Quando si inizia una relazione con qualcuno, è come se si salisse su un piedistallo ascendente, che si estroflette dal suolo a velocità variabile e direttamente proporzionale al coinvolgimento.
Il che implica parecchie considerazioni:
- Più tempo si passa sul piedistallo più su si sale, con conseguente rovinosa caduta alla fine;
- Se si è coinvoltissimi, si sale subito a folle velocità e si potrebbero avere problemi di acclimatamento;
- Sempre, ma a maggior ragione nel caso di cui sopra, conviene non innamorarsi al chiuso, che beccarsi una craniata nel soffitto non è mai piacevole e si rischia di cadere immediatamente e anche di trovarsi con un bozzo sul cranio;
- Se l'altro, che è su un piedistallo suo, va a velocità diversa, ad un certo punto non lo si vedrà più, perchè si è troppo giù o troppo su. In tal caso toccherà buttarsi giù, cosa dolorosissima se si è quello più in alto;
- In ogni caso, più il tempo passa più ci si fa male, anche se si è di quelli che salgono a 1 cm al giorno (dopo un anno si è già a 365 cm che sono tre metri, e, se non si è fatto il parà al servizio militare animati da sano masochismo, ci si scassa qualche osso - o si muore anche, pur essendoci l'idea che d'amore non si muoia).
Alcuni, però, hanno il telecomando e ad un certo punto tornano al piano terra. Allungano un piedino e comodamente scendono dal piedistallo indenni e nemmeno un po' stropicciati.
Di solito l'altro è con la testa tra le nuvolette rosa ad altissima quota, preso in un vortice di amore macroscopico (capita quasi sempre con quelli che hanno il telecomando del piedistallo) e si ritrova così.
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