LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 14 giugno 2010

Venditori di felicità


Vendere felicità paga.
Perchè?
Perchè la felicità non ha prezzo, ma tutti sono disposti a comprarla.
Soprattutto per averla subito e comoda.

Per questo proliferano manuali su come trovare la felicità con il pensiero positivo o cose del genere.
Per quanto intelligente, colto, razionale tu sia, ci sarà sempre un momento di debolezza in cui ti appoggeresti a qualsiasi cosa pur di uscire dal tuo baratro personale.
Considerato che siamo circa 7 miliardi al mondo, togliendo quei 4/5 che alla felicità o infelicità forse non hanno tempo e modo di pensare, rimaniamo comunque 1,4 miliardi.
Vuoi che su 1,4 miliardi non ce ne siano abbastanza, momentaneamente o meno, inabissati in un baratro tale da comprare quei libri vendi-felicità?

Anche le religioni se ne sono accorte.
Guardavo un film di Bertolucci, e c'era gente che si confessava con un prete.
Mi sono messa a pensare alle confessioni, a come me le avevano spiegate quando ero una fervente parrocchiana, ovvero all'età di 7 o 8 anni.
Tu raccogli tutti i tuoi peccati, ti penti amaramente, poi li racconti al prete e il prete ti assolve.
Quando esci dal confessionale, sei senza peccati.

Bello, uscire dal confessionale candido e ripulito.
Senza i peccati sul groppone.

Gli altri, invece, i peccati se li portano sul groppone finchè campano.
E anche l'infelicità. A momenti.

Non solo gli altri.
Tutti.
Perché per quanto si possano comprare libri carissimi, cartonatissimi, patinatissimi, per quanto ci si possa confessare illudendosi che i nostri peccati, rimorsi, rimpianti, sensi di colpa, sentimenti asfissianti se li prenda il prete e li depositi in un pozzo senza fondo lontano da noi, in realtà ce li teniamo sul groppone, e tanto vale imparare a conviverci, conoscerli e sapere che alcuni ce li porteremo fino alla tomba.
Ché alla fine non fa nemmeno male.
Anzi, fa male ma poi fa bene.
Come la GAG.

8 commenti:

  1. Dovrebbero fare una versione rivisitata di: "È facile smettere di fumare se sai come farlo" in "È facile essere felice, se sai come farlo"

    Waka Waka

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  2. Quasi quasi mi metto a fumare e poi smetto. Penso sia più semplice.

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  3. Dici? Ma il fumo crea dipendenza, quasi come la ricerca della felicità!

    E' come la storia della rana nella pentola d'acqua che si scalda poco per volta, o forse no...chissà!

    Waka Waka

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  4. Secondo me la felicità crea più dipendenza del fumo, perchè la felicità è chiara e luminosa, il fumo scuro e fuligginoso.
    Anche se tutto sommato lo scuro e fuligginoso ha il suo fascino perverso.

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  5. PS Però sto libro di Cohelo dove parla della rana è incontinuabile, a parte la rana

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  6. Anche la felicità può avere una parte fuligginosa...e per questo intrigante.

    ps: io parlavo proprio solo del racconto della rana, infatti.

    Waka Waka

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  7. Felicità è...dentro di noi..

    http://felicepersempre.tbo.it

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  8. secondo me è da come ti senti,e da come la vedi..ad ogni modo potrei essere felice anche dovossi morire adesso è pur avendo vissuto positivamente nel bene e nel male,da solo o chi ti sta più accanto questa e felicità sempre..tutta la vita,le cose brutte passano e anche le cose belle sta a voi aggrapparvi a qualcosa di estremamente positivo e e magari reale.

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