LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 10 maggio 2017

Visioni poetico-realistiche

C'è una bimba che si è messa a piangere a dirotto perché ha visto qualcosa di morto.
Un uomo con il contornino di gesso segnato in una strada, un cadavere freddo e giallo in una camera mortuaria, un animale spiaccicato, qualcosa del genere.
Qualcosa che prima era vivo ed ora, lampantemente, non lo è più.
Dico che è una bimba non tanto per il pianto a dirotto, ma per ciò che segue, cioè il fatto che le siano sorte delle domande che probabilmente nel bimbo sarebbero state precedute come tempismo e importanza da un "cosa c'è per merenda?"

(Scherzo. Più o meno.)

La bimba chiede: "Dov'è adesso il morto? Dove va?"
Ormai ha scoperto che uno prima c'era e poi non c'è più.
Il genitore inizia a chiedersi come dirle le cose come stanno senza che la bimba sia traumatizzata, ma tutto ciò che è reale gli pare traumatizzante. In più c'è anche il fatto che pure il genitore stesso ha dei dubbi su quale sia la verità. Nella sua vita ha pensato un sacco di robe diverse relative alla morte, e ha l'impressione che ne penserà ancora di più man mano che si avvicinerà il momento in cui pure a lui toccherà.

Il genitore è un animo poetico, ama il bello, e gli piace trovarne dappertutto.

Dirle "Va in Paradiso" gli pare contraddire il se stesso del momento in una modalità sbrigativa che dia una soddisfazione fugace e provvisoria. Mettere allo sconforto una pezza incollata con lo sputo.

Le si avvicina, si inginocchia vicino a lei, le cinge la vita, le mette una mano sulla spalla, e le dice:
"Ascolta, è vero, la vita, così come la vedi, può finire, ma ogni essere vivente è iscritto nell'Universo e mai ne uscirà. Semplicemente, ciò che vive viene da qualcosa che viveva e vivrà, ma in modi diversi, appartenendo sempre a questo Mondo".
La bimba lo osserva, si asciuga una lacrima con la manica della maglia, e, con voce rotta, chiede:
"E come succede?"
Il genitore risponde che chi muore è fatto di materia deperibile, cioè che si decompone".
La bimba chiede cosa voglia dire decomporsi.
"Beh, vuol dire diventare humus, ad esempio, un miscuglio di resti animali e vegetali, cioè di esseri viventi, che, grazie a funghi, batteri, microbi, si decompongono per poi tornare nella vita ad esempio come nutrimento degli alberi. Lui (e indica il morto), tra un po' potrà essere parte di un albero, non lo trovi bellissimo?".
Lei osserva crucciata il genitore: "Ma funghi batteri e microbi sono buoni o cattivi?".
Il genitore: "Sono buoni, fanno sì che tutto si trasformi e niente si distrugga".
"Ma sono belli o brutti?".
"Beh, sono abbastanza brutti".
Prende il cellulare e scrive "Batteri" su google immagini.
Esce questo:
La bambina dice "Ma quindi quando si muore si è attaccati dai mostri?", e si rimette a piangere a spron battuto.
Il genitore ha poco da riconsiderare il suo modo di raffigurarle questo ciclo di vita universale, in cui ognuno può diventare tutto e tutto può diventare ognuno.
La riabbraccia, le rimette una mano sulla spalla.
"Senti, stavo scherzando. Tutti gli esseri viventi che muoiono vanno in Paradiso".
Lei vuole cercare paradiso su google.
Non si fida.
Lo cercano.
Lo guarda.
E' soddisfatta.

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