LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

domenica 1 novembre 2020

Vietato accettare la morte

 


L’uomo si è evoluto.


In questa evoluzione, ha lasciato indietro un po’ di cose, tanto era preso dall’avanzare.

Insomma, l’avanzamento, lo dice anche il termine, ha prodotto degli avanzi.


Ad esempio, è diventato illegale accettare la morte.  

E’ la legge non scritta più chiara a tutti.


Una volta la gente moriva: a trenta-quarant’anni, in guerra, di polmonite, di raffreddore, masticata da un giaguaro, uccisa da qualcuno, anche a pietrate in testa.

Andava bene, era la vita a presumere la morte.

Inizio – svolgimento – fine.

Al ciclo di vita non si sfugge.

Era chiaro a tutti.

 

Adesso la gente muore ugualmente, ma non va più bene.

 

La gente è così avanti che non le sta più bene il ciclo della vita.

 

Se muori, e non sei sufficientemente (?) vecchio, ci sono due ipotesi:

·      che tu sia uno sfigato, e quindi sia tu sia chi ti circonda iniziate a creare questo alone di vittimismo mescolato a dosi generose di senso di colpa che accompagneranno voi e chi vi circonda non per il resto della vostra vita ma per il resto della vostra progenie;

·      che tu sia un coglione: te la sei andata a cercare, e magari – peggio ancora – lo hai fatto mettendo a repentaglio le vite altrui oltre alla tua.

 

Se poi quelli intorno a te accettano la tua morte, e magari continuano a vivere, sono dei cinici e degli stronzi.

Meglio se vanno avanti nel lutto e nel dolore. 

 

No, quelli intorno a te devono tutelarti dalla morte a tutti i costi, anche a costo di non lasciarti vivere.

 

Il bambino non può mica uscire da solo, è pericoloso. E’ meglio farlo uscire sempre accompagnato. Anche giocare da solo può essere pericoloso, meglio un adulto che lo controlli e giochi con lui. Sempre. Dormire da solo? E se cade? E se batte la testa? E se si sente solo? Vorremo mica far partire il ciclo vittimismo/senso di colpa generazionale? No, no, meglio andare avanti così, finché il bambino ha 30-40-50 anni.

 

No, no, il rischio di morte non deve più esistere.

Avvolgiamoci nella bambagia, evitiamo ogni spigolo.

Se il mondo è pieno di spigoli, evitiamo il mondo.

2 commenti:

  1. Tu vuoi morire? Vuoi fare morire tuo figlio/a? Se vuoi vivere bisogna morire. Ma credo che prima venga la vita. Nessuno nasce morto. È solo spirito di conservazione. Non si pensa alla morte se si vuole migliorare. Se capita, chi rimane, beneficia dell'avanzamento... E deve far avanzare gli altri che verranno dopo. Puro spirito di conservazione della specie. Il problema arriva quando si pensa che si deve morire. Non ci sarà avanzamento. Li sarà la morte comune di tutti. In tutti i sensi.

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  2. Secondo me l'importante è vivere sapendo che la vita non è eterna, non ci è dovuta e va sfruttata al meglio.

    Voler morire o accettare di poter morire in ogni istante (che è poi la condizione stessa della vita) sono due cose completamente diverse. Come diverso è avere il taboo della morte e temerla, cosa che può creare la paralisi di cui parli tu. Anche perché se uno ha paura della morte, allora ci pensa sempre. Se la accetta come possibilità, ha altro a cui pensare che alla morte: pensa alla vita.

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