LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 14 novembre 2013

Ciclista urbarchico


A Torino, da quando c'è il Tobike, sono nate un sacco di piste ciclabili.
Ci sono strade che ne hanno addirittura una in un senso e una nell'altro.
Ovviamente, ciò non vuol dire che nate le piste ciclabili, sia nato lo spirito del ciclista urbano.
Quando pedali sulla pista ciclabile devi fare un'eterna gimcana tra vecchiette barcollanti piene di borse o anche senza borse, gruppi di persone che chiacchierano accrocchiate stile sparviero nel bel mezzo della pista, macchine parcheggiate, che "almeno lì non ci sono le strisce blu e non mi prendo la multa perchè non ho pagato il ticket", camion dei traslochi, camion delle pulizie, camion delle consegne, autogru, cani che pisciano e defecano, padroni dei cani piscianti e defecanti, carrozzine parcheggiate anche se nemmeno sulle strisce blu pagherebbero.
Tutte queste persone sbagliano.
Tutte queste persone meriterebbero una multa.
La pista ciclabile è delle bici, solo delle bici, i pedoni hanno il loro lato (perlomeno in quelle che ho visto io). Pare però che la ciclabile attiri. Forse si farebbe prima a girare direttamente sul marciapiedi, dato che è meno affollato.
Però io sto zitta.
Io sto zitta perchè non ho la coscienza a posto.
Infatti, quando vado a lavorare su questa strada con due piste ciclabili per i due sensi di marcia, chiaramente identificati per terra con inequivocabili frecce, sfinita dagli attraversamenti semaforici, passo dal lato che più si intona a questi ultimi, avendo notato che l'assecondare i verdi mi fa arrivare anche 5-10 minuti prima piuttosto che aspettare.
E così, quando vado in controsenso sulla pista ciclabile, mi sento così fuorilegge che evito di imprecare contro gli ostacoli, viventi o meno, fuorilegge pure loro.
A Vienna, per molto meno, ho preso multe atroci.
A Torino si può passare davanti alla polizia fuori dalla pista ciclabile telefonando e pedalando all'indietro che non ti dicono quasi mai nulla. Se si incontra qualcuno particolamente rompipalle (così sono definiti quelli che fanno rispettare la legge in Italia), può fare un'osservazione, minacciare una multa, ma raramente si paga veramente. Perlomeno a Torino. Bisogna proprio beccare quello appena mollato dalla moglie o cose del genere per non farla franca. éPer dirne una a caso, magari ce ne sono 79 in due anni, appena mollati o con il nervusss per qualche altro motivo.
Oggi, in preda alla fibrillazione semaforica, pedalavo controsenso.
Una signora che pedalava in senso contrario al mio e quindi giusto mi ha fatto un tombino urlante fuori dal comune. Infatti l'hanno sentita anche nel comune vicino. Io mi sono sentita molto "italiana", in un'accezione poco positiva.
Poi sono arrivata a scuola, sempre pedalando controsenso perchè se no sarei arrivata in ritardo, e c'erano tutti gli alunni che sputacchiavano chewing-gum per terra e lanciavano cartacce nel cortile.
Come docente, sarebbe stato mio dovere dire loro di smetterla, di raccogliere le cartacce, ma oggi non me la sono proprio sentita.
Ché
prima di dire agli altri quello che non devono fare, è il caso di non farlo in prima persona.
Anche se gli altri non lo sanno.
Anche se lo sa solo una rompipalle che non si vedrà mai più nella vita.

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