Poi passa un'estate di perdizione, immersa in salamini, impepate di cozze, mega grigliate irrorate da oli extravergini di sontuosa provenienza, e diventa un po' adiposa.
Quando torna dalle ferie, decide di mettersi in forma, ma di prendere due piccioni con una fava, anzi di trainare una fava con due piccioni.
E così, si allaccia due guinzagli in vita e ci attacca i suoi amati cani.
Va a correre al parco.
Ora, per quanto scaberci siano i cani e ginnica sia la padrona in barba all'adipe, è risaputo che i ritmi non sono proprio simili.
Infatti i due quadrupedi tirano come indemoniati e lei fa da zavorra. L'unica speranza per i suoi animali autostrangolanti in lotta tra la sopravvivenza e l'istinto corridore è che l'eccessiva sudorazione cagioni uno scivolamento dei lacci e permetta loro di darsela a gambe.
Le domande che sorgono spontanee sono:
- che senso ha voler zavorrare con la propria natura umana quella canina che è diversa?
- sarà proprio vero che il cane ama il padrone in modo incondizionato? Queste due povere bestie, mentre stanno per sputare la lingua a terra, davvero non staranno pensando che vorrebbero rendere il favore alla loro padroncina strangolandola come lei sta facendo fare a loro, se solo fossero dotati di pollice opponibile? Ma soprattutto, se il cane è una creatura intelligente, perché ste due bestie da soma continuano a comportarsi masochisticamente? Richiamo dell'istinto troppo forte? Memoria a breve termine di durata brevissima, imparentati con qualche mosca? Semplicemente rinco?
- la padroncina amerà davvero i suoi cani, sottoponendoli a questo trattamento? Questo amore uomo-animale e le modalità che può usare l'uomo per dimostrarlo sono un'incognita piuttosto dibattuta.
Mettere insieme a forza quello che non è predisposto per starci è un'attività a cui l'essere umano si dedica alacremente.
I risultati sono spesso un po' soffocanti.
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