
Io non è che ne sappia molto di grappe: per me barricata o no, invecchiata o no, l'unica cosa che sento è un nodulo di fuoco che mi scende giù per l'epiglottide, per poi espandersi nello stomaco in una calda nebbia nebbiosa e nella mente in una nebbia ancora più nebbiosa.
Prima dell'annebbiamento totale, in me cagionato generalmente da 1 o 2 grammi di liquido, a volte anche zero, ho osservato l'etichetta con quel savoir-faire che solo noi laureati in marketing abbiamo. Sull'etichetta c'era scritto:
"LUNGAMENTE "invechiata"
Ma perchè le virgolette intorno a invecchiata? Al che sono andata a informarmi, e ho scoperto che la grappa può definirsi invecchiata solo se la sua permanenza nelle botti ha superato i 12 mesi. Ora, è vero che il termine "lungamente" è molto opinabile. Basti pensare al racconto del re angosciato dal passare troppo veloce del tempo a cui fecero girare una manovella per un giorno intero, rivelatosi eterno. Ecco, secondo me la grappa ha subito più o meno il trattamento della rotella del re: un giorno mooolto lungo. Perlomeno come percezione. E, di già che ci siamo, le botti, trattandosi di stampatello in cui non si distinguono maiuscole e minuscole, non erano botti di rovere legno, bensì di un amico del produttore chiamato Rovere di cognome, probabilmente in compensato.
Ora capirete perchè a volte, oltre al nodulo di fuoco che vi scende giù dall'epiglottide, potreste ritrovarvici anche un po' di schegge di legno.
Finalmente qualcuno che apprezza la grappa quanto me. Non sa di un cazzo, è solo alcool.
RispondiEliminaSa di alcol
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