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venerdì 29 aprile 2011

Grappa "invecchiata"

Essendo una buongustaia, l'altro giorno mi concedevo alcuni sorsi di una fantastica grappa del discount, del valore nientepopodimeno che di 11,90 €.
Io non è che ne sappia molto di grappe: per me barricata o no, invecchiata o no, l'unica cosa che sento è un nodulo di fuoco che mi scende giù per l'epiglottide, per poi espandersi nello stomaco in una calda nebbia nebbiosa e nella mente in una nebbia ancora più nebbiosa.
Prima dell'annebbiamento totale, in me cagionato generalmente da 1 o 2 grammi di liquido, a volte anche zero, ho osservato l'etichetta con quel savoir-faire che solo noi laureati in marketing abbiamo. Sull'etichetta c'era scritto:
"LUNGAMENTE "invechiata" IN BOTTI DI ROVERE".

Ma perchè le virgolette intorno a invecchiata? Al che sono andata a informarmi, e ho scoperto che la grappa può definirsi invecchiata solo se la sua permanenza nelle botti ha superato i 12 mesi. Ora, è vero che il termine "lungamente" è molto opinabile. Basti pensare al racconto del re angosciato dal passare troppo veloce del tempo a cui fecero girare una manovella per un giorno intero, rivelatosi eterno. Ecco, secondo me la grappa ha subito più o meno il trattamento della rotella del re: un giorno mooolto lungo. Perlomeno come percezione. E, di già che ci siamo, le botti, trattandosi di stampatello in cui non si distinguono maiuscole e minuscole, non erano botti di rovere legno, bensì di un amico del produttore chiamato Rovere di cognome, probabilmente in compensato.
Ora capirete perchè a volte, oltre al nodulo di fuoco che vi scende giù dall'epiglottide, potreste ritrovarvici anche un po' di schegge di legno.

2 commenti:

  1. Finalmente qualcuno che apprezza la grappa quanto me. Non sa di un cazzo, è solo alcool.

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