LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 20 settembre 2018

Ingiustizia prima divina e poi terrena

Sarebbe comodissimo essere tutti agghindati uguali, tutti con i capelli rasati, tutti con una tuta per l'estate, una per l'inverno e una per le mezze stagioni. 
Sarebbe molto più paritetico, organizzato, meno perditempo.
Non ci sarebbero abiti valorizzanti o svalorizzanti, abbinamenti con scarpe-borse-cinture, pettinature di tendenza, trucco, tenute status-symbol. 
I parrucchieri potrebbero essere macchinette elettriche; non ci sarebbero tanti negozi di vestiti, ce ne sarebbe un solo tipo che vende quelle tute suddette, non esisterebbe Sephora, e avanti così.
La gente avrebbe tempo per pensare alla sostanza, e comunque le apparenze rimarrebbero diverse perché tutti sarebbero come natura li ha creati, ma nessuno più artefatto o curato dell'altro. 
Non ci sarebbero più donne belle e donne pigre senza possibilità di altra categoria. 
Solo che sarebbe una dittatura. 
No, allora non andrebbe bene, perché sarebbe brutto, non ci sarebbe libertà di espressione, non ci sarebbe libera iniziativa, non ci sarebbe creatività. 
Ma ad avere tutte queste cose, non si capirebbe più niente di come è una persona, ché ad esempio la sera in discoteca tutta truccata potrebbe essere bellissima e al mattino mostruosa. 
E in effetti così capita. 
Abbiamo scelto la libertà di espressione, la libera iniziativa, la creatività. 
Costa? Sì.
Fa impiegare un sacco di tempo? Sì.
La gente si differenzia anche in base alle sue possibilità economiche? Sì. 

Del resto,
la vita inizia ingiusta di base,
continua ingiusta nel suo sviluppo,
finisce ingiusta, per fortuna nessuno sa come, quando e dove. 

Di già che non se ne può fare a meno,
tanto vale sperare che l'ingiustizia sia a proprio favore. 

2 commenti:

  1. La prospettiva cambia se invece di guardare all'individuo come punto di riferimento, si guarda alla società come un organismo complesso e composto da tanti individui...in questo senso, se l'individuo contribuisce ad aumentare l'ingiustizia per un suo apparente tornaconto immediato, danneggia anche se stesso in quanto componente dell'organismo più allargato della società...esempio: non pago le tasse, mi arricchisco come un maiale, ma aumento l'infelicità nel mondo, il che a lungo andare mi si ritorce contro...il discorso è interessante, viene trattato con grande acume da Eric Fromm nel suo saggio "Fuga dalla libertà"...la libertà è una dimensione per la quale si deve venire educati...

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  2. Sarebbe bello, perché se così fosse gli scioperi funzionerebbero, la gente non accetterebbe stipendi da fame perché nessuno li accetterebbe, e lo stesso varrebbe per gli orari assurdi di lavoro, e probabilmente per un'altra serie di questioni più fini e meno controllabili di queste, che già non lo sono per nulla.

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