LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 5 aprile 2018

Quante volte ti dà della cretina?

 
Quello che mi accingo a raccontarvi è sicuramente, come tutte le cose che posto in questo blog, frutto della mia fantasia bacata e qualsiasi riferimento a fatti o persone realmente esistenti è puramente causale.

Ero nei cessi di Ikea, dopo una coda apocalittica davanti a porticine in cui rassicuranti frasi dicevano che fosse possibile urinare e defecare davanti al proprio figlio, comodamente seduto su un piccolo trono in plastica in posizione panoramica.
Avevo anche un'eco nella testa che mi faceva pensare di aver letto da qualche parte, mentre espletavo le mie funzioni urinarie, rassicuranti frasi sull'ecologicità degli scarichi e dell'energie elettrica impiegata dal colosso.
Uscendo, avevo abbrancato la maniglia Ikea della porta Ikea e per una frazione di secondo i miei occhi avevano letto - o avevano creduto di aver letto - una frase del tipo: "Quante volte ti dà della cretina?" o "Conta le volte che ti dà della cretina".
Avevo voluto conservare questa onirica sensazione evitando di tornare indietro a verificare quello che credevo di aver letto.

Ma poi, perchè mai dovrebbero aver messo una frase del genere sulla porta di uscita dei cessi Ikea?

Una arriva con il fidanzato a Ikea, tutta contenta perchè sta mettendo su casa con lui, o stanno per sposarsi.
(Questo è uno dei profili più statisticamente rilevanti dei visitatori del negozio).
Già la coda nei cessi non è piacevole.
Se poi ha un figlio, ha già dovuto sottoporsi alle sue occhiate indagatorie mentre faceva qualcosa di intimo, quindi è un po' a disagio. Se non ce l'ha, già il trono plastificato le ha fatto venire pensieri da orologio biologico rotto o troppo avanti o troppo indietro o con la sveglia che ha già suonato invano.
Esce con il pensiero che spenderà fior di quattrini per il suo roseo futuro casalingo, e cosa si trova sull'interno della porta? Una frase riferita a una persona manco indicata con il pronome, ma tanto si capisce che è probabilmente la persona con cui è lì.
Quante volte le ha dato della cretina? Spesso esplicitamente, altre volte in modo subdolo, magari abbracciandola, magari dandole un bacio e compatendola per la sua presunta inferiorità di donna (dato statisticamente probabile dovuto non alle reali doti femminili, ma alle evidenti caratteristiche dell'uomo medio italiano).
E' inevitabile che il cervello della donna, nel nanosecondo in cui, anche solo a livello inconscio, percepisce una frase simile, inizi a elaborare migliaia di scenari passati presenti e futuri.

Ora, i motivi di una frase simile in un luogo simile potrebbero essere:
  • insinuare un dubbio che ingenererà stress, e lo stress, si sa, viene combattuto dalle donne con shopping ossessivo-compulsivo, più consumazione di cibo in quantità inaspettate (quindi aumento degli acquisti e assuzione di dosi di polpette Ikea con salsa di frutti rossi, cheese cake e gelatini gonfiati ad aria bastanti per un intero asilo comunale);
  • far sì che si ingeneri una subdola spirale di risentimento nei confronti del partner, ma così subdola da lasciare il tempo di arredare tutta una casa comune, iniziare a viverci, indi riarredare due altre case separate, con conseguente acquisto mobili e consumo polpette triplo rispetto a quello di una coppia felice
Immagino che sui cessi degli uomini ci sia qualche altre frase.
Non ho osato andare a controllare.
Posso sempre inventarmela.

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