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mercoledì 11 gennaio 2017

(S)naturarsi


Uno esce di casa la mattina dopo un nevischio notturno e si ritrova, alle sette, sette e mezza, a percorrere una patina silenziosa che ha rivestito la città tipo domopack. Si chiede dove sia finita quella gente che normalmente c'è in giro, che sicuramente anche quel giorno ha orari di ingresso, scadenze, bimbi da portare a scuola. Invece niente, non c'è nessuno, al punto tale che uno controlla pure l'orologio, caso mai fosse così fuso da aver cannato il fuso.

Il fatto è che la natura fa quello che vuole di noi. Non c'è società che tenga.
E' bella ed affascinante almeno quanto riesce ad essere brutta e cattiva. Sembra gentile, ma a volte diventa parecchio stronza. E si sa, il termine stronza ben si sposa sia con bella sia con brutta, sta bene con tutto come il prezzemolo.

Uno che si aggira sulla pellicola ghiacciata in cui la natura nottetempo ha doviziosamente avvolto la città, potrebbe ad esempio scivolare, e, se ha un buon equilibrio, scorrere con le suole delle scarpe o le ruote del mezzo su cui è, fino a trovare un punto non ghiacciato. Ma se la natura vuole, ghiaccia tutto, al punto che il pedone scivolante può percorrere, una volta su un piede, una sull'altro, a tratti anche su due, lunghi tratti in precario equilibrio senza trovare un porto sicuro, e pure i muri possono essere pellicolati di ghiaccio, e pure le grondaie, ma in questo caso uno ci si ferma, perché la mano gli si incollerà al ferro, finché, tirandola via, non lascerà il tessuto epiteliale superficiale attaccato al metallo.
Certo, come il pedone che scivola, anche colui che viene sbattuto dalla corrente del mare contro uno scoglio potrà opporre un'insignificante resistenza, così come il timoniere di una nave battuta dai venti in mezzo all'oceano, o qualcuno il cui corpo viene fatto sbandierare in preda a venti di bora. Il fatto è che la natura è un mastodonte, molto più forte di qualsiasi uomo fortissimo, e quindi remare contro è inutile.

Si dice che nella vita, se uno va contro natura, si snaturi. E pare una cosa brutta.

Anche naturarsi, però, alla fine, non è una cosa necessariamente bella. Spesso è l'unica cosa da farsi. Riconoscere che la natura ci governa da fuori e anche da dentro, e dispone di noi con uno schiocco di dita, come vuole e quando vuole.

Non rimane che assecondarla, volenti o nolenti, ascoltare quello che ha da dirci, capire quello che se ne frega di dirci, seguire le sue correnti ammaccandosi un po', sperando che non ci facciano cozzare in qualche scoglio troppo pericoloso per sopravvivere.

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