L’uomo si è
evoluto.
In questa evoluzione, ha lasciato indietro un po’ di cose, tanto era preso dall’avanzare.
Insomma, l’avanzamento, lo dice anche il termine, ha prodotto degli avanzi.
Ad esempio, è diventato illegale accettare la morte.
E’ la legge non
scritta più chiara a tutti.
Una volta la gente moriva: a trenta-quarant’anni, in guerra, di polmonite, di raffreddore, masticata da un giaguaro, uccisa da qualcuno, anche a pietrate in testa.
Andava bene,
era la vita a presumere la morte.
Inizio –
svolgimento – fine.
Al ciclo di
vita non si sfugge.
Era chiaro a tutti.
Adesso la gente
muore ugualmente, ma non va più bene.
La gente è così
avanti che non le sta più bene il ciclo della vita.
Se muori, e non
sei sufficientemente (?) vecchio, ci sono due ipotesi:
· che tu sia uno sfigato, e quindi sia tu sia chi
ti circonda iniziate a creare questo alone di vittimismo mescolato a dosi
generose di senso di colpa che accompagneranno voi e chi vi circonda non per il
resto della vostra vita ma per il resto della vostra progenie;
· che tu sia un coglione: te la sei andata a
cercare, e magari – peggio ancora – lo hai fatto mettendo a repentaglio le vite
altrui oltre alla tua.
Se poi quelli
intorno a te accettano la tua morte, e magari continuano a vivere, sono dei
cinici e degli stronzi.
Meglio se vanno avanti nel lutto e nel dolore.
No, quelli
intorno a te devono tutelarti dalla morte a tutti i costi, anche a costo di non
lasciarti vivere.
Il bambino non
può mica uscire da solo, è pericoloso. E’ meglio farlo uscire sempre
accompagnato. Anche giocare da solo può essere pericoloso, meglio un adulto che
lo controlli e giochi con lui. Sempre. Dormire da solo? E se cade? E se batte
la testa? E se si sente solo? Vorremo mica far partire il ciclo vittimismo/senso
di colpa generazionale? No, no, meglio andare avanti così, finché il bambino ha
30-40-50 anni.
No, no, il
rischio di morte non deve più esistere.
Avvolgiamoci
nella bambagia, evitiamo ogni spigolo.
Se il mondo è pieno di spigoli, evitiamo il mondo.
Tu vuoi morire? Vuoi fare morire tuo figlio/a? Se vuoi vivere bisogna morire. Ma credo che prima venga la vita. Nessuno nasce morto. È solo spirito di conservazione. Non si pensa alla morte se si vuole migliorare. Se capita, chi rimane, beneficia dell'avanzamento... E deve far avanzare gli altri che verranno dopo. Puro spirito di conservazione della specie. Il problema arriva quando si pensa che si deve morire. Non ci sarà avanzamento. Li sarà la morte comune di tutti. In tutti i sensi.
RispondiEliminaSecondo me l'importante è vivere sapendo che la vita non è eterna, non ci è dovuta e va sfruttata al meglio.
RispondiEliminaVoler morire o accettare di poter morire in ogni istante (che è poi la condizione stessa della vita) sono due cose completamente diverse. Come diverso è avere il taboo della morte e temerla, cosa che può creare la paralisi di cui parli tu. Anche perché se uno ha paura della morte, allora ci pensa sempre. Se la accetta come possibilità, ha altro a cui pensare che alla morte: pensa alla vita.