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giovedì 12 maggio 2022

Uova cattoliche

C'è poco da fare: non so se sia vero che per fare un uovo di Pasqua serve del cioccolato di ottima qualità o sia una leggenda metropolitana, ma più la società si involve, più ogni minorenne medio, a Pasqua, ne ottiene quantità imbarazzanti, perlopiù al latte. Il bambino medio del ventesimo secolo non è interessato tanto al cioccolato quanto alla sorpresa, e suole aprire famelicamente una 20-30ina di uova, spaccandole con il pugno, per poi concentrarsi sul contenuto, quasi sempre demenziale ma, si sa, l'effetto sorpresa ha un grande appeal sull'essere umano, finché si tratta di stronzate di scarsa entità che non ne modifichino la rassicurante routine. 
Le madri, durante il mese di aprile, confezionano tupperware contenenti tutti i frammenti d'uovo, che dopo un po' non interessano più a nessuno. 
Arriva così il periodo post-pasquale, consistente nella trasformazione del contenuto dei contenitori. Dopo aver appurato che mangiare periodicamente pezzi di cioccolato vagamente marrone, con una quantità di zucchero e latte in polvere che "Super size me" le fa un baffo, è umanamente impossibile, gli adulti iniziano uno strano gioco: fabbricano improbabili dolcetti a base di cioccolato delle uova al latte avanzate e li regalano ad altri adulti, ma anche gli altri adulti fanno lo stesso. Inizia uno scambio di vomitevoli dolciumi dolcissimi e vagamente cioccolatosi che manco la BMT. Il tutto prima della prova costume. I geniali fioretti quaresimali convertiti in rinuncia ai dolci da qualche religioso più amante dell'estetica fisica che dell'empatia con un presunto semidio sacrificatosi per noi sono vanificati completamente. 
Si arriva a giugno obesi e disgustati. 
Che poi è davvero il massimo: ingrassare senza goduria. 
L'empireo del masochismo umano. 
Ma in fondo potrebbe davvero essere questo il senso della Pasqua cristiana: accaparrarsi ingordamente sofferenza gratuita, autofustigarsi assecondando sensi di colpa atavicamente innestati su una natura diversamente costituita.  

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