LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 22 marzo 2013

L'annosa problematica dell'intonazione del ciao


Con che intonazione dire ciao è un bel problema.

Se uno, quando cammina per strada e incontra qualcuno che conosce, dice un ciao avvolgente, che si prolunga con un sorriso sulla ao finale, poi rischia che l'altro gli dica un ciao strizzato, striminzito, seghetti, guardi dritto davanti a sé scostando inintellegibilmente l'occhio per la nanodurata della sua emissione vocale, e tiri dritto per la sua strada. Se il salutatore espansivo stava già assumendo una forma del corpo autofermante ed eteroaccogliente, si sentirà un povero pirla con l'illusione di un mondo comunicativo metastereotipico. Se non la stava assumendo si sente comunque piuttosto stupido.

Se uno, quando cammina per strada e incontra qualcuno che non conosce, si prodiga nel ciao avvolgente di cui sopra, o è pirla o è figlio dei fiori ritardatario. Quasi sicuramente l'altro si esibirà nella migliore delle ipotesi nel ciao più strizzato possibile mentre si chiederà chi sia lo strano individuo così caloroso e quanto la sua memoria stia cedendo il passo alla demenza senile. In casi peggiori, o starà zitto e lo guarderà con un'espressione che lo farà sentire parecchio pirla, oppure chiamerà la neuro. Improbabile l'ultima possibilità, per ovvietà dello spreco di risorse ed energie da profondere.

Se uno una volta salutava quelli che conosceva con il ciao accogliente e cozzava con tutti ciao stringhetti, ormai avrà cambiato stile. Saluterà lui per primo con il ciao stringhetti. All'inizio gli sarà costato una mastodontica lotta con sé stesso, ma ora gli verrà automatico. Di solito, i salutati pensano "ma guarda te sto pirla che mi saluta come se fossi uno qualunque in mezzo a una folla anonima. Si direbbe quasi che non mi conosca".
Anche loro, però, è probabile che salutino quasi tutti con il ciao seghetti, perchè il ciao con frenata incorporata costa tempo ed energie mentali e fisiche. Al giorno d'oggi, è meglio salutarsi tutti con un "ao" pronunciato il più veloce possibile, ché almeno l'altro capisce che si ha fretta, che si è persone impegnate, che non si ha mica tempo di stare lì in strada o al supermercato a cincischiare chiacchierando con gente incontrata per caso.

Forse varrebbe la pena di provare a salutare anche gli sconosciuti con un "ciao" seghetti. Tanto, in preda al disuso della memoria da google galoppante, è quasi sicuro che il salutato si convinca di essersi scordato del salutante. Anzi, molto spesso, anche se il salutante sa chi saluta, non lo sa il salutato.

Nel dubbio, però, considerata l'alta probabilità che il salutato prenda per pirla il salutante, o che il salutante stesso si senta tale quando saluta qualcuno, si può ricorrere a una soluzione adottata da moltitudini nell'attuale società civilizzata.
Non salutare più le persone dal vivo.
Tanto c'è internet: lì, almeno, il ciao è una successione di quattro lettere di ampiezza determinata dal carattere.
L'intonazione se la immagina l'interlocutore.
E non si corre il rischio di sbagliare (l'intonazione).

2 commenti:

  1. spesso il ciao di internet diventa caio. il famoso amico di tizio e sempronio. ho bisogno dell'interpretazione dal vivo di "ciao" seghetti.

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  2. Non so se riuscirà a fartela su ordinazione, però se ci diventassimo mai antipatiche e ci incontrassimo dopo potresti vederlo. Speriamo di no!

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