martedì 7 ottobre 2014
Influenze e parainfluenze
Quando arriva ottobre, irrimediabilmente arrivano le forme parainfluenzali. Non bastavano quelle influenzali, ci vogliono pure quelle para. Francamente, le paraolimpiadi mi stanno più simpatiche.
E' che quando una cosa è bella, quella para è anche bella.
Se è brutta, quella para rompe decisamente la palle.
E allora uno si attrezza in tutti i modi per evitare di prendersi sia quella normale sia quella para, di influenza.
Si lava le mani con il sapone per 15 secondi ogni ora, non tocca niente che sia stato toccato da un infetto, se lo tocca si rilava le mani per 15 secondi con il sapone (all'uopo gira con il sapone in tasca o in borsa, a volte seguito da una scia di bolle). Prende l'Oscillococcinum, lo zinco, l'olio di ricino, la vitamina C, si riempie di zenzero, rosmarino, infusi di foglie d'ulivo, the verde e quintali d'aglio. Con l'aglio, tra l'altro, risolve pure il problema di avere vicino gente contaminante. Anche non contaminante. Insomma, risolve il problema di avere vicino gente. Se mai fosse un problema.
Dopo che si è così attrezzato, impazzisce nell'evitare i comportamenti a rischio. In autobus non tocca niente, schiantandosi al suolo alla prima curva brusca. Sul luogo di lavoro si lava le mani compulsivamente ogni volta che tocca qualcosa appartenente a colleghi malaticci. Usa e getta una quantità di fazzoletti di carta da disboscare quel che resta delle foresta amazzonica.
Risultato?
Ovvio, si stressa così tanto che alla fine le difese immunitarie gli si abbassano e si prende una bella parainfluenza, preparatoria di tutte le altre parainfluenze a loro volta preparatorie della megainfluenza vera.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento