LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 8 luglio 2020

L'altruismo mascherato

C'è da fare una considerazione in merito alle mascherine che la maggior parte di noi si trova in faccia, sotto il mento, in tasca, nella borsa o (ultima tendenza radical chic) al gomito: sono praticamente tutte dotate di una caratteristica degnissima di una società civile super evoluta:

proteggono gli altri, ma non proteggono sé stessi.

Se ci pensate, è una figata pazzesca.

Un sistema del genere conduce a passare da una prospettiva individualistica a una legata al benessere dell'intera comunità.

Insomma, io per assicurare la tutela della mia salute, dipendo completamente dagli altri, e gli altri completamente da me, e tutti dipendiamo dal comportamento responsabile di tutti, fino all'ultimo.

E' quindi necessario che per pensare a sé stesso, ognuno pensi agli altri.
E' un po' il ribaltamento di quello che scrive Dostoevskij in "Delitto e castigo":

«[...] Se, per esempio, fino a ora mi potevano dire: “Ama!” e io amavo, come andava a finire?» continuò Pëtr Petrovič, forse con un eccesso di precipitazione. «Andava a finire che tagliavo in due il mantello, lo dividevo col mio prossimo, ed entrambi ce ne restavamo mezzi nudi, secondo quel proverbio russo che dice: “Se corri dietro a troppe lepri in una volta, non ne catturerai nemmeno una”. La scienza, invece, dice: “Ama, innanzitutto, te stesso, poiché al mondo tutto è fondato sull'interesse personale”. Tu ami te stesso, ti fai i tuoi affari come si deve, e il tuo mantello resta intero. La verità economica, infine, aggiunge che tanto più nella società si svilupperanno iniziative private organizzate, e, per così dire, mantelli interi, tanto più numerosi saranno i suoi fondamenti sicuri, e tanto più vi si svilupperà anche la causa comune. Dunque, nel procacciarmi cose unicamente ed esclusivamente per me, è come se precisamente procacciassi cose per tutti, e facessi in modo che il mio prossimo possa ricevere qualcosa di meglio di un mantello strappato, e non già più da isolate elargizioni private, ma come conseguenza di una diffusa prosperità generale. Un pensiero semplice ma che, sfortunatamente, per troppo tempo non è venuto in mente, soppiantato dall'esaltazione e dalle romanticherie, mentre, a quanto pare, non ci vuol poi molta prontezza di spirito per accorgersi...»

L'importante è, dicevo, che la società in cui ciò accade si meriti una simile figata e sia davvero socialmente evoluta.

Insomma, siamo a cavallo.

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