LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 27 giugno 2016

Finire gli inizi, ossia le vacanze rapide


Quando te ne parti in vacanza, magari in camper con i tuoi genitori, e  sei un bambino, per te è un evento pazzesco, un bombardamento primordiale di adrenalina, un po' come da grande
andare al concerto dei Foo Fighters
partire per una spedizione di mesi in bicicletta solo armato di quello che puoi caricare e della tua forza motrice
vincere un viaggio a cinque stelle per il mondo con tanto di concerti dei tuoi cantanti preferiti disseminati per i cinque continenti e open ticket per tutti i parchi di divertimento musei spiagge vietate ad anima viva.

Beh, sì, effettivamente anche da adulto partire può essere abbastanza un evento pazzesco, se mantieni un po' di fanciullità e non vai a Bordighera a leggere "La Stampa" sulla sdraio sotto l'ombrellone per dodici giorni tutti uguali l'uno all'altro. Certo, da adulto non è la vacanza con i tuoi genitori che ti fa venire l'adrenalina.

Invece da piccolo anche l'idea di seguirli come un minischiavo ovunque loro decidano di andare ti riempie di goduria. Del resto ogni bambino è un minischiavo sempre. Cambia poco rispetto alla quotidiana schiavitù, ma si fa qualcosa di diverso.

Poi, durante gli zingareschi giri che ti vengono imposti, conosci altri bambini.
E' un bel casino, conoscere altri bambini quando sei da solo con i tuoi genitori che, come una bomba ad orologeria, possono vanificare tutti i tuoi tentativi di socializzazione con un "sto posto non ci piace, partiamo!"
Sei lì che studi con che frase ad effetto introdurti, ce l'hai sulla punta della lingua, o, peggio, l'hai appena detta, l'altro ha appena risposto, sta per iniziare la conoscenza, quando arrivano i tuoi e dicono "partiamo!"
Pure quando riesci a giocarci per un po', sai che tutto è a tempo determinato, che il "partiamo!" arriverà come una spada di Damocle di quelle che si staccano ogni giorno se va bene, più spesso anche ogni mezza giornata.

E così i tuoi viaggi in camper da piccolo sono serie di altri bambini che passano rapide nella tua vita, magari quando devi partire piangono pure, ma passano e non ti rimane che una serie di foglietti con indirizzo e numero di telefono che non userai mai. Da minorenni non avete nemmeno la consolazione di un contatto Facebook, magari avete Whatsapp controllato da vostra mamma e comunque non potete decidere nulla senza autorizzazione, a meno di fuggire per poi essere rintracciati dalla polizia. Bella palla essere minorenni. Gente che adesso ha 30-40 anni ricorda che non esistevano manco i cellulari, solo i temuti telefoni fissi con genitori rispondenti e gli indirizzi di casa. A questi ultimi si potevano spedire lettere scritte presumibilmente a mano sull'immancabile carta da lettera sempre ricevuta in dono da una o più persone  ad ogni festa di compleanno organizzata. Poi raramente lo si faceva. Io sì, ma io sono una blogger.

A volte, nella vacanza, incontri qualcuno i cui genitori fanno casualmente il tuo stesso giro, e riuscite a stare insieme per un po' di tempo, e ciò è una rovina se questo qualcuno è antipatico, una meraviglia se è simpatico, una cosa fantastica se insieme vi mettete a vivere avventure di ogni tipo,
tipo
disperdervi in mare a nuoto per ore e ore con la corrente che vi trascina via e tornare indietro dopo l'approdo in tutt'altra baia a piedi in retromarcia con le pinne addosso
sgraffignarvi in mezzo alle spine in spedizioni pedestri alla ricerca di carcasse di capra
fare battaglie a racchettoni finché i genitori non vi obbligano ad andare a dormire
bombardare gli ignari campeggiatori di canederli d'acqua e carta igienica
ridurre punizioni per le dispersioni in mare lavando vetri dei camper per ore
ridurre punizioni per le dispersioni in mezzo ai rovi facendo i compiti delle vacanze d'inglese
ridisperdervi in mare e in mezzo ai rovi.

Dopo tutto questo, capite che forse questa non è una conoscenza destinata a passare,
che forse questa è l'inizio di un'amicizia,
ma i genitori diranno "partiamo!"
e voi partirete,
uno in una direzione,
l'altro nell'altra.

Andare in vacanza in camper con i genitori:
veder finire le cose prima che inizino
per non sapere mai più come sarebbero finite.

E pensarci ancora dopo venticinque anni,
a bigliettini degli indirizzi e dei nomi persi,
a indirizzi e cognomi dimenticati,
ché a ben riflettere,
se giocavate pure al Game boy 
adesso avete davvero tra i 30 e i 40 anni.
Più 40 che 30.

Per fortuna siete anche maggiorenni:
ora
potete scegliere
senza che altri scelgano per voi
cosa deve finire
cosa deve continuare.

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