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mercoledì 17 aprile 2019

Cubi misteriosi


Oggi ero lì che pedalavo quando mi sono fermata a un semaforo e ho visto un blocco di vetro cubico trasparente con i bordi un po' scheggiati messo per terra. Era grande più o meno come quattro cubetti di quelli del ghiaccio fusi insieme. Per un istante ho pensato che fosse un gigantesco chicco di grandine cubico, originato da qualche misterioso fenomeno scientificamente dimostrabile, tipo le Giant's Causeway. Faceva abbastanza caldo da farmi pensare che il chiccone fosse appena caduto da cielo o fosse di vetro.

Mi sono chinata, bici e tutto, e ho raccolto il misterioso oggetto, che era di un materiale simile al vetro, al tatto. Nel frattempo si è materializzato un indiano naniforme, anche lui incuriosito dal cubo. Quando ho provato a buttarlo per terra con tutte le forze per vedere se si spaccava, e non si spaccava, ha iniziato a toccarlo anche lui, commentando con un "è un cristallo" da fine intenditore.

Io ho continuato a osservare il cubo, tutta intenta, tanto il semaforo era rosso. Ad un certo punto il mio compare di curiosità ha fatto una faccia allucinata, fissando il centro dell'incrocio. Io, menefreghista, ero autisticamente concentrata sull'oggetto di osservazione.

L'indianino mi si è avvicinato e mi ha strattonato la manica: "Ehi, ti ha fatto vedere il - e poi ha detto la parola iniziante per c, terminante per 0, con due z in mezzo -".
Io sono riemersa dal mio mondo vitreo e gli ho chiesto: "Ma chi?"
E lui: "Il tizio sul furgone che è passato nell'incrocio".
Gli ho risposto: "Poco male, tanto io guardavo il cubo e non l'ho visto".
E lui, tutto sollevato, ha detto "In effetti".

Poi abbiamo attraversato.

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