LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 8 giugno 2016

Limiti

I limiti, nella nostra mancanza di libertà etero ed autoindotta, provengono da fuori e da dentro di noi.
Quelli che sono dentro di noi subiscono il magnifico influsso di un sacco di variabili, tra cui le nostre autovalutazione, autostima, pigrizia.
Quanto più le prime due sono irreali e la terza elevata, tanto più i nostri limiti saranno sfasati.
In un grafico cartesiano della nostra vita possiamo vedere:

  • l'asse delle ascisse come traccia del tempo che passa sempre più velocemente man mano che la pendenza della china verso la fine aumenta, e che ogni tanto prende un viadotto in qualche buco nero per capovolgersi e contrarsi e dilatarsi e sorprenderci;
  • l'asse delle ordinate come indicazione delle possibilità di azione e di andare giù o su nell'estensione dell'ambito delle stesse. Queste ultime cambiano radicalmente da persona a persona, in base all'importanza che ognuno attribuisce alla variabili della vita, alle capacità, alle aspirazioni.
Sul piano definito dai due assi, uno avanza, fluttuando tra due linee che descrivono l'andamento:
  • del limite inferiore: ognuno ha una coscienza, più o meno veritiera, di quanto in basso può spingersi. L'unico modo per sapere è arrivarci, al limite minimo presunto. Magari si scopre che in realtà non ce la si fa, che si è superiori a quanto si pensava. Ad esempio, la resistenza alla casa sporca può essere stupitivamente inferiore alla aspettative. Ci si potrebbe sorprendere armati di guanti in lattice e sgrassatore in tempi molto più brevi dei presunti. In altri casi, invece, si vede che si vive tranquillamente al di sotto di ogni limite immaginato. Si lascia che la propria casa sparisca sotto una coltre di polvere briciole capelli peli grasso tale da impedirne il discernimento. Uno si ritrova a stupirsi di non riuscire più a individuare il divano o il lavello della cucina, immerso in polvere briciole capelli peli grasso fino alle ascelle prima che gli venga l'idea di inforcare il kit della massaia. Forse lo farà quando la coltre raggiungerà il suo naso, impedendogli pure la respirazione. 
  • del limite superiore: apparentemente più innocuo di quello inferiore, è lui il maggior responsabile del fallimento delle nostre vite. Se uno sbaglia, è fregato. 
    • chi lo stima troppo in alto non è così fregato. Infatti cercherà di raggiungerlo, saltellerà per appendersi alla linea di andamento, ma non ce la farà. Ce la metterà tutta, userà ogni risorsa, e al massimo capirà di essersi sovrastimato. Sarà frustrato da se stesso, ma almeno avrà raggiunto il suo reale limite superiore, cosa che tutto sommato non è così frustrante. Se è un minus habens, il suddetto sarà basso, ma raggiunto. Diciamo che se uno è un minus habens forse non si pone nemmeno il problema del raggiungimento del limite. Vive sereno e inconsapevole e basta. Poi muore, sempre sereno e inconsapevole. Per incorrere nella frustrazione s'ha da essere almeno medius habens. 
    • chi lo stima troppo in basso, invece, si frega davvero. Non prova nemmeno a raggiungere i punti superiori alla linea di andamento della funzione del limite più alto, erroneamente posta a pochi centimetri dalla sua testa. Potrebbe saltare molto più su, ma si accontenta per bassa autostima. Sceglie un lavoro che lo ammorba perché non si sente in grado di farne uno che gli piacerebbe, si lega a un partner che trova alla sua irreale e solo presunta bassezza, in modo da non essere devastato da un'irrazionale gelosia per uno che potrebbe davvero piacergli. Tutto quello che fa, lo fa senza dare il massimo. Corre solo facendosi preventivamente lo spruzzino antiasma perché pensa che senza morirebbe, va in bici con il motore perché senza motore ritiene di non farcela. Ma saprà se ce la può fare solo quando butterà via lo spruzzino e pedalerà su una bici senza motore (anche perché se prova a fare una salita con la bici con il motore da 20 kg, a meno che non si sottostimi tantissimo, muore). Certe cose che gli sembrano totalmente al di sopra delle sue possibilità non le farà nemmeno. Lo incuriosiranno, lo attireranno, ma le archivierà in un angolo recondito e difficilmente raggiungibile del suo cervello, fino a dimenticarle, o a credere davvero di averlo fatto. 
Quando uno ha il limite minimo abbastanza in alto e quello massimo abbastanza in basso, si ritrova a strisciare schiacciato dalle due linee, finché potrà anche capitare che si ritrovi in una situazione tipo Indiana Jones quando gli si comprimono sopra e sotto due pareti di roccia e lui corre finché non esce miracolosamente dalla morsa di pietra e si salva. Ma Indiana Jones è un film, nella realtà uno muore schiacciato lì in mezzo.

Alla fin fine è meglio porre 
il limite basso molto in basso,
quello alto molto in alto,
almeno uno è libero di fluttuare su e giù,
respira più metri cubi di aria,
ha panorama sulle possibilità,
s'industria per far diventare realtà quelle che gli piacciono,
scarta quelle che non gli ispirano,
ha più scelta,
infingarda ma ossigenante,
insomma, 
vive. 

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