Quando devi dire a dei genitori che i loro figli, sangue del loro sangue, pelle della loro pelle, eccetera eccetera, sono stati segati a scuola, sono brutti momenti.
Quando devi dirlo al telefono, sono ancora più brutti, o un po' meno brutti, ma comunque brutti.
Dipende dal rapporto che hai con il telefono.

Se una volta uno era terrorizzato all'idea di chiamare la maestra per ringraziarla, figurarsi quando poi diventa lui il maestro, anzi il prof, ché se il maestro boccia qualcuno sono davvero cose dell'altro mondo, ai confini della realtà.
Se invece il prof è prof di un professionale, i confini della realtà sono rasentati da chi è promosso senza sospensione in nessuna materia. Lo sventurato coordinatore, forte della congrua retribuzione di circa un centone all'anno (sì, avete letto bene, ho scritto bene, siamo tutti bravi scrittori e lettori. All'anno, non al mese), prende l'elenco dei componenti della classe e chiama la metà circa dei genitori, quando va bene, per informarli che il sangue del loro sangue, la pelle della loro pelle eccetera eccetera non ce l'ha fatta.
Il tono da assumersi può prendere a prestito quello a macchinetta dei centralinisti che non portano pena perché ambasciatori. Ancor meglio, si può scrivere un testo freddissimo su Textaloud e lo si fa leggere dalla voce sintetizzata direttamente alla risposta del genitore. Si può iniziare con "Questo è un messaggio preregistrato: è pregato di ascoltare in silenzio, non obiettare in nessuno modo e chiudere la comunicazione al termine".
Se si opta per la versione funerario-sentita, si può chiamare di persona con tono plumbeo. Le parole vanno cercate nel profondo del proprio cuore. Frasi come "Suo figlio è un emerito deficiente", "Suo figlio non capisce una mazza, è meglio se va a raccogliere pesche", "Suo figlio dice percussioni per ripercussioni", se scaturissero mai dal profondo del cuore, sarebbe meglio che ci rimanessero. Meglio tutto sommato che scaturiscano dal profondo della raccolta delle banalità accettabili, soprattutto se - e non lo si sa - l'interlocutore ritiene che la propria prole sia la continuazione di se stesso, e in quanto tale possa riscattare i propri insuccessi.
Dire che il figlio è un idiota equivale a dirlo al genitore.
Dire che il figlio non ce la fa equivale a dirlo al genitore.
Insomma, l'annuncio è spiacevole.
Ma infatti, perché sbattersi tanto?
Meglio usare Textaloud e ignorare la seconda delle mie opzioni.
Il suggerimento è grandioso, ma ha un inconveniente: non funziona dal vivo.
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