
Ero in treno, e mi leggevo un libro.
La gente intorno a me, però, di libri non ne leggeva, e capita che, a non leggere libri, ci si occupi in modi diversi e anche più rumorosi.
Modi tipo dormire russando, chiacchierare con i vicini di sedile, chiacchierare al cellulare, giocare con il cellulare, e, per i più tecnologici, guardarsi un film sul pc. Preferibilmente con le cuffie.
Comunque l'altro giorno era praticamente l'altra notte, dato che era quasi mezzanotte, e il treno era pieno, anzi vuoto di prostitute che avevano appena smontato. Vuoto nel senso che ognuno di noi aveva a disposizione all'incirca 50 sedili, ma si dà il caso che, spinti dall'istinto raggruppativo, ci fossimo seduti tutti, seppur in scompartimenti diversi, perlomeno in scompartimenti contigui.
E così, mentre mi dedicavo al mio libro accorgendomi dopo mezz'ora di tenerlo sottosopra, o perdendomi venti pagine che i miei occhi leggevano ma il mio cervello no, mi capitava di intercettare i discorsi altrui.
Per un po' sono stata involontariamente resa edotta del fantastico mondo della prostituzione, e ho notato che la concorrenza tra metetrici è del tutto paragonabile a quella esistente in qualsiasi ambito lavorativo, con tanto di gratificazioni nell'aver svolto un bel lavoro e frecciatone ai difetti professionali delle concorrenti.
A metà viaggio è salita una ragazza giovane magrolina con una gran faccia da genovese e un gran accento da genovese e un gran abbigliamento da
Amici che parlava al cellulare.
Nella prima telefonata ho intercettato: "Sì, il mio prof di danza si è innamorato di me e mi ha talmente stressata che ho dovuto baciarlo in bocca se no poi ci rimaneva male".
E io a pensare, però che ragazza generosa e altruista.
Nella seconda telefonata, arrivata a ruota dopo la prima, la tipa ha assunto un tono giallognolo-sdolcinato con grattìo nell'articolazione delle erre tipo topo dei cartoni animati nella sua voce genovese e ha iniziato a dire: "Amooore amoooore ciaoooo. Ma mi vieeeni a preeeendeeere? Ohh amoooore. A Principe? Ciao, amoooore."
E io a pensare, però, è tutta la sera che ascolto discorsi di meretrici.
Terza telefonata: "Mamma, dì a papà di non venirmi a prendere, che vengono la Giulia e la sua amica".
E io a pensare "Questi giovani non li capisco più."