LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 4 maggio 2007

Una notte di pioggia un'infreddolita


Piazza piovosa, case lucidi tasti neri di pianoforte, pozze scure pupille dilatate.
Una ragazza svolazza nell'aria pesante, saluta gli amici e arriva alla sua macchina tempestata da mille lapilli venuti dal cielo.
Hall di hotel, un bell'hotel. Un taxi sputa fuori un'ombra, goffa di trolley. La porta si richiude subito, il taxi si ritira velocemente come se il contatto con l'acqua fosse pestifero. Sgomma via lasciando due scie con la trama del pneumatico sull'asfalto.
La piazza è deserta.
Rimangono solo la ragazza davanti alla sua macchina e l'ombra con il trolley.
Immobili.
Lei ha la chiavi in mano, ma fissa l'ombra senza muoversi.
Non può distinguere i tratti dell'ombra, infagottata in un abito da ufficio.
Lui inizia a trainare il bagaglio, con lentezza e senza ombrello, verso la hall.
Lei entra nella macchina e si siede al posto di guida.
I loro sguardi non si staccano mai.
Lui si ferma sulla guida fradicia che porta all'ingresso, e si gira verso la macchina.
Lei non mette in moto, non distoglie lo sguardo.
Alla fine:









In questa piazza ci sono anche io, che per l'occasione - ci sono 6 gradi - ho deciso di vestirmi da donna: pantaloncini, stivali (per fortuna relativamente invernali), maglia scollata leggerissima e giacchetta di pelle con i bottoni mezzi staccati, impossibile da abbottonare. Sono sotto i portici che batto letteralmente i denti, e maledico i miei amici che non arrivano.
Vedo in lontananza uno che arriva, spero che sia uno dei miei amici, ma figurarsi.
E' un ragazzo tutto ben vestito, jeans e giacca marrone imbellettato sorridente baldanzoso stonato con tutto l'ambiente. Sembra pronto per un giorno di sole, e non per una notte di pioggia.
Mi guarda.
Io mi giro saltellando e contorcendomi i pochi lembi di giacca intorno al collo per scaldarmi.
Continua a guardarmi.
Mi giro con fare interrogativo.
Lui sorride e mi dice:
- Michela?
Io di Michela ho ben poco, nemmeno il nome.
Gli dico:

7 commenti:

  1. Fa tanto sliding dooors..
    ma non su può cliccare sulle alternative?
    Se dovesse continuare mi piacerebbe che fingesse di essere michela.
    Farf

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  2. Non si può cliccare perchè se no sarebbe troppo semplice. Devi inventarti il seguito tu. E' un po' come quando da piccola tutti i miei compagni guardavano TUTTO il film di Walt Disney e a me facevano vedere solo la prima parte. Quando andavo a dormire, poi, mi inventavo la seconda. Il giorno dopo a scuola tutti commentavano il finale, e io pure, lo commentavo, solo che nessuno mi capiva, perchè io commentavo il MIo finale.

    In ogni caso, proprio perchè oggi mi sento buona, nonostante mi abbiano tagliata fuori da un corso di scrittura, ti dirò com'è andata. L'ho guardato in cagnesco, con una faccia tombale, e gli ho detto: NO. Poi, non soddisfatta della scortesia impressa al tono di voce, ho ripetuto NO in modo ancor più plumbeo. E solo dopo, mentre ridacchiavo sotto i baffi e il tipo si nascondeva dietro un pilastro, ridacchiando tra me e me, ho pensato che avrei potuto dire sì.
    Poi è anche arrivata Michela. E lì sì che c'era da ridere. :D

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  3. Ah! una cosa che non c'entra niente: nella foto mi ricordi Anna Magnani.
    Farfa

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  4. Altro ke MagnaNI....
    alla domanda "lei magna?"
    SI NI NO
    la risp. di Amauroto è sempre un SI convinto!

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  5. Non credere che non ti abbia riconosciuto...

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  6. a misto de libellula e farfalla ma che te sei magnata per fare questi irreverenti paragoni.
    a. magnani fan club

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  7. Semmai irriverenti, caro anonimo che si esprime in finto romanesco.
    E comunque assomiglia eccome, secondo me. anzi è quesi uguale, nella foto dico, perchè dal vivo non tanto!
    Farf

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