LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 19 febbraio 2021

Abbecedari - la sfida

 Leggendo "Prima che tu dica pronto" di Calvino, sono incappata nel piccolo sillabario illustrato, che in realtà di illustrato non ha nulla, se non il riferimento a Perec.


E così parte la sfida... chi la vuole cogliere, la colga e commenti!

A me sono venute, a titolo esemplificativo, queste:

VA-VE-VI-VO-VU
Guidavo nella notte in orario ultraventiduenne: mi sono sentita come un volatile, tipo un falco pellegrino, libero di volare nel suo cielo... Finalmente ho sentito un guizzo di vita. Credo che dovrei proporvi un momento di incontro per sentirci tutti più vivi insieme, magari in Costa Azzurra, parlando francese, per crederci per un attimo parte di un Paese con un miglior welfare... Ci state?
In sintesi, se non avete avuto voglia di leggere tutto:
"Va ave vivo. Vous?"


NA-NE-NI-NO-NU
Conosco un tizio sardo che si chiama Nino. Ha una ragguardevole età, ma vive ancora con i suoi anzianissimi genitori. Ha un'intelligenza tra il mediocre e il medio, perfettamente in linea con la media nazionale, ma invece, d'aspetto fisico, ne è notevolmente al di sotto. Pensate a un difetto fisico qualsiasi: lui ce l'ha. Gobba, forfora, occhio guercio, ecc. Ha tutto. Per la concomitanza di bamboccionaggine estrema e bruttezza tremebonda, non riesce a trovare una donna manco a pagare. Perfino le meretrici, quando lo vedono, decidono di prendere un giorno di mutua per pervenuto malessere intestinale. Un giorno, però, trova perfino lui. Cambia umore, e gli ottuagenari genitori lo rilevano e fanno indagini. La madre scopre che la donna è una signora affetta da nanismo sua coetanea. Sconfortata, va dal figlio e gli dice: 
"Nane, Nino....nuuuuu!"

6 commenti:

  1. ....hai letto di quel diciannovenne che è scappato dagli Stati Uniti per andare in India?
    A quanto si dice era il figlio di un noto avvocato di New York (tale Ed Warner, uno dei più famosi, e ricchissimo).
    Ha mollato tutto all'improvviso: ricchezza, posizione, notorietà, senza dare altre spiegazioni che un laconico messaggio whatsapp ai suoi genitori, che diceva soltanto di non cercarlo, che sarebbe andato a Nuova Delhi a studiare. Pensa te.
    Pare che il padre, disperato, abbia continuato invano a chiamarlo e scrivergli sul cellulare e sui profili social. Poi, arresosi all'idea di dover rispettare la volontà del figlio, si sia preoccupato soltanto della sua istruzione, che quantomeno si fosse iscritto all'università (alla D.U, Delhi University, lui comunque aveva delle conoscenze, avrebbe potuto aiutarlo a farsi una posizione anche in India).
    E pare che proprio qualche giorno fa, all'ennesima richiesta di informazioni circa la sua istruzione, abbia ricevuto un messaggio Whatsapp dal figlio, che per tutta risposta gli diceva:
    "Dad Ed, I do D.U."

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  2. Il Signor Filippo Ferri era titolare di una Fonderia. Un'azienda florida, facevano stampi per la grande industria. I "ferri", come li chiamava lui, con un pizzico d'orgoglio.
    Poi, cosa vuoi, questi tempi balordi, la pandemia, qualche commessa non andata a buon fine....insomma, si trovò a far fronte ad un fallimento. E in questi casi hai due scelte: o ti lasci abbattere e ti butti giù, o reagisci con forza e creatività. E lui non era certo un tipo da lasciarsi abbattere. Decise che era giunto il momento di fare ciò che aveva sempre sognato, in barba alla crisi. E con i quattro soldi rimasti, aprì una falegnameria.
    Il primo lavoro che fece fu l'insegna: bellissima, di noce, intarsiata a mano, che recitava:
    "FALEGNAMERIA FERRI FILIPPO ". Poi, con un pizzico d'orgoglio per i tempi andati, aggiunse "FONDERIA CHE FU". Ma ovviamente era troppo lungo per un'insegna, così decise per questa splendida abbreviazione:
    FA.FE.FI.FO.FU.

