Forse, avevo pensato, l'uomo (e anche la donna, ma ci ha impiegato di più) si è lasciato prendere la mano, ha esagerato con il lavoro, è finito in uno squilibrio esistenziale, per cui ciò da cui era corso ai ripari inventando il lavoro è diventato merce preziosa e agognata ma al tempo stesso evitata con scuse tipo che si hanno da fare gli straordinari, si deve pulire casa, fare la spesa, eccetera eccetera eccetera, tutta roba che è entrata nel negotium corrente.
Al di là del negotium, l'uomo ha inventato pure l'otium, che mica è l'ozio fancazzista immaginato com quello che si sdraia e sonnecchia con la bolla al naso e magari un sombrero in testa. No, l'otium è praticamente occuparsi di un sacco di incombenze, ma senza essere pagati, e spesso pagando addirittura. Fin dalla più tenera età l'essere umano suole essere seppellito di attività tipicamente otiumose, tipo corsi di nuoto di ginnastica ritmica artistica a corpo libero a corpo occupato lezioni di piano violino chitarra flauto traverso trombone karate judo full contact e chi più ne ha più ne metta, con un planning che solo a vederlo sembra di stare nella hall del Club Med.
Ma perché tutto ciò?
Perché è praticamente impossibile non fare né pensare a nulla.
E se uno ci prova, mettendosi lì, seduto o coricato, anche con gli occhi chiusi per non avere stimoli visivi, magari con il naso tappato per non averne di olfattivi, i tappi nelle orecchie, le fettine di cetriolo tagliate spesse sugli occhi, rimane qualcosa di irrefrenabile: il pensiero. Che poi è l'otium per eccellenza, quello più riverito e al tempo stesso temuto.
Non pensare a niente adesso.
Fatto?
Ma figuriamoci.
Avrai almeno pensato che uno con tutti sti tappi addosso stia scomodissimo. O avrai pensato a cosa dovrai fare dopo (dicesi stress o budget) o a cosa hai combinato prima (dicesi rimorso o rimpianto o bilancio consuntivo).
Tu pensi e se hai tanto tempo a disposizione pensi un sacco. Se sei un demente pensi cose semplici e elementari, se sei un tipo riflessivo ti arrotoli su ragionamenti sempre più astratti ed esistenziali.
Nel primo caso, ti ammorbi rapidamente e ti tuffi in qualche attività otiumosa, tipo guardare partite di calcio, fare shopping, sparlare della gente.
Nel secondo caso, diventi perlomeno nevrotico, o comunque qualcosa di simile, qualcosa che sfiora la filosofia e che al tempo stesso si allontana sempre più dalla vita vissuta, perché è così complesso articolare tutto il pensiero che ti devi per forza astrarre dal concreto, da ciò che hai intorno.
Ciò, perlomeno fin quando qualcuno o qualcosa ti ricorda che devi andare a lavorare.
A correre.
Al corso di inglese.
A pilates.
Al cinema.
A leggere un libro.
A fare qualsiasi cosa che impedisca alla tua mente di pensare liberamente senza essere convogliata da qualcosa di costrittivo.
Ognuno si costruisce liberamente la sua prigione.
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