LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 23 gennaio 2019

Caso umano


Ultimamente, non so bene perché, mi è capitato di sentire con altissima intensità il termine "caso umano".
Sarà una moda, sarò io che sono più attenta a questo vocabolo, ma prima lo sentivo assai di rado, forse mai, adesso tre o quattro volte al giorno.
La sonorità stessa del termine, in effetti, mi dà una fitta simile a quando hai i denti sensibili e di continuo ti arriva uno zefiro d'aria gelida sui denti perché è inverno, e, appunto, l'aria è gelida.
Infatti, di solito, l'accezione è negativa e soprattutto affrettata.
Lo sento sempre detto da persone che si riferiscono ad altri che o manco conoscono (e non vogliono certo conoscere) o conoscono da pochissimo (e non intendono approfondire).

Che poi, i termini in sé a me piacciono.

Caso è un avvenimento imprevisto, che mica vuol dire per forza brutto. Poi il caso è interessante perché non è prevedibile né premeditato. In più, se io penso alla parola "caso", per mia formazione, mi viene subito in mente il "caso aziendale", che era una delle cose più interessanti che abbia fatto all'università. Si guardavano accadimenti veri di un'azienda, si studiavano soluzioni. Era un momento creativo.

Umano è un aggettivo legato a noi come specie. Se poi ci si addentra nell'aspetto metaforico del termine, per umano di solito si intende ciò che ha calore, empatia, gentilezza, garbatezza. Insomma, cose belle.

Perché attaccando questi due termini si arriva a caso umano? A parte che non l'ho trovato in nessun dizionario (quindi deduco che sia stato coniato ultimamente), significherebbe "persona che suscita compassione o pietà", e a volte è usato in modo ironico, ma non troppo. 

Ma a me piace pensare
che caso umano sia una persona sorprendente,
che la sorpresa possa essere bella oltre che brutta o anche media,
e che ognuno sia, quindi, a modo suo, prima o poi, un caso umano. 

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