Non so come mi sia venuta, ma ormai vi tocca sorbirla, questa saga familiare di:
- figlia/nipote che cade senza sfigurarsi;
- nonna che cade sfigurandosi;
- madre che si sfigura senza cadere.
Ciò che può consolarvi, è che questa dovrebbe essere l'ultima puntata della saga. L'ultima, ma la più subdola e inquietante, contenendo anche una pubblicità neppure troppo occulta.
Ma veniamo al dunque.
Ieri sera sono riuscita, non so nemmeno io come, a portare i miei genitori al ristorante indiano. Che è poi già tutto un programma, 'sto ristorante. Prima di tutto, all'inizio si chiamava "Assaggio d'India", poi, già che nessuno lo considerava di striscio, ha deciso di cambiare nome, e di chiamarsi "Taj Mahal", anche se il problema rimane poi sempre che si trova nella parte buia di via Michele Coppino, e per di più a Cuneo, la città dei bougia nen, bougia nen nel senso che non si muovono poi tanto volentieri dalla bagna caouda al cibo indiano. Mi piace andare e portare gente al ristorante indiano, perchè ci sono tante cose da fare: studiare le tre salsine, mangiare il pasto, piluccare i frisulin indiani digestivi ( pa'an), e poi, in questo, ci sono le mitiche sigarettine indiane!
E via, tutti e tre a fumare sigarette indiane davanti all'uscita del ristorante.
E ho avuto un bello spiegare a mia madre che la sigarettina che si era fumata era una foglia arrotolata e nient'altro
Che era ad anni luce dall'essere una canna.
Che non aveva nessun effetto allucinogeno.
Lei ormai si era convinta.
E ha riso come una forsennata per circa due ore.
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