LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 14 marzo 2018

Sull'assurdità di iniziare le lezioni scolastiche alle 8


Sentir dire da parte di un adulto a qualche adolescente che il suo è il periodo più bello della vita denota rimozione.
Gli adolescenti hanno un sacco di casini, tutti non indifferenti, e a farne un elenco esaustivo servirebbe uno spazio non conforme al post.

Parliamo quindi solo di uno degli aspetti corrosivi della vita da studente: l'inizio delle lezioni alle ore 8 (spesso per terminare a metà pomeriggio, specie se si frequenta un professionale, quelle scuole dove la gente va per "sbattersi di meno").

Iniziare le lezioni alle 8 è un atto contro natura: vuol dire, nella più rosea delle ipotesi, alzarsi alle 7, nel cuore della notte, quando, nella maggior parte del periodo scolastico, è buio e freddo.
C'è poi un'ampia gamma di casistiche in cui ci si alza a orari indecenti come le 5, per motivazioni varie ma tutte validissime agli adolescenziali occhi:

  • ripassare per le 4 verifiche e 3 interrogazioni che ci sono nella giornata;
  • prendere una compilation di autobus per andare a incastrarsi in una compilation di corpi, pezzi di puzzle incastrati gomiti tra le costole, ginocchia tra gli incavi di ginocchia altrui, abbracciati agli zaini come naufraghi a una boa, ma in questo caso si direbbe più ad un boa, visto il contenuto di libri pieni di programmi ministeriali meravigliosamente e scientemente architettati dalla buonissima scuola;
  • truccarsi per due ore perché se no ci si sente brutte (la famigerata beauté de l'age è una leggenda metropolitana: si sente più figa un'ottantenne al circolo della briscola che una sedicenne alle superiori). Poi ci si sente brutte lo stesso, ma ci si è alzate alle 5 e le occhiaie premono sotto gli strati di fondo tinta, da ristrutturare durante tutte le ore, soprattutto quando ci si addormenta con la faccia nel portapenne per carenza di sonno;
  • ...
Alle 8 le classi sono vuote. 
Alle 8 anche il professore, che ha subito la stessa tortura degli alunni, ma non lo fa tutti i giorni, e poi finisce dopo 2-3-4-5 ore, è perlopiù in coma. 
Gli alunni che ci sono non chiacchierano: si limitano alle funzioni vitali di base, che non includono l'uso del cervello, ma solo respirare, tenere gli occhi vagamente aperti (anche se questo è un optional), mantenere un turgore muscolare tale da non afflosciarsi sul banco (totalmente opzionale anche questo, a giudicare dalla mollezza con cui i corpi poggiano su banchi e sedie). 
In sintesi, si limitano a respirare. 

Solo alle 9 arriva la maggior parte degli studenti. 
Alle 9 si può iniziare a lavorare.
Fino alle 12, ché poi subentra la stanchezza da troppo lavoro.
Che studiare non è mica come lavorare.
Studiare è faticoso. 
Prendere appunti per un'ora è come fare un lavoro d'ufficio o commerciale per 3-4 ore. 

Tanto varrebbe fare meno ore, farle meglio, iniziare alle 9, inframmezzare intervalli in cui con calma si possa andare in bagno, mangiare, rilassarsi, e al massimo fermarsi un po' di più al pomeriggio alternando lezioni, sport e momenti di studio in gruppo, ché non s'è mai visto un adolescente finire scuola alle 15, arrivare a casa alle 16-17 dopo il cocktail di autobus, pranzare all'ora della merenda e poi aver voglia di mettersi a studiare da solo. Alle 18. 

Comunque, la cosa bella dell'adolescenza, e anche della scuola, è che finiscono. 
Entrambe. 
Spesso

Nessun commento:

Posta un commento