Torino.