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giovedì 20 ottobre 2022

Il dubbio delle troppe variabili

Siamo in un momento di dubbio esistenziale che ci attanaglia in qualsiasi azione del quotidiano. 

Ad esempio: dove conviene sedersi in un locale?

Le variabili che incidono sulla scelta sono molteplici: 
  1. il covid, variabile antica, demodée, ma sempre presente, anche per chi finge di no e si sente normalmente raffreddato o immune: tenendola in considerazione, ci si dovrebbe sedere fuori;
  2. la povertà in crescita: mentre all'interno dei locali c'è una sorta di filtro per venditori di rose braccialetti libri di cucina africana abbandonatori di gadget sui tavoli elemosinantiebbasta, fuori no. Se ti siedi fuori per non prenderti il Covid, ti trovi una coda al tavolino che manco alla seggiovia nei bei tempi andati in cui la gente poteva ancora spendere quarantine di euro per salire e scendere da montagne innevate con gli sci. Il punto è che anche il tuo potere d'acquisto è diminuito perché il tuo stipendio viene devoluto in bollette, e quindi presto il tuo problema non sarà più se sederti dentro o fuori dal locale, ma a quale tavolino metterti in coda con il cappello in mano;
  3. il freddo: con l'aumento dei rigori invernali, sarà sempre più spiacevole stare fuori a mangiare o sorseggiare una bevanda. Anche dentro si gelerà, perché il riscaldamento sarà al minimo, ma ci sarà quel tepore provocato dal fiato umano, fiato appunto da evitare per via della variabile n. 1, ma da ricercare per la n. 3. 
Il risultato è concludere che in un locale non ci si siede, né dentro né fuori, nemmeno adesso, per via del covid più povertà e freddo incipienti. 
Ma così sorge la problematica dei ristoratori & co., distrutti dai lockdown, dalla crisi, dalla guerra, dalle bollette. 
Insomma, sedersi ai tavoli di un ristorante, o bar, o altro locale, è da tre anni a questa parte un segno di altruismo e solidarietà. 
Bisogna farlo. 
Così poi si avrà un tavolo a cui mettersi in coda per quando si diventerà poveri. 
Ché se diventano poveri loro prima di noi, tocca sedersi per terra con il cappello al suolo, e d'inverno si prende troppa umidità. 

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