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martedì 12 gennaio 2021

Il running stalker


Stai facendo jogging, tutto contento, con il tuo bell'audiolibro nelle orecchie, il panorama del fiume ghiacciato, le piante stecchite intirizzite nei loro abiti di brina che ti abbracciano, quando lo vedi in lontananza.
E' proprio lui: il random stalker.
La tentazione è quella di fare dietro-front, o anche percorrere un pezzo di linea di mezzeria nello stradone a quattro corsie, pur di non incrociare il suo sguardo.
Il suo sguardo è più letale dello sfregamento della tua maglietta sintetica con te dentro contro un tir in una direzione e un pullman nell'altra. 
Il suo sguardo emana a chilometrica distanza un estremo, apocalittico, devastante bisogno di contatto umano. E si sa, il bisogno esasperato a volte diventa pretesa, si insinua nello spazio di libertà altrui e induce istintivamente alla fuga. 
Fortunatamente, è raro che il goffo ometto non si sia già attaccato a qualche sfortunato corridore. Infatti è perennemente appostato al parco nei luoghi in cui i runner devono per forza passare, come ponticelli e strozzatoi, probabilmente dall'alba al tramonto. 
Se non ha una vittima designata a portata di mano e passi tu, sei fregato. Ti si affianca, vicino, molto vicino, tanto che puoi dedurre cos'abbia consumato al suo ultimo pasto.
Se sei uno a cui piace comunicare, con lui non ti piace. 
Di solito, lo becchi da solo quando tu hai male a un ginocchio, o fa un freddo/caldo cane, o hai mal di pancia, o stai soffrendo psicologicamente per qualcosa e vuoi essere lasciato in pace, o sei in riunione con il cellulare e devi stare attento. Lui ti si affianca e inizia a parlarti. Anche se ti piace parlare, lui ti fa pentire delle tue piacevolezze. Dopo trenta secondi desideri essere sordomuto. Ma non lo sei, e lui blatera, e tu lo senti. Sei una brava persona, capisci che lui è tanto tanto in difficoltà. E' in cassa integrazione, ti dice. Fai un calcolo mentale: è in cassa integrazione dal 2006. 
La brava persona alza bandiera bianca, e ti possiede il bruto che c'è in te.
Gli dici qualcosa di cattivo: adesso è facile, basta dirgli che le regole del covid non ti permettono di tollerare il suo blaterare sputacchiante a 20 cm dal tuo viso. 
Lui si offende. 
Per tre giorni non ti saluta.
Poi ricomincia a indirizzarti un cenno del mento.
Dopo una settimana ti ridice ciao.
Dopo due settimane hai male a un ginocchio.
E lui, proprio quel giorno, ti saluta, ti si affianca.
Non puoi nemmeno fuggire: hai male a un ginocchio, lui è allenatissimo. 
Ti dice: "Dai ti accompagno per tutto il tuo giro di corsa, tanto sono abituato". 

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