LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
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giovedì 16 novembre 2017

Brame

Quando uno desidera fortemente qualcosa, ci mette l'anima.
Il desiderio diventa il motore delle azioni di questo qualcuno, sempre focalizzato sul suo obiettivo.
Dicono che volere sia potere, ma anche che l'erba voglio non cresca nemmeno nel giardino del re.

Fatto sta ed è che quando uno, ad esempio, decide che deve dimagrire e inizia a pensare ossessivamente alla dieta e alle calorie, si ingenereranno due eventi:
  • gli verrà una fame bestia;
  • anche se resisterà alla fame bestia, non capirà perché, ma non dimagrirà per nulla.
Uno si intestardirà, penserà sempre a come vorrebbe essere, a come non riesce a diventare, ai modi per raggiungere l'obiettivo, e si arrabbierà terribilmente ogni volta che non otterrà risultati, con conseguente frustrazione e concomitante attacco di fame chimica. 

Arriverà poi magari il momento in cui si svilupperà un nuovo desiderio, più potente di quello dietetico, ad esempio fare carriera. L'attenzione si distoglierà dal fisico perfetto, perché uno sarà tutto coinvolto dal nuovo desiderio. Concentrato così, si metterà a fare straordinari, a non dormire per lo stress, e sarà ossessionato dal raggiungimento del nuovo obiettivo, forse ancora più difficile da raggiungere di quello precedente, che in realtà non è mai stato messo sulla posizione OFF, ma solo trascurato. 

Un giorno, a furia di rodersi lo stomaco per via dell'apparente irraggiungibilità della carriera, uno noterà che i pantaloni non gli stanno più addosso, che ha finito tutti i buchi della cintura. Si guarderà stupito allo specchio, poi si peserà, e scoprirà che il desiderio trascurato di dimagrire è stato esaudito. Ma il meglio è che non gliene fregherà più niente. Ormai gli fregherà solo della carriera, ma niente da fare. Si farebbe incollare libbre e libbre di tessuto adiposo intorno alla pancia pur di essere promosso, ma ci sarà poco da fare. 
Sarà magro ma alla base dell'organigramma della sua azienda. 
Maledizione. 

Poi arriverà il momento in cui, mentre sarà lì che studierà strategie di carriera, incontrerà una persona di cui si innamorerà a prima vista. Non gliene fregherà più un tubo della carriera: non cagherà più i superiori, andrà dai clienti con il sorriso ebete dell'innamorato, senza manco prepararsi i discorsetti intelligenti, e all'improvviso gli faranno fare una carriera lampo. Ma cosa gliene importerà? A lui importerà solo di coronare il suo sogno d'amore, incoronabile perché sicuramente l'oggetto del desiderio (o meglio il soggetto) sarà anaffettivo/stronzo/impegnato/tutti e tre insieme e chi più ne ha più ne metta.

C'è poco da fare.
Se uno vuole raggiungere i suoi obiettivi e desideri non deve avere né obiettivi né desideri.
Anzi, deve averne, ma altri.
Poi deve convincersi che siano gli altri quelli a cui brama.
Indi, raggiungere quelli a cui aveva finto di non bramare, bramando quelli a cui fingeva di bramare.
Ma se è riuscito in questo intento vuol dire che aveva finto così bene da credersi non fingitore.
Servirà poi un'autoconsapevolezza fuori dal comune per smontare a sé stessi l'impalcatura di finzioni e rallegrarsi dell'esaudimento dei veri desideri.

Robe che bisogna essere dei geni per farcela.

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