LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 14 ottobre 2016

Visioni interne esterne e internamente sospese


Uno non sa mai se scrivere da lontano o quando è negli eventi fino al collo, che si sente vivo, che ha le idee a fior di cervello, ma è talmente immerso che cercare di vedersi globalmente è ben difficile, e quindi non ha quella percezione d'insieme, quell'inquadratura che prende tutto se stesso e anche il contorno e anche le persone e anche quello che fa visto da uno che se ne sta fermo ad osservare e riflettere. 
Se scrive da lontano, però, non ha quell'entusiasmo, quella necessità di scrivere che si ha solo quando in realtà non si avrebbe tempo di farlo. Ma poi, il tempo, per fare le cose necessarie, si trova sempre e comunque. 
Calvino, che era uno che scriveva sistematicamente, diceva che bisogna vedere le cose dall'alto, sorvolandole, con leggerezza. Ma si possono vedere le cose dall'alto quando ci si è immersi fino al collo? E quando ci si è impantanati senza che le cose manco siano? Come si fa ad andare in alto se si è fagocitati da sabbie (im)mobili paralizzanti soffocanti inglobanti? 
Forse l'unica soluzione è farsi una bella dose di Ketammina, spararsi un'esperienza extracorporea, fluttuare un po' sopra i se stessi impantanati, scrivere di questa visione, poi tornare giù, se si riesce, scrivere un po' dal pantano, poi fare la media delle due scritture. Però è macchinoso, la ketammina è un casino da trovare, bisognerebbe conoscere implorare corrompere medici o spacciatori, sembra una roba molto più complicata rispetto a usare la fantasia, staccarsi dalle cose contingenti, volare via da se stessi con quella, poi girarsi indietro, vedersi da su e trovarsi così insignificanti e stupidi e inutili e ininteressanti che forse non è nemmeno il caso di scrivere.

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