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  3. Il famoso regista giapponese Yasujiro Ozu (https://en.wikipedia.org/wiki/Yasujir%C5%8D_Ozu) aveva una figlia, nata dopo il suo trasferimento in Francia, che era molto meno artista e molto meno conosciuta di lui. Tuttavia vale la pena di raccontare brevemente la sua storia, perchè spesso vivere nell'ombra di un genitore famoso e rispettato non è così semplice come può apparire.
    Anzi, per Ziz (questo il suo nome di battesimo) fu sempre un grosso problema. Qualunque cosa facesse, soprattutto in ambito artistico, sentiva sempre il peso del paragone con il suo ingombrante cognome. Tentò con il cinema: ma ovviamente non ebbe il successo del padre. Tentò con la pittura: ma neanche qui andò bene. Le riuscì invece qualcosa di più con la musica, ma soltanto perchè finalmente cambiò nome, e si inventò un nome d'arte. Si fece chiamare "ZAZ". Con questo semplice escamotage non ebbe più il peso di un cognome altisonante e finalmente trovò anche lei la sua strada:
    https://it.wikipedia.org/wiki/ZAZ_(cantante)

    Almeno fino a quando qualcuno scoprì le sue vere origini, e crudelmente, con malevoli intenzioni, scrisse a tutti i giornali e su tutti i social, rivelando che:

    Zaz è Ziz Ozu

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  4. Mio nonno quando ne parla ancora si commuove. Lui e Thudor Jugovic, nome di battaglia "THU", erano amici d'infanzia in quella che una volta era la Jugoslavia. Erano amici per la pelle.
    - Eravamo più che amici - dice il nonno - eravamo come fratelli. Cresciuti insieme. Grande persona, Thu. Era onesto, intelligente, sveglio, sempre con la battuta pronta. Ed era un grande patriota e un grande combattente. Quando scoppiò la guerra fu uno dei primi a raggiungere i partigiani. Il suo sogno più grande era quello di arrivare a far parte dei combattenti personali del Maresciallo Tito, dei suoi fedelissimi. -
    Mio nonno fu catturato dai fascisti nel '40 e portato in campo di concentramento. Perse tutto: famiglia, affetti, amici. Ma per fortuna fu rilasciato, alla fine della guerra. Ma di Thu non seppe più nulla.
    - potessi tornare indietro, anche solo per cinque minuti - dice il nonno con gli occhi umidi - anche solo un attimo, per sapere se poi Tito l'ha avuto, tra i suoi fedelissimi.....potessi tornare indietro un attimo dal Thu di quell'epoca......lo abbraccerei, e finalmente gli potrei chiedere:
    " T'ha, te, Tito, Thu ?"

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  5. Una delle più belle e drammatiche poesie d'amore che abbia mai letto, la lessi sul muro della camera da letto del poeta Rober Updike (fratello del più famoso John) a Reading, in Pennsylvania.
    Confinato nel suo letto a causa di una gravissima malattia, scrisse sul muro con l'aiuto di una stampella la commovente lettera d'addio al suo amore impossibile (una ragazza di ben 20 anni più giovane di lui).
    Ora quella casa è un museo e quella poesia è rimasta come lì come un grido supremo d'amore e di morte. Non la riporterò qui, perchè è stata scritta su un muro e lì, giustamente, deve rimanere.
    Vi basti conoscere le ultime, tragiche, righe:

    "...and i will always and always, love you, anyway, anywhere, in time and space.
    Babe, by. Bob U."

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  6. FI.CA.FIN.CHE.GHE.NE'...
    E'l'unica cosa per cui vale la pena di vivere...
    Cumme se dixe chi a' Zena...
    FIN.CHE.SUN.VIVU!😜🤭😁😊👍

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