LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

martedì 15 marzo 2016

Waste paper



Uno arriva alla buca delle lettere e come prima cosa, timoroso ed esitante, guarda cautamente attraverso il vetro.

Spera che non ci siano inquietanti scontrini arrotolati, solitamente forieri di code e multe. Se non altro ora è ineluttabile: con gli stampati al posto dei tagliandini gialli compilati a biro non si corre più il rischio di subire le conseguenze infauste derivanti dalla disgrafia di qualche postino. E' anche vero che se il suddetto poteva cannare il tagliandino giallo, ora può tranquillamente digitare in modo del tutto errato sul suo baracchino stampascontrini dell'infelicità.

Superato l'impatto da multa o raccomandata, si passa a quello da pubblicità. In un anno viene infilato a forza in ogni buca di ogni città l'equivalente di questo intero blog stampato da pdf con carattere Wide Latin, dimensione font 45. Ovviamente, l'enciclopedia delle offerte commerciali passa direttamente al contenitore Cartesio, con gran dolore degli ecologisti. Intere foreste amazzoniche di 3x2 sottocosto sconti che fanno il giro del riciclo con buona pace degli ipocriti.
E fin qui, ci sta.
Chi mira al profitto fa di tutto per raggiungere il cliente finale: disboscherebbe volentieri il mondo intero per farne patinati e lucidi volantini.

Altre cose, nella buca, a parte bollette, anche loro non molto desiderate, non se ne trovano.
Lettere, non esistono praticamente più. Jacopo Ortis in persona userebbe la mail.
Cartoline, se ne possono ricevere da qualche parente ultraottantenne ancora in grado di viaggiare, quindi non se ne ricevono.

Ma spesso, nel mio condominio, c'è un'altra patinata e lucida presenza: il giornale della parrocchia. Ogni volta, lo lascio cadere nel contenitore Cartesio, ottimizzando il tempo di transito con un contatto dei polpastrelli il più breve possibile. Con un rapido calcolo delle buche e del numero di giornali della parrocchia impilati nella pattumiera del riciclo, direi che nel mio condominio lo spreco di carta parrocchiale rasenti il 100%.
Se uno ci pensa, è incredibile.
E' come se il CAI spedisse la sua rivista a tutti. Mica lo fa. La manda agli iscritti, che magari se la leggono (e se la pagano).
Invece la parrocchia no.
Non la manda ai parrocchiani.
Deve mandarla a tutti.
Facendola finanziare dalle monetine dei parrocchiani stessi.
E così, il suo Dio,
che tanto propaganda,
finisce nella pattumiera
senza passare dal via.
Commercializzazione mancata di anime.
Decisamente,
dalle stelle
alle stalle.
E poi si ricomincia.
Tanto c'è il riciclo.

3 commenti:

  1. Un occhio scrutatore del quotidiano – come quello del blogger- fa sorgere inevitabilente domande metafisico-teologiche anche dalla cassetta delle lettere.
    Il ragionamento dell'organizzazione parrocchiale potrebbe essere più vicino al tormento della fede di quanto si pensi. Una specie di scommessa pascaliana. Speranza matematica- un po' sommaria certo- ma speranza matematica. '...la probabilità è debole, ma il guadagno incalcolabile...'. Un infinito di posta in gioco per ognuno dei 'guadagnati' alla parrocchia.
    Ma torniamo alle domande: l'infelicità è frutto di istanti e il resto è felicità (capovolgimento leopardiano attraverso l'immagine meravigliosa del 'baracchino stampascontrini dell'infelicità')?
    La fede parrocchiale è una via verso l'infinito? Perchè diavolo il progetto di riciclo si chiama Cartesio (con scoperto riferimento alla filosofia)?
    Interessante la chiusa: dalla tentata 'commercializzazione della anime' al riciclo. Che forse sconfigge l'ortodossia parrocchiale: porta dritto alla dottrina della trasmigrazione della anime (cuoriosamente spesso si associa la reincarnazione ad una sorta di terrore dello spreco).
    Da un credo ad un altro. Nessuno scampo per gli atei, una volta estratto il foglio della 'scommessa' dalla buca delle lettere.
    Forse per il blog si. Un volta incarnato in pdf, si reincarnerà, tramisgrerà, si 'metempsicosizzerà'. In che forma non è dato sapere...

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  2. Intanto, mi stupisco che il termine "lettore" non sia presente in questo commento, pur palesemente originato dal lettore :D



    Alla speranza matematica della parrocchia non avevo proprio pensato...bell'idea!



    La felicità è a momenti, e in quanto tale non può essere interrotta dall'infelicità. Può un momento essere interrotto? Dipende da quanto è lungo. Ma il momento è etimologicamente brevissimo. Fortunatamente, anche l'infelicità può essere a momenti. Si può solo cercare di dilatare la prima, magari dedicandole tutto il calore possibile, e contrarre la prima, congelandola e poi facendola cadere per terra in modo che si sbricioli come una canottiera di lana.



    La fede parrocchiale è, anche lei etimologicamente, molto lontana dal concetto di infinito. Come può una comunità di vicini raggiungere la lontananza siderale dell'infinito?



    Direi che il nome del progetto Cartesio potrebbe derivare dal fatto che le ossa del filosofo e matematico siano state più e più volte riesumate e spostate, e il suo teschio riciclato come fermacarte su qualche scrivania. Temo però che possa essere stato scelto per assonanza (con superficiale riferimento sia alla filosofia sia alla matematica).



    L'anima reincarnata non è un'anima riciclata. Nel riciclo si perde sempre un po' della purezza iniziale, nella reincarnazione, per chi ci crede, la si incrementa fino a quella totale che va a toccare il divino, l'infinito a cui la fede parrocchiale vorrebbe tendere, così vicina, così lontana.



    Alla fine da questo morboso meccanismo di riciclo o di fuga dal riciclo si salva solo l'ateo antiecologico, che prende il giornaletto parrocchiale e lo getta nella pattumiera indifferenziata, con uno scarto laterale rispetto a ogni logica socialmente riconosciuta e un suo provocatorio scardinamento.








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  3. Errata corrige: dilatare la prima, contrarre la SECONDA.

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