LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 1 ottobre 2020

Inerzia


Già parlai di inerzia

Oggi ne riparlo. 

Che noia.

Ma sono passati più di cinque anni. 

Sono cinque anni più vecchia.

Scrivo da cinque anni più vecchia. 

Prima pensavo solo all'inerzia di quando uno va avanti. Quella di quando uno va avanti da così tanto tempo che manco più si ricorda dell'azione di frenata, ma solo del concetto. A malapena. 

Pensavo a quello perché parlavo della vita intera. 

Adesso che sono meno giovane vado a pensare a robe piccole. 

Tipo a quando uno si muove da uno stato di quiete. O quando uno, da uno stato di movimento, si ferma. 

Ecco. 

Se uno è abituato a stare fermo, per lui è difficilissimo partire. Quindi uno che ha una vita inattiva guarda quelli che ce l'hanno attiva e li trova un  branco di pazzoidi senza senso, e non gli viene nemmeno in mente di provarci, a condurre una vita attiva, perché farebbe una fatica bestiale a fare il passaggio.

Idem per uno che ha una vita super attiva, che corre in tutte le direzioni, fa mille aperitivi, scala le montagne, solca i fondali marini, vola in cielo. Questo qua, se qualcuno lo blocca, tipo in casa, tipo chiuso per obbligo, impazzisce, perché non è abituato. Fa una fatica pazzesca. 

Sono due tipi di inerzia.

La buona notizia è che fare il passaggio, si può.  

E dopo che lo si è fatto, si acquisisce una nuova inerzia, unita a una nuova consapevolezza: quella di poter fare, seppur faticosamente, il salto.

Assaporare la lentezza.

Poi godersi l'azione.

Rallentare di nuovo.

E riaccelerare. 

E sperimentale la fatica. Che alla fine può essere interessante.

